Al Santuario di Pompei, oggi la supplica alla Regina del Santo Rosario
Oggi al Santuario di Pompei, a mezzogiorno, è stata recitata la Supplica alla Regina
del Santo Rosario. La pia pratica, che richiama migliaia di pellegrini, si ripete
ogni anno la prima domenica di ottobre e l’8 maggio. Una solenne celebrazione eucaristica
è stata presieduta nella mattinata dal cardinale Giovanni Battista Re, prefetto emerito
della Congregazione per i Vescovi, che nella sua omelia ha definito il Rosario una
preghiera che alimenta la spiritualità, che fa “crescere come cristiani, perché, mediante
Maria, porta ad una conoscenza più profonda dei misteri di Cristo”, che “ aiuta ad
avere fiducia in Dio e ad abbandonarsi a lui”. “Al giorno d’oggi – ha detto il porporato
– c’è la moda di imparare tecniche yoga per rilassarsi, ripetendo in continuazione
uno stesso ‘mantra’ cha aiuta a centrarsi su se stessi e a trovare la propria
energia … questi segreti li avevamo già in tasca – ha aggiunto il cardinal Re – bastava
prendere in mano una corona del rosario”. Ma com’è nata la tradizione della Supplica
alla Madonna di Pompei? Tiziana Campisi lo ha chiesto a mons. Carlo Liberati,
arcivescovo-prelato e delegato pontificio del Santuario di Pompei:
R. - Il Santuario
della Madonna di Pompei è un miracolo sorto nel deserto, nell’abbandono e nel silenzio
della Campania, quando il Beato Bartolo Longo, mentre attraversa la campagna di Pompei,
dove era venuto come amministratore, ha sentito una voce che gli ha detto: “Recita
il Rosario e sarai salvo. Chiunque reciterà il Rosario non si perderà”. Questo fatto
non solo ha cambiato la sua vita, ma ha fatto sorgere il Santuario di Pompei, le opere
di carità intorno al Santuario e poi è sorta la città intorno al Santuario e alla
devozione alla Madonna in modo particolare. Qui a Pompei sono poi scoppiati i miracoli
e, quindi, c’è stata la benedizione di Dio sull’opera meravigliosa di quest’uomo.
La supplica nasce nel settembre del 1883, quando Bartolo Longo vide sorgere l’Enciclica
del Papa Leone XIII “Supremi Apostolatus Officio”, in cui il Papa parla
del Santo Rosario.
D. - Quali preoccupazioni del mondo contemporaneo
affidare oggi a Maria?
R. - Oggi c’è il problema della famiglia. Ci
sono coniugi separati, divisi, divorziati e la percentuale sta salendo ogni anno di
più. I giovani non desiderano più come ideale di vita il matrimonio e quindi la famiglia.
Restano a casa del loro papà e della loro mamma, più o meno mantenuti, fino a 40 anni
e dopo si trovano scarichi, vuoti, dispersi; hanno sprecato la vita, la giovinezza,
l’amore. L’amore lo hanno preso, lo hanno comprato, non sanno cos’è. Non sanno cos’è
il sacrificio o che scopo abbia la vita. I giovani non desiderano - almeno in gran
parte, siamo nell’ordine del 20 per cento - realizzare come sogno della loro esistenza
il matrimonio. Questo sarebbe la fine della società civile oltre che di quella religiosa.
La Supplica va allora oggi applicata a questo mondo giovanile, va applicata alla famiglia
e prima ancora ai fidanzati e poi ai poveri, ai poveri del mondo, agli abbandonati,
ai miseri, agli anziani.
D. - In media quanti pellegrini accoglie il
Santuario di Pompei la prima domenica di ottobre e cosa vengono a cercare queste persone?
R.
– Dai 40mila ai 60 mila. Che cosa vengono a cercare? La misericordia, il perdono,
la conversione dell’intelligenza, della coscienza e del cuore, rivolgendosi a Dio
e riempiendo con la grazia il vuoto della loro coscienza e della loro sensibilità,
sentendosi amati dal Signore. Qui vengono quattro milioni di pellegrini in un anno.
D. - Quale messaggio vuol dare oggi Maria ai fedeli?
R.
- Che noi fratelli e sorelle di questo mondo contemporaneo possiamo essere in pace
soltanto se ci lasciamo prendere da Dio, dalla tenerezza di Gesù Cristo, dalla sua
misericordia, dal suo perdono e lasciamo entrare in noi lo Spirito di Gesù e del Padre,
lo Spirito Santo.