Le alluvioni spazzano il nord della Nigeria. A rischio il raccolto
È emergenza alluvioni in tre Stati del nord della Nigeria, dove centinaia di migliaia
di persone sono state colpite in vario modo dalle piogge torrenziali che da settimane
imperversano nella regione. Il portavoce della Croce Rossa della Nigeria, parlando
all’agenzia Misna, ha detto che al momento la situazione più critica si registra nello
Stato di Sokoto, al confine con il Benin, dove piogge torrenziali e alluvioni hanno
causato 20 vittime e colpito in vario modo 332.000 persone. In questa regione, per
lo più nel distretto di Goronyo, gli sfollati sono 50.000. Nell’area sono stati allestiti
decine di campi di accoglienza improvvisati per accogliere i senzatetto mentre le
scuole sono state trasformate in centri di accoglienza. La situazione sanitaria è
grave perché gli sfollati sono privi di cibo, di acqua potabile e di servizi igienici.
Si teme la diffusione di epidemie di colera e di malaria. Precipitazioni molto superiori
alla norma stagionale hanno spazzato anche il vicino stato di Kebbi, sul versante
sud della frontiera con il Niger, e più a oriente lo stato di Jigawa. Resta difficile,
almeno per ora, valutare le dimensioni di questa terza emergenza. Nei giorni scorsi
il governatore di Jigawa aveva sostenuto che, anche a causa di alcuni errori nella
gestione di due dighe sul fiume Hadejia, gli sfollati erano due milioni. Cifre e versioni
non confermate dai responsabili della Croce Rossa nigeriana, che pure definiscono
“critica” la situazione. “Di certo – sottolinea Soremekun – c’è che migliaia di persone
hanno trovato rifugio nei campi per sfollati e negli edifici scolastici di due città,
Marakawa e Sintilmawa”. La Croce Rossa sta inviando tonnellate di riso e di miglio,
ma anche tende, vestiti e zanzariere. Preoccupa la diffusione di malattie come malaria
e colera, caratteristiche degli ambienti umidi e insalubri. Alla “grave crisi umanitaria”
nel nord della Nigeria ha fatto riferimento ieri anche Benedetto XVI, durante l’Udienza
generale del mercoledì in Vaticano. Secondo le fonti dell'agenzia Misna i prossimi
mesi saranno molto difficili, anche perché le alluvioni hanno devastato decine di
migliaia di ettari di terreni coltivati a poche settimane dal raccolto. La devastazione
delle colture rischia inoltre di provocare un rincaro dei prezzi delle derrate alimentari.
La regione infatti, grazie al suo sistema di opere idriche, fornisce la maggior parte
del cibo prodotto nel Paese, una parte del quale viene esportato nei Paesi vicini,
a loro volta colpiti di recente da una forte penuria alimentare. (M.G.)