Nu cedaţi sugestiilor mafiei, cale a morţii incompatibilă cu Evanghelia! Benedict
al XVI-lea îndeamnă tinerii sicilieni să privească la mesajul uimitor al Chiarei Badano
(RV - 3 decembrie 2010) Ultimul eveniment al vizitei pastorale a lui Benedict al
XVI-lea la Palermo a fost întâlnirea cu tinerii, seara la ora 18 în Piaţa Politeama.
După cuvântul de introducere rostit de mons. Mario Russotto, episcop de Caltanisetta,
delegat al pastoralei pentru Familie şi pentru Tineri, şi salutul a doi dintre aceştia,
papa Benedict al XVI-lea a pronunţat următorul discurs pe care îl reproducem - temporar
doar în original.
Cari giovani e care famiglie della Sicilia!
Vi saluto
con tanto affetto e tanta gioia! Grazie per la vostra gioia e la vostra fede! Questo
incontro con voi è l’ultimo della mia visita di oggi a Palermo, ma in un certo senso
è quello centrale; in effetti, è l’occasione che ha dato il motivo per invitarmi:
il vostro incontro regionale di giovani e famiglie. Allora oggi devo iniziare da qui,
da questo avvenimento; e lo faccio prima di tutto ringraziando Mons. Mario Russotto,
Vescovo di Caltanissetta, che è delegato per la pastorale giovanile e familiare a
livello regionale, e poi i due giovani Giorgia e David. Il vostro, cari amici, è stato
più di un saluto: è stata una condivisione di fede e di speranza. Vi ringrazio di
cuore. Il Vescovo di Roma va dovunque per confermare i cristiani nella fede, ma torna
a casa sua confermato dalla vostra fede, dalla vostra gioia, dalla vostra speranza!
Dunque, giovani e famiglie. Dobbiamo prendere sul serio questo accostamento,
questo trovarsi insieme, che non può essere solamente occasionale, o funzionale. Ha
un senso, un valore umano, cristiano, ecclesiale. E voglio partire non da un ragionamento,
ma da una testimonianza, una storia vissuta e attualissima. Penso che tutti voi sappiate
che sabato 25 settembre scorso, a Roma, è stata proclamata beata una ragazza italiana
di nome Chiara, Chiara Badano. Vi invito a conoscerla: la sua vita è stata breve,
ma è un messaggio stupendo. Chiara è nata nel 1971 ed è morta nel 1990, a causa di
una malattia inguaribile. Diciannove anni pieni di vita, di amore, di fede. Due anni,
gli ultimi, pieni anche di dolore, ma sempre nell’amore e nella luce, una luce che
irradiava intorno a sé e che veniva da dentro: dal suo cuore pieno di Dio! Com’è possibile
questo? Come può una ragazza di 17, 18 anni vivere una sofferenza così, umanamente
senza speranza, diffondendo amore, serenità, pace, fede? Evidentemente si tratta di
una grazia di Dio, ma questa grazia è stata anche preparata e accompagnata dalla collaborazione
umana: la collaborazione di Chiara stessa, certamente, ma anche dei suoi genitori
e dei suoi amici.
Prima di tutto i genitori, la famiglia. Oggi voglio sottolinearlo
in modo particolare. I genitori della beata Chiara Badano sono vivi, erano a Roma
per la beatificazione - io stesso li ho incontrati personalmente - e sono testimoni
del fatto fondamentale, che spiega tutto: la loro figlia era ricolma della luce di
Dio! E questa luce, che viene dalla fede e dall’amore, l’hanno accesa loro per primi:
il papà e la mamma hanno acceso nell’anima della figlia la fiammella della fede, e
hanno aiutato Chiara a tenerla accesa sempre, anche nei momenti difficili della crescita
e soprattutto nella grande e lunga prova della sofferenza, come fu anche per la Venerabile
Maria Carmelina Leone, morta a 17 anni. Questo, cari amici, è il primo messaggio che
vorrei lasciarvi: il rapporto tra i genitori e i figli – lo sapete – è fondamentale;
ma non solo per una giusta tradizione – so che questa è molto sentita dai siciliani.
E’ qualcosa di più, che Gesù stesso ci ha insegnato: è la fiaccola della fede che
si trasmette di generazione in generazione; quella fiamma che è presente anche nel
rito del Battesimo, quando il sacerdote dice: “Ricevete la luce di Cristo … segno
pasquale … fiamma che sempre dovete alimentare”.
