Incontro di preghiera ecumenico in Nigeria, dopo il sanguinoso attentato nella capitale
Si è tenuto lo scorso 3 ottobre ad Abuja, capitale della Nigeria, un incontro ecumenico
di preghiera. Ad ospitare la celebrazione il Centro ecumenico nazionale. L’incontro,
organizzato da tempo per i 50 anni dell’indipendenza del Paese, si è poi trasformato
in una Veglia di preghiera per le vittime dell’attentato, che ha insanguinato le parate
organizzate per l’anniversario. A riferirlo all’agenzia Fides lo stesso mons. John
Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, il quale ha sottolineato come, per la
prima volta nel Paese, ad una Veglia di preghiera, oltre ai leader della Christian
Association of Nigeria, (CAN), abbiano preso parte anche esponenti del mondo politico,
tra cui il presidente Goodluck Jonathan. Severa la condanna del presule nei confronti
dell’attentato: “Attendiamo gli esiti delle indagini. Vogliamo capire quello che è
successo”, ”speriamo - ha aggiunto - che vi sia un’indagine seria e che non rimangano
zone d’ombra su questo attentato" e "che questo episodio, pur doloroso non comprometta
la pace nazionale”. Il presidente Jonathan ha intanto accusato dell’esplosione, che
ha provocato 12 vittime, un piccolo gruppo residente fuori la Nigeria che è stato
però pagato da qualcuno all’interno del Paese, smentendo l’appartenenza degli attentatori
al gruppo dei ribelli per l’emancipazione del delta del Niger, meglio noti come Mend.
Secondo il capo di Stato, infatti, gli attentatori avrebbero usato il nome Mend solo
per nascondersi. (M.O.)