Italia: oggi il voto di fiducia al governo Berlusconi
In Italia, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, rivendica l’impegno di
rigore nella crisi e parla di federalismo come di collante della società. Il premier
ha parlato stamani alla Camera dove chiede il voto di fiducia sul governo, che si
svolgerà nel tardo pomeriggio. Dopo mesi di tensioni all’interno della maggioranza,
si contano i voti per continuare la legislatura. Berlusconi parla di “legittimo dibattito
nella maggioranza” e afferma che non c’è alternativa al governo attuale. Il servizio
di Fausta Speranza:
Berlusconi
chiarisce la sua idea di federalismo: sarà cerniera unificante del Paese e non ci
saranno divisioni tra nord e sud. È uno dei primi punti che il premier ribadisce dopo
aver rivendicato meriti all’operato del governo. Per affrontare la crisi economica
internazionale, “l'Italia aveva bisogno di rigore e credibilità e lo ha fatto
mantenendo in ordine i conti pubblici e salvaguardando i redditi delle famiglie",
dice il capo del governo al Paese, assicurando di aver evitato licenziamenti
di massa. Un elogio anche per l'azione del governo per garantire la sicurezza dei
cittadini. Parole sulla lotta contro la mafia, poi critiche a quella che definisce
la politica giudiziaria: “La giustizia è un pilastro fondamentale dello Stato di diritto.
L'uso politico – afferma Berlusconi – è un elemento di squilibrio”. Su questi punti,
in aula gli applausi di Pdl e Lega e le proteste dell’opposizione. Dunque, Berlusconi
chiede la fiducia per ripartire: si tratta – spiega – di dare un senso a questa legislatura
che negli auspici di molti era considerata costituente”. Da parte sua, il premier
avverte: “Vedo troppo odio in giro, un odio che può armare la mano dell'eversione”.
Quindi, dice di impegnarsi a tessere di nuovo il tessuto nazionale, chiedendo di ripartire
ma “senza compromessi al ribasso”. “Ciascuno deve fare la sua parte – afferma – con
senso di responsabilità e praticando il rispetto dell'avversario al posto della faziosità.
I governi democratici – afferma – traggono il loro buon agire dal consenso, tra parlamento
e il governo non possono esserci contrapposizionì. Su questo punto aggiunge: C'è una
simbiosi tra il governo e il parlamento sia pur nella distinzione dei ruoli. Un’altra
raccomandazione sul piano istituzionale: La minoranza – sottolinea – “deve avere rispetto
per la legittimità della maggioranza e del governo”. Resta da dire che è netto il
giudizio negativo del segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che taglia corto: “il
discorso è incommentabile”. Altri esponenti dell’opposizione parlano di “bugie” e
di un discorso che è uno “spot”. Il leader del centro Casini lo definisce un discorso
da primo giorno di scuola. Per quanto riguarda i deputati legati a Fini, i cronisti
hanno notato che non si sono uniti agli applausi.
In Irlanda attesa
per il piano di salvataggio della Banca Anglo Irish L'Irlanda domani dovrebbe
annunciare un nuovo piano di salvataggio per Anglo Irish, la banca in profondo rosso
che sta facendo salire i premi di rendimento irlandesi a livelli record. Dublino –
scrive il Financial Times – avrebbe preso atto dell'allarme nei mercati e si sarebbe
decisa per un'ulteriore iniezione di capitali da cinque miliardi di euro, che sommati
alla cifra precedentemente stanziata porterebbe a 30 miliardi il conto da pagare per
salvare l'istituto di credito nazionalizzato. Una cifra poco al di sotto dei 35 miliardi
previsti da Standard & Poor's, che di fronte ai costi crescenti e alle difficoltà
nel rassicurare i mercati, ieri ha minacciato un nuovo taglio del rating sovrano
irlandese. Il Ft sottolinea che mentre gli spread irlandesi toccano nuovi record,
i rendimenti pagati dai titoli di Stato del Paese sono agli stessi livelli che la
Grecia presentava a inizio aprile: un mese dopo, Atene dovette ricorrere all'aiuto
finanziario del Fondo monetario internazionale, dell'Unione europea e della Banca
centrale europea.
A Bruxelles sfilano i sindacati europei: il lavoro sia
la priorità dei governi Migliaia di lavoratori, di disoccupati, di pensionati
sono in arrivo da stamattina a Bruxelles per partecipare alla manifestazione promossa
dai sindacati europei e che ha come slogan “No all'austerità, priorità per il lavoro
e la crescita”. I manifestanti sono diretti verso la stazione di Midi, dove alle 13
è prevista la partenza del corteo che marcerà verso il quartiere delle istituzioni
comunitarie, arrivando nel primo pomeriggio sulla grande spianata del Parco del Cinquantenario.
Cinque treni speciali e decine di bus, provenienti da tutta Europa, sono stati organizzati
dalla Confederazione dei sindacati europei (Ces), che prevede almeno 100 mila partecipanti
a questa giornata di azione (“The action day”), contro – sostengono – una ripresa
senza lavoro costruita sulle difficoltà più deboli e a scapito della creazione di
posti di lavoro. I sindacati europei intendono “dare voce” alle inquietudini sulla
situazione economica e sociale europea, dove il tasso di disoccupazione si attesta
ormai al 10%, con punte del 20% in Paesi come la Spagna. In testa al corteo ci saranno
le delegazioni di 50 organizzazioni sindacali di 30 Paesi europei. La giornata di
protesta di Bruxelles si aggiunge a quella organizzata in molti altri Paesi europei.
