2010-10-05 15:36:42

Cina-Giappone: segnali di distensione tra i due Paesi


I leader di Giappone e Cina tornano a parlarsi direttamente, dopo la crisi di inizio settembre innescata dalla collisione tra un peschereccio di Pechino e due motovedette giapponesi al largo delle Senkaku, Isole in pieno Mar Cinese orientale controllate da Tokyo, ma rivendicate da Cina e Taiwan. Il contenzioso sul tratto di mare aveva portato all’arresto del capitano del peschereccio cinese, liberato dopo 16 giorni. Ieri a Bruxelles, i premier dei due Paesi, Naoto Kan e Wen Jiabao, si sono incontrati a margine del vertice Asia-Europa, concordando sulla ''necessità di rafforzare le relazioni bilaterali'' e riavviare colloqui ai livelli più alti. Si può dunque dire che la crisi tra Cina e Giappone stia rientrando? Giada Aquilino lo ha chiesto a Francesco Sisci, editorialista del quotidiano La Stampa da Pechino:RealAudioMP3

R. – C’è un forte interesse di entrambi perché la crisi rientri. Soltanto questa volontà è già sufficiente da una parte per dire che la crisi sta rientrando, dall’altra, però, ci sono problemi oggettivi che sono alla base di questa impasse. Uno è quello territoriale, che riguarda le Isole Senkaku, e l’altro è legato alla relativa crescita della Cina e alla decrescita del Giappone, col conseguente cambiamento degli equilibri strategici all’interno dell’asse fra le due Nazioni.

D. – Perché le Isole Senkaku sono al centro di un così lungo contenzioso?

R. – Intorno alle Isole Senkaku c’è un grande giacimento di gas e petrolio, la cui definizione territoriale non è assolutamente chiara. Prima, i due Paesi non erano interessati a questi che sono poco più che scogli, visto che non avevano grande importanza strategica. Dopo la scoperta del gas e del petrolio, invece, è cambiato tutto.

D. – I due Paesi erano arrivati a ritorsioni politiche e commerciali. Anche in vista del prossimo vertice dell’Apec in novembre, che si terrà in Giappone, cosa c’è da aspettarsi?

R. – Credo che entrambi i Paesi, adesso, siano interessati a rallentare la tensione. Non c’è alcun vantaggio vero a continuare la crisi se non quello di alimentare le rispettive aree nazionaliste ed antigovernative, sia in Giappone sia in Cina. Tutti e due i governi hanno quindi un forte interesse a raffreddare il clima. Certo, però, che i problemi sottostanti rimangono e dovranno essere in qualche modo risolti.

Asem, la Cina manterrà stabili i tassi di cambio
Nonostante le pressioni di Usa e Ue al Forum di dialogo tra Unione europea e Asia (Asem), in corso a Bruxelles, la Cina non rivaluterà la propria moneta nazionale, lo yuan, e manterrà tassi di cambio “relativamente stabili”, come annunciato dal premier cinese, Wen Jiabao. Stati Uniti ed Europa accusano la Cina di tenere artificialmente basso il valore della moneta nazionale per favorire le proprie esportazioni ai danni delle altre. Le tensioni sulla moneta cinese sono peggiorate, dopo che la settimana scorsa in Usa è stata presentata una proposta di legge che permette all’amministrazione americana di imporre sanzioni commerciali alla Cina per lo yuan sottovalutato.

Elezioni in Bosnia-Erzegovina: vincono i musulmani moderati
Probabile cambio al vertice del membro musulmano della presidenza tripartitica bosniaca: lo scrutinio delle schede del voto di domenica scorsa in Bosnia-Erzegovina non è ancora definitivo, ma sembra che sarà Bakir Izetbegovic a sostituire il membro uscente Silajdic. Il servizio di Roberta Barbi:RealAudioMP3

Un’affermazione delle forze musulmane moderate: sembra essere questo - a scrutinio delle schede quasi concluso - l’esito delle elezioni generali svoltesi domenica scorsa in Bosnia-Erzegovina. Izetbegovic jr, figlio del padre dell’indipendenza bosniaca e fautore del dialogo con i serbo-bosniaci, Alija, e il suo Partito d’azione democratica, sono in testa con il 34 per cento delle preferenze. Con molta probabilità, dunque, sarà lui il nuovo membro musulmano alla presidenza tripartitica del Paese, e andrà a sostituire il membro uscente, Haris Silajdic. “La nuova presidenza funzionerà meglio della precedente”, ha commentato oggi Bakir Izetbegovic, che si dice pronto a tendere la mano ai suoi colleghi e ad abbandonare la “politica della ripicca”. Le urne hanno registrato, però, anche un successo nella fila ultranazionaliste serbe e una conferma in campo croato. Nella Repubblica Srpska (Rs) - una delle due entità in cui la Bosnia è stata divisa dall’accordo di pace di Dayton nel 1995 - è stata riconfermata la leadership nazionalista e radicale. Le speranze della comunità internazionale tendono ora alla riapertura del dialogo fra le tre componenti etniche di un Paese ancora profondamente diviso al suo interno, e perciò bloccato nel processo di riforme previsto dall’Accordo di stabilizzazione e associazione all’Unione Europea. Riforme che sono indispensabili per l’avvio di un percorso di integrazione in Europa.

