Il Papa si congeda da Castel Gandolfo ricordando San Girolamo: "ignorare le Scritture
è ignorare Cristo"
Accogliamo e viviamo ogni giorno, con semplicità e gioia, la Parola di Dio: è l’invito
lanciato dal Papa, ieri pomeriggio, in occasione del congedo dal personale delle Ville
Pontificie di Castel Gandolfo. Benedetto XVI lascerà oggi pomeriggio la sua residenza
estiva nella cittadina laziale per il rientro definitivo in Vaticano. Il servizio
di Sergio Centofanti.
Il Papa
esprime la sua viva riconoscenza al personale delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo
per il servizio svolto durante il suo soggiorno estivo. In particolare ha rivolto
il suo ringraziamento al direttore, il dott. Saverio Petrillo. Nel suo saluto ha ricordato
l’odierna memoria liturgica di San Girolamo, dottore della Chiesa del IV secolo, che
pose “al centro della propria vita la Bibbia”, che tradusse in latino, la celebre
Vulgata. L’esortazione del Papa è a mettersi, come San Girolamo, “in docile ascolto
della Parola di Dio”, una “Parola che illumina, orienta, difende, consola, soccorre”:
“Questo eminente dottore della Chiesa ammoniva che «ignorare le
Scritture è ignorare Cristo». Perciò, è fondamentale che ogni cristiano viva in contatto
e in dialogo personale con la Parola di Dio, donataci nella Sacra Scrittura, leggendola
non come parola del passato, ma come Parola viva, che si rivolge oggi a noi e ci interpella”. “Ogni
cristiano – ha proseguito il Papa - è chiamato ad accogliere e a vivere ogni giorno,
con semplicità e gioia, la Parola di verità che il Signore ci ha comunicato”:
“Ciascuno
possa conoscere e assimilare sempre più profondamente la Parola di Dio, stimolo e
sorgente della vita cristiana per tutte le situazioni e per ogni persona. La Vergine
Santa è modello di questo ascolto obbediente: imparate da Lei!”.
Il
Papa aveva dedicato a San Girolamo l’udienza generale del 7 novembre del 2007 ricordando
le due dimensioni del nostro rapporto con la Parola di Dio: dimensione personale,
in quanto messaggio per ciascuno di noi, e comunitaria “per non cadere nell’individualismo”.
Benedetto XVI aveva quindi spiegato come leggere la Bibbia:
"Dobbiamo
leggerla in comunione con la Chiesa viva …Non dobbiamo mai dimenticare che la Parola
di Dio trascende i tempi. Le opinioni umane vengono e vanno. Quanto è oggi modernissimo,
domani sarà vecchissimo. La Parola di Dio, invece, è Parola di vita eterna, porta
in sé l'eternità, ciò che vale per sempre. Portando in noi la Parola di Dio, portiamo
dunque in noi l'eterno, la vita eterna". (Udienza generale del 7 novembre 2007)