Primo
sciopero generale in Spagna nell’era Zapatero La Spagna è alle prese oggi con
il primo sciopero generale dell'era Zapatero, convocato dai due principali sindacati
Ugt e Ccoo contro la riforma del mercato del lavoro. In numerose città come Cadice
e Bilbao, i cortei inizieranno a mezzogiorno, ma a Madrid la manifestazione, che attraverserà
il centro, è prevista per le 18.30. Lo sciopero generale di oggi è il quinto della
storia della Spagna democratica. Il Paese è al centro della crisi fiscale europea:
domani è attesa una finanziaria rigorosa. Zapatero, alle prese con una disoccupazione
del 20%, ha tagliato gli stipendi dei funzionari pubblici e ha congelato le pensioni
per riportare sotto controllo il deficit. Ma al centro dello sciopero c'è la riforma
del mercato del lavoro, che diminuisce le indennità di licenziamento.
Proseguono
i colloqui nell’ambito del processo di pace israelo-palestinese Gli sforzi
di pace fra israeliani e palestinesi proseguono: lo hanno confermato oggi il premier
ebraico, Benyamin Netanyahu, e l'emissario statunitense, George Mitchell, che domani
avrà un nuovo colloquio con il presidente dell'Anp, Abu Mazen (Mahmud Abbas). Nell'incontro
odierno (avvenuto a Cesarea, a nord di Tel Aviv), Netanyahu ha fatto rilevare a Mitchell
che nelle trattative con i palestinesi in Israele “ci sono dubbi e ostacoli”, ma ha
poi subito ribadito di essere egualmente determinato “a condurre Israele verso la
pace: “una pace che garantisca la sicurezza di Israele e i suoi interessi nazionali”.
In
Afghanistan per 5 milioni di bambini andare a scuola è troppo rischioso Cinque
milioni di bambini non possono frequentare le scuole in Afghanistan per problemi legati
alla sicurezza. Lo ha dichiarato il ministro della Pubblica istruzione afghano, Ghulam
Farooq Wardak. Intervenendo ad un seminario a Kabul sull'alfabetizzazione della popolazione
in cui ha preso la parola anche il presidente, Hamid Karzai, Wardak ha sostenuto che
molte scuole sono chiuse trovandosi in zone dove la presenza di talebani e di truppe
della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato)
genera pericolose tensioni. Nel complesso, ha sottolineato, “in Afghanistan gli analfabeti
sono almeno dieci milioni”, e per questo il governo ha progettato offensiva, cui dovrebbero
collaborare anche gli ulema e i responsabili delle moschee, per permettere ad un milione
di persone l'anno di abbandonare l'analfabetismo. Ieri, nell’Afghanistan meridionale
un soldato della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando
Nato) è morto.
Violenze nel sud della Thailandia Cinque abitanti
di un villaggio nel sud della Thailandia sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco.
Si tratta dell'ultimo di una serie di attacchi attribuibili ai ribelli separatisti
nella regione al confine con la Malaysia. Martedì notte, almeno cinque uomini armati,
a bordo di un pick-up, hanno aperto il fuoco sugli abitanti di un villaggio e sui
venditori di frutta nella provincia di Pattani, uccidendo quattro uomini e una donna.
Altre tre persone sono rimaste ferite, fra le quali una bambina di 10 anni e un bambino
di otto.
Operazioni di polizia in Daghestan Dieci guerriglieri sono
stati uccisi in Daghestan in due differenti operazioni speciali, la prima alla periferia
della capitale Makhachkala e la seconda a Kaspisk. Lo riferiscono le agenzie russe,
citando il Dipartimento locale dei servizi segreti (Fsb). Ieri, altri quattro poliziotti
erano stati uccisi ed un altro era rimasto ferito nella Repubblica ex sovietica ad
opera di due sconosciuti che avevano sparato raffiche di mitra all'interno del bar
dove i poliziotti erano riuniti.
Medvedev presto nelle Isole Curili, oggetto
di contesa tra Russia e Giappone Il leader del Cremlino, medvedev, ha annunciato
oggi che visiterà presto le Isole Curili, oggetto di una storica contesa territoriale
del suo Paese con il Giappone. Medvedev ha parlato dalla Kamciatka, nell'Estremo Oriente
russo. Servizio di Marco Onali:
“Ci vado
senz'altro. Le Isole Curili sono una regione molto importante per la Russia. Ora purtroppo
c'è brutto tempo, ma lo farò presto": è questa la dichiarazione del presidente russo,
Dmitri Medvedev, che rischia di far scoppiare una crisi diplomatica tra Giappone e
Russia. Alla dichiarazione di Medvedev, infatti, ha risposto il portavoce del ministro
degli Esteri di Tokyo, affermando che il primo ministro russo non è il benvenuto e
che una sua visita darebbe un duro colpo di assesto alle relazioni bilaterali. Oggetto
della contesa tra i due Paesi, l’arcipelago delle Curili, un gruppo di isole, circa
60, tra la penisola di Kamciatka, nell’estremo est della Russia, e l'isola di Hokkaido,
nel nord del Giappone. Le isole, rivendicate da entrambe i Paesi, sono abitate complessivamente
da 10.000 persone e basano la loro economia sulla pesca. I due Paesi non sono tuttavia
nuovi a rivendicazioni del genere: fu, infatti, la Russia nel 1857 a regalare l’arcipelago
al Giappone in cambio dell’isola di Sachalin, ma, nel 1945, al termine del secondo
conflitto mondiale, l’oramai Unione Sovietica decise di occuparne nuovamente il territorio.
L’occupazione sovietica creò un gelo nei rapporti tale che, tutt’ora, non è stato
ancora firmato il trattato di pace. Nel 2008 poi, il Giappone tornò a rivendicare
la sovranità sulle Isole Curili, chiamate dalle autorità di Tokyo "Territori del Nord",
e nello specifico una decina di scogli, ricominciando lo scambio di note tra i due
Ministeri degli esteri. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 272
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