Sempre più grave la crisi politica in Belgio, da 4 mesi senza governo
“Considero chiuso il negoziato con altri 6 partiti per trovare un accordo di governo,
respingo gli atteggiamenti infantili”: così, il leader dei nazionalisti fiamminghi,
Bart De Wever, vincitore con il suo N-Va delle elezioni dello scorso 13 giugno. Una
situazione di crisi politica che si aggrava, dunque, per il Belgio, che detiene la
presidenza di turno dell'Unione europea ed è senza governo da 4 mesi. Ma come si è
arrivati a questa situazione di impasse? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto alla
collega belga Hedwig Zeedijk:
R. – Dopo
mesi di trattative dalle elezioni di giugno, vinte dai fiamminghi di Bart De Wever
e dal partito socialista di Vallonia di Elio Di Rupo, sono rimaste posizioni diverse
nonostante tentativi di accordo. Alla fine De Wever, dei fiamminghi, ha affermato
che non si poteva più andare avanti e che si sarebbe dovuto riavviare l’iter politico.
D.
– Si può dire che l’ipotesi di una scissione tra regioni francofone e fiamminghe comincia
a non essere più tanto remota?
R. – No. De Wever ha detto che vogliono
cercare sempre un accordo ma è chiaro che devono trovare un’intesa prima che abbia
inizio qualsiasi nuovo governo. Altre ipotesi sono un governo tecnico o nuove elezioni.
Quest’ultima opzione sembra che nessuno la voglia, in Belgio, perché tutte le previsioni
dicono che nuove consultazioni avrebbero soltanto confermato, ancora di più, lo scenario
politico attuale.
D. – Questa crisi politica così lunga e difficile
ha avuto anche ripercussioni economiche pesanti sul Belgio?
R. – Questo
è l’argomento toccato sempre da Elio Di Rupo. Questi afferma che non possono perdere
altro tempo, perché ogni mese senza governo e senza politica è un mese perso. D’altronde,
Bart De Wever dice anche che sono loro a far perdere tempo, perché da parte sua ci
sono state tantissime proposte. Proposte che sono, secondo loro, ragionevoli. Sembra
però che il partito socialista cambi posizione e quindi ad ogni intesa segue poi un
disaccordo politico.
D. – La crisi politica giunge mentre il Belgio
detiene la presidenza di turno dell’Unione Europea. Il Paese non rischia di uscire
indebolito, anche a livello europeo?
R. – Non credo che adesso si preoccupino
dell’immagine del Belgio all’estero. Questi sono problemi interni che sono già presenti
da anni. Tutte le parti vorrebbero affrontarli nel modo migliore ma è chiaro che le
stesse parti hanno anche un’ idea diversa su come risolverli.