Editoriale di padre Lombardi: sono contrario alla pena di morte per chiunque nel mondo,
la dignità dell'uomo è più grande
“Sono contrario alla pena di morte” perché “cerco una giustizia più grande”. Con un
testo in prima persona, diretto ed efficace, e sullo sfondo di recenti avvenimenti
internazionali, il nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, prende
una netta posizione contro le esecuzioni capitali, in qualsiasi parte del mondo esse
avvengano e per qualsiasi tipo di reato siano comminate. Ascoltiamolo in questo editoriale
per Octava dies, il settimanale del Centro Televisivo Vaticano:
Sono contrario
al ricorso alla pena di morte. Non la voglio né in Cina, né in Iran, né
negli Stati Uniti, né in India, né in Indonesia, né in Arabia Saudita, né in nessuna
parte del mondo. Non la voglio per lapidazione, né per fucilazione, né per
decapitazione, né per impiccagione, né per scossa elettrica, né per iniezione letale.
Non la voglio dolorosa, né indolore. Non la voglio in pubblico, né in segreto. Non
la voglio per le donne, né per gli uomini; non per gli handicappati, né per i sani. Non
la voglio per i civili, né per i militari; non la voglio né in pace, né in guerra. Non
la voglio per chi può essere innocente, ma non la voglio neppure per i rei confessi. Non
la voglio per gli omosessuali. Non la voglio per le adultere. Non la voglio per nessuno.
Non la voglio neppure per gli assassini, per i mafiosi, per i traditori
e per i tiranni. Non la voglio per vendetta, non per liberarci di prigionieri
scomodi o costosi, e neppure per presunta misericordia. Perché cerco una
giustizia più grande. Ed è bene camminare per questa strada per affermare sempre di
più, a vantaggio di tutti, la dignità della persona e della vita umana, di cui non
siamo noi a disporre. Come dice il Catechismo della Chiesa cattolica citando Giovanni
Paolo II, oggi per gli Stati, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo
per renderlo inoffensivo “sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti”
(n.2267). Rendiamoli inesistenti. E’ meglio.