2010-09-30 16:01:31

Somalia: la taskforce anti-pirateria dell'Ue ottiene il rilascio di un natante


Non si arrestano le azioni di pirateria davanti alle coste della Somalia. Nelle ultime 24 ore è stato sequestrato un mercantile battente bandiera panamense e il suo equipaggio di 15 marinai indiani. Il cargo navigava in direzione del porto keniota di Mombasa proveniente da Durban, in Sudafrica. Questa mattina la taskforce anti-pirateria dell'Unione europea, Eu Navfor, ha ottenuto il rilascio di un altro natante battente bandiera iraniana con sette persone di equipaggio sequestrato sempre nel Golfo di Aden. Massimiliano Menichetti ha intervistato Nicolò Carnimeo, docente di diritto della navigazione all’Università di Napoli: RealAudioMP3

R. - Dobbiamo dire che non c’è un’intensificazione degli attacchi ma gli attacchi si sono dimostrati stabili nel tempo. Quelle sono rotte in un punto strategico, ovviamente, perché tutto il traffico petrolifero che passa dall’Oceano indiano arriva al Mediterraneo deve assolutamente passare di lì. L’impegno dell’anti-pirateria, delle nostre forze navali insieme a quelle dell’Unione europea, della missione Atlanta e delle altre missioni impegnate, è diventato più rilevante. Le regole di ingaggio ci consentono di intervenire con più efficacia. Ma il problema della pirateria non si risolve in mare perché lo scenario è molto grande; i pirati possono oggi contare su basi logistiche alle Seychelles e hanno queste navi madri che sembrano imprendibili, perché la vastità dell’Oceano e dello scenario è di un milione di miglia quadrate. Il problema della pirateria rimane complesso ed è un problema terrestre che riguarda appunto la Somalia.

D. - Professore, ma proprio sulla terra ferma il governo di transizione ha grandi difficoltà a controllare il territorio. E' costante il bollettino degli scontri anche con gli Sebaab, legati ad al Qaeda...

R. - Purtroppo, il premier del governo di transizione, Omar Abdirashid Ali Sharmarke, ha rassegnato le sue dimissioni proprio in settembre e ha reso ancora più delegittimato questo piccolo governo che non controlla il proprio territorio. Quindi controlla semplicemente alcune parti della capitale e la Somalia è abbandonata a se stessa, è governata da questi clan.

D. - Il governo di transizione comunque siede come rappresentante nei tavoli internazionali, come si può rafforzare la sua posizione?

R. - Non solo la cooperazione con alcune regioni come il Somaliland, oppure intervenire con maggiore efficacia in Puntland, che sono due regioni autonome che hanno già il controllo di parte del territorio. Bisogna riportare le regole, quindi l’intensificazione dei rapporti diplomatici e delle missioni che effettivamente riportino una sorta di statualità in Somalia.

D. - La Somalia è rappresentata come una nazione abbandonata a se stessa, ai pirati. È solo questo il suo volto?

R. - C’è una classe sociale molto forte di persone che sarebbe interessata a questo cambiamento. Purtroppo comandano le armi, tanto è vero che l’embargo delle armi - che è operante da tanti anni - in effetti non viene rispettato e continua ad essere una regione, un buco nero, da cui purtroppo passa ancora di tutto.








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