Vittime per una fuga di fango tossico in Ungheria
Almeno quattro persone, tra cui un bambino, sono morte, 120 sono i feriti, una ventina dei quali ustionati in modo grave, e sette persone risultano scomparse. È questo il bilancio, provvisorio, di quello che si delinea come un vero e proprio disastro ambientale per l’Ungheria: la fuoriuscita di 700 mila metri cubi di fango altamente corrosivo da uno stabilimento per la lavorazione dell’alluminio nei pressi di Ajka, nell’ovest del Paese. Centinaia di case in tre Comuni sono state travolte dall’ondata tossica e le abitazioni in un’area di 40 km quadrati sono state evacuate dalle autorità, che hanno decretato lo stato d’emergenza. Intanto il fango sta per raggiungere il fiume Marcal, vicino al confine austriaco e slovacco, e i tecnici stanno tentando di neutralizzarlo con il gesso. Sono state avviate le indagini per l’accertamento delle responsabilità: la prima ipotesi è che la fuga sia stata causata dalla rottura dell’argine di un contenitore all’aperto.

Ulster, bomba davanti a centro commerciale
Un’autobomba è esplosa poco dopo la mezzanotte davanti a un centro commerciale di Londonderry, nell’Irlanda del Nord. Un’ora prima dello scoppio, un avvertimento anonimo era arrivato alla polizia che aveva provveduto a evacuare e transennare la zona, così non ci sono state vittime, ma i danni registrati sono ingenti. L’attentato non è ancora stato rivendicato.

Terrorismo, si rafforza pista islamico-tedesca
Mentre l’allarme terrorismo in Europa resta alto, soprattutto a Parigi, Londra e Berlino, si fa strada come più accreditata l’ipotesi che dietro le minacce ci sarebbe un gruppo di terroristi islamici tedeschi, pronti a colpire simultaneamente in varie parti del continente. Il gruppo, ribattezzato “cellula di Amburgo”, sembra che sia guidato da un franco-algerino che conosceva uno dei kamikaze dell’11 settembre.

Francia, arrestati 12 presunti terroristi
Dodici persone sospettate di avere legami con il terrorismo di matrice islamica sono state arrestate oggi dalla polizia francese nelle regioni di Marsiglia e Bordeaux. In un’altra operazione, inoltre, altre nove persone sono state fermate per traffico d’armi ed esplosivo destinati a gruppi di estremisti islamici. Sequestrate pistole e munizioni.

Maltempo Italia, tre vittime a Prato
Tre donne di origine cinese che viaggiavano a bordo di un’auto, sono morte questa mattina intorno alle 5 nel sottopassaggio ferroviario di via Lucci, a Prato, allagato a causa delle forti piogge della notte scorsa. Una seconda auto, fortunatamente vuota, è stata ritrovata nell’area. La Procura ha disposto il sequestro del sottopasso e ha avviato le indagini per stabilire la dinamica in cui si sono svolti i fatti: l’ipotesi per ora più probabile è quella di un malfunzionamento delle pompe di drenaggio dell’acqua.

Cile, vicino il salvataggio dei minatori
Buone notizie per i 33 minatori cileni intrappolati da mesi a 700 metri di profondità: le operazioni di soccorso iniziate ad agosto stanno procedendo più velocemente del previsto e gli uomini potrebbero essere liberati già alla fine della settimana. La notizia, annunciata dal presidente Sebastian Pinera, è stata confermata alla Bbc dal coordinatore delle operazioni di soccorso, Pedro Buttazzoni.

Accordo Egitto-Iran per riprendere voli
Storico accordo raggiunto da Egitto e Iran, che riprenderanno voli diretti tra le due capitali, anche se, avvertono gli esperti, è ancora prematuro parlare di disgelo a livello politico. Le relazioni tra i due Stati si sono interrotte nel 1980, in seguito alla rivoluzione islamica a Teheran del 1979 e alla pace firmata tra Egitto e Israele.

Iran, i figli di Sakineh chiedono asilo all’Italia
I figli di Sakineh, la donna iraniana condannata a morte, temono di essere arrestati e perciò hanno chiesto asilo politico all’Italia e al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Un portavoce del Ministero degli Esteri italiano ha fatto sapere che la richiesta verrà valutata.

India, rimossi i posti di blocco nel Kashmir
Si distende la situazione nello Stato indiano del Kashmir, a maggioranza musulmana, sconvolto da una rivolta dei separatisti durata tre mesi. Il governo ha deciso per la rimozione di 16 posti di blocco nella città di Srinagar e il rilascio di un centinaio di dimostranti arrestati durante le proteste.

Thailandia, prorogato di tre mesi lo stato d’emergenza
Le autorità thailandesi hanno esteso ad altri tre mesi lo stato d’emergenza per la capitale Bangkok e tre province attigue, deciso in seguito alle violenze delle “Camicie rosse” della primavera scorsa. Lo stato d’emergenza garantisce alle forze di sicurezza maggiori poteri di polizia.

Corea del Nord, ripresa attività in centrale nucleare
La centrale nucleare di Yongbyon, in Corea del Nord, ha ripreso a funzionare: la conferma arriva dalla Corea del Sud, grazie alle immagini riprese via satellite dall’Istituto americano per la scienza e la sicurezza internazionale. Tuttavia, nonostante i movimenti registrati, non ci sono prove che si stiano svolgendo attività specifiche. (Panoramica internazionale a cura di Roberta Barbi)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 278

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