La famiglia è fondamentale
perché lì germoglia nell’anima umana la prima percezione del senso della vita. Germoglia
nella relazione con la madre e con il padre, i quali non sono padroni della vita dei
figli, ma sono i primi collaboratori di Dio per la trasmissione della vita e della
fede. Questo è avvenuto in modo esemplare e straordinario nella famiglia della beata
Chiara Badano; ma questo avviene in tante famiglie. Anche in Sicilia ci sono splendide
testimonianze di giovani cresciuti come piante belle, rigogliose, dopo essere germogliate
nella famiglia, con la grazia del Signore e la collaborazione umana. Penso alla Beata
Pina Suriano, alle Venerabili Maria Carmelina Leone e Maria Magno, grande educatrice;
ai Servi di Dio Rosario Livatino, Mario Giuseppe Restivo, e a tanti giovani che voi
conoscete! Spesso la loro azione non fa notizia, perché il male fa più rumore, ma
sono la forza, il futuro della Sicilia! L’immagine dell’albero è molto significativa
per rappresentare l’uomo. La Bibbia la usa, ad esempio, nei Salmi. Il Salmo 1 dice:
Beato l’uomo che medita la legge del Signore, “è come albero piantato lungo corsi
d’acqua, / che dà frutto a suo tempo” (v. 3). Questi “corsi d’acqua” possono essere
il “fiume” della tradizione, il “fiume” della fede da cui si attinge la linfa vitale.
Cari giovani di Sicilia, siate alberi che affondano le loro radici nel “fiume” del
bene! Non abbiate paura di contrastare il male! Insieme, sarete come una foresta che
cresce, forse silenziosa, ma capace di dare frutto, di portare vita e di rinnovare
in modo profondo la vostra terra! Non cedete alle suggestioni della mafia, che è una
strada di morte, incompatibile con il Vangelo, come tante volte i vostri Vescovi hanno
detto e dicono!
L’apostolo Paolo riprende questa immagine nella Lettera ai
Colossesi, dove esorta i cristiani ad essere “radicati e fondati in Cristo, saldi
nella fede” (cfr Col 2,7). Voi giovani sapete che queste parole sono il tema del mio
Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù dell’anno prossimo a Madrid. L’immagine
dell’albero dice che ognuno di noi ha bisogno di un terreno fertile in cui affondare
le proprie radici, un terreno ricco di sostanze nutritive che fanno crescere la persona:
sono i valori, ma sono soprattutto l’amore e la fede, la conoscenza del vero volto
di Dio, la consapevolezza che Lui ci ama infinitamente, fedelmente, pazientemente,
fino a dare la vita per noi. In questo senso la famiglia è “piccola Chiesa”, perché
trasmette Dio, trasmette l’amore di Cristo, in forza del sacramento del Matrimonio.
L’amore divino che ha unito l’uomo e la donna, e che li ha resi genitori, è capace
di suscitare nel cuore dei figli il germoglio della fede, cioè la luce del senso profondo
della vita.
Ed eccoci all’altro passaggio importante, che posso solo accennare:
la famiglia, per essere “piccola Chiesa”, deve vivere ben inserita nella “grande Chiesa”,
cioè nella famiglia di Dio che Cristo è venuto a formare. Anche di questo ci dà testimonianza
la beata Chiara Badano, come tutti i giovani santi e beati: insieme con la famiglia
di origine, è fondamentale la grande famiglia della Chiesa, incontrata e sperimentata
nella comunità parrocchiale, nella diocesi; per la beata Pina Suriano è stata l’Azione
Cattolica - ampiamente presente in questa terra -, per la beata Chiara Badano il Movimento
dei Focolari; infatti, anche i movimenti e le associazioni ecclesiali non servono
se stessi, ma Cristo e la Chiesa.
Cari amici! Conosco le vostre difficoltà
nell’attuale contesto sociale, che sono le difficoltà dei giovani e delle famiglie
di oggi, in particolare nel sud d’Italia. E conosco anche l’impegno con cui voi cercate
di reagire e di affrontare questi problemi, affiancati dai vostri sacerdoti, che sono
per voi autentici padri e fratelli nella fede, come è stato Don Pino Puglisi. Ringrazio
Dio di avervi incontrato, perché dove ci sono giovani e famiglie che scelgono la via
del Vangelo, c’è speranza. E voi siete segno di speranza non solo per la Sicilia,
ma per tutta l’Italia. Io vi ho portato una testimonianza di santità, e voi mi offrite
la vostra: i volti dei tanti giovani di questa terra che hanno amato Cristo con radicalità
evangelica; i vostri stessi volti, come un mosaico! Ecco il dono più grande che abbiamo
ricevuto: essere Chiesa, essere in Cristo segno e strumento di unità, di pace, di
vera libertà. Nessuno può toglierci questa gioia! Nessuno può toglierci questa forza!
Coraggio, cari giovani e famiglie di Sicilia! Siate santi! Alla scuola di Maria, nostra
Madre, mettetevi a piena disposizione di Dio, lasciatevi plasmare dalla sua Parola
e dal suo Spirito, e sarete ancora, e sempre più, sale e luce di questa vostra amata
terra. Grazie!