Progressi nel Sud del mondo nell'accesso alle cure contro l'Aids
In molti Paesi del Sud del mondo sono stati compiuti progressi significativi nell’accesso
ai servizi contro la diffusione dell’Hiv, il virus responsabile sindrome da immunodeficienza
acquisita (Sida/Aids), secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite. Tra i risultati
più importanti nei Paesi a basso e medio reddito, risulta che nel 2009, 15 Paesi inclusi
Botswana, Guyana e Sudafrica, erano in grado di fornire ad oltre l’80% delle donne
sieropositive in gravidanza i servizi e le medicine per prevenire la trasmissione
da madre a figlio dell’Hiv; 14 Paesi, inclusi il Brasile, la Namibia e l’Ucraina,
hanno fornito i trattamenti per l’Hiv ad oltre l’80% dei bambini sieropositivi che
ne avevano bisogno; otto Paesi, inclusi Cambogia, Cuba e Rwanda, hanno raggiunto l’obiettivo
dell’accesso universale ai farmaci antiretrovirali per gli adulti. “Diversi Paesi
in ogni parte del mondo stanno dimostrando che l’accesso universale è raggiungibile.
Ma a livello globale - riferisce l'agenzia Misna - rimane un obiettivo disatteso.
E noi dobbiamo unire le forze per renderlo una realtà in tutto il mondo nei prossimi
anni", ha detto il Dottor Hiroki Nakatani, Assistente del direttore generale per l’Hiv/Aids,
tubercolosi, malaria e le malattie tropicali dimenticate presso l’Organizzazione Mondiale
della Sanità (Oms)". Gli importanti progressi compiuti in Africa orientale e meridionale,
la regione maggiormente colpita dall’Hiv, sono motivo di speranza: in questa regione,
la copertura per il trattamento è aumentata dal 32% al 41% in un anno e metà delle
donne in gravidanza erano in grado di avere accesso ai test e ai consultori nel 2009.
(R.P.)