La fine dell’embargo Onu sulle armi in Sierra Leone tra applausi e timori
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso di ritirare l’embargo sulle
armi in Sierra Leone, come segnale di fiducia sul pieno controllo del territorio da
parte delle istituzioni del Paese africano. La fine dell’embargo - che durava dal
2002, anno in cui è terminata la sanguinosa guerra, cominciata nel 1991, per il controllo
dei diamanti - è stata accolta tuttavia con scetticismo dagli abitanti del Paese.
A commentare la notizia all’Agenzia Fides è stato padre Caglioni, missionario in Sierra
Leone, il quale, pur riconoscendo i progressi fatti dallo Stato nel corso degli anni,
ha chiesto alla comunità internazionale di seguire e incoraggiare il governo. A sostenere
questo punto di vista mons. Edward Tamba Charles, arcivescovo di Freetown e Bo, che
punta il dito sui troppi indicatori sociali negativi, che rischiano di far precipitare
la situazione, rendendo vano il processo di pacificazione. Troppo alto tasso di disoccupazione
giovanile mentre la crisi economica registra una riduzione delle rimesse degli emigrati,
principale fonte di sostegno per massima parte delle famiglie; il Paese è inoltre
diventato un nodo di smistamento della cocaina; infine la politica di valorizzazione
delle riserve di ferro, petrolio, rutenio e bauxite potrebbe attirare operatori economici
privi di scrupoli. È stato quindi lanciato un appello alle diverse confessioni religiose
affinché continuino a svolgere quel ruolo di agenti sociali di integrazione, che la
politica sta lentamente abbandonando. (M.O.)