L'Europa alza la guardia contro il pericolo terrorismo
Resta alto l’allarme terrorismo per gli stranieri in Europa. Dopo gli Stati Uniti
anche il Giappone oggi ha diramato l’allerta rivolto ai suoi concittadini. Il pericolo
maggiore, secondo l’intelligence americana, sarebbe a Parigi e Berlino, ma
anche le altre capitali europee non sarebbero al sicuro da eventuali attacchi. La
lista dei possibili obiettivi, che comprende luoghi turistici e mezzi di trasporto
pubblici, sarebbe stata resa nota da un cittadino tedesco-pachistano detenuto nel
carcere di Bàgram, in Afghanistan. Attenzione massima a Parigi, Berlino e Londra ma
nessuna misura straordinaria sul fronte della sicurezza. Su questa nuova minaccia
Stefano Leszczynski ha intervistato Emanuele Schibotto, coordinatore
della rivista di Geopolitica e Relazioni Internazionali Equilibri.net:
R. - Negli
ultimi 10 anni effettivamente la minaccia terroristica ha preso più forza, chiaramente
dopo l’11 settembre ma c’erano segnali ben precedenti all’11 settembre. Ma c’è anche
un grande interesse mediatico, se vogliamo, quindi anche una sovraesposizione mediatica
al fenomeno del terrorismo.
D. - Ecco, tuttavia, l’allarme arriva in
una forma molto attendibile e viene anche presa molto sul serio dai governi europei
…
R. - La minaccia è seria. È seria perché il terrorismo cerca di colpire
l’Europa perché, evidentemente, può essere un bersaglio più facile, se vogliamo, rispetto
agli Stati Uniti; può essere più facile perché le misure di sicurezza sono certamente
molto elevate ma l’Europa non è un’entità unica. Ad esempio, non esiste ancora una
banca dati completa sul terrorismo.
D. - A rendere un po’ indefinita
la minaccia c’è anche il fatto che è cambiata un pò la dislocazione geografica delle
centrali del terrore …
R. - Senz’altro. Rimane l’Afghanistan, chiaramente,
c’è anche il Pakistan che sempre più, purtroppo, viene definito dagli studiosi come
uno Stato che non controlla totalmente o anche parzialmente il proprio territorio.
In poche parole, si avvia ad essere un Paese senza un dominio di imperio da parte
dello Stato. È molto preoccupante perché il confine molto poroso tra l’Afghanistan
e il Pakistan è uno dei centri del terrorismo.
D. - Spesso, però, le
cellule operative sono composte da persone che risiedono già in Occidente da molto
tempo … R. – Ci sono pareri contrastanti, chiaramente. C’è chi punta il
dito alla fallita integrazione. C’è chi invece sostiene che sia un problema legato
al senso di cittadinanza, all’importanza legata ai valori dello Stato da parte del
cittadino e anche dell’immigrato, di conseguenza. Quindi, molto probabilmente c’è
un problema alla base in Europa.