Pace, libertà religiosa e dialogo tra le sfide del Sinodo dei Vescovi per il Medio
Oriente
“Dare la massima visibilità alla Chiesa cattolica in questa regione così vitale nella
storia del cristianesimo, che pure da 2000 anni è attraversata da tensioni, conflitti,
rivolgimenti religiosi e politici”. Così l'arcivescovo Nikola Eterović, Segretario
generale del Sinodo dei vescovi, spiega al sito Terrasanta.net l’importanza del prossimo
Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente che si terrà in Vaticano dal 10 al 24 ottobre.
Nell’intervista, ripresa dall'agenzia Sir, il segretario del Sinodo parla delle novità
di questa Assemblea speciale in cui l’arabo sarà “una delle lingue ufficiali”. Secondo
il presule, sarà ricordato anche il ruolo della letteratura arabo-siriaca non solamente
nelle tradizioni delle Chiese orientali ma anche nella formazione della cultura araba.
Le comunità cristiane arabe – ricorda mons. Eterović - rappresentano un ponte naturale
con l’islam. Altro tema è quello dell’educazione nella fede ed un ruolo particolare
sarà riservato ai giovani. È molto importante che essi conoscano la Bibbia, sia l'Antico
che il Nuovo Testamento. Questo avrà anche dei riflessi sul dialogo essenziale con
l’ebraismo, che è uno dei grandi obiettivi del Sinodo, così come lo è il dialogo difficile
ma necessario con l’islam”. Tra le sfide che i cristiani devono affrontare in questa
regione, il Sinodo affronterà quella della mancanza di libertà di religione che non
si concilia con l’esigenza di testimonianza del Vangelo. “L’auspicio – spiega l’arcivescovo
- è che si possa raggiungere la pace nella giustizia, e che il Sinodo possa segnare
un passo avanti in questa direzione: se siamo autentici discepoli di Cristo, siamo
anche operatori di pace. I cristiani, pur essendo una minoranza – prosegue mons. Nikola
Eterović -, possono dare un contributo formidabile nel cambiamento delle mentalità,
a cominciare dal cuore riconciliato con Dio e con il prossimo e alla costruzione di
una regione pacifica. Pur non avendo pretese politiche nell’assise sinodale che è
di natura pastorale, - conclude mons. Eterović - non si potrà evitare di parlare anche
di come migliorare concretamente la situazione di grande difficoltà in cui vivono
i cristiani in molti Paesi”. (M.G.)