Un Papa mite e fermo, fedele alla tradizione e aperto al rinnovamento: 32 anni fa
si spegneva Giovanni Paolo I
Trentandue anni fa, il 28 settembre 1978, si spegneva Papa Albino Luciani, dopo appena
33 giorni di Pontificato: aveva 65 anni. Un tempo brevissimo ma intenso che gli è
valso l’affetto della gente, di credenti e non credenti. Benedetto XVI lo ha definito
più volte come un uomo “dolce e mite” e nello stesso tempo “forte nella fede, fermo
nei principi, ma sempre disponibile all’accoglienza e al sorriso”. Ce ne parla Sergio
Centofanti.
“Fedele alla
tradizione e aperto al rinnovamento”: così Benedetto XVI ricorda Giovanni Paolo I.
“Da sacerdote, da vescovo e da Papa – sottolinea - fu instancabile nell’attività pastorale,
stimolando costantemente clero e laicato a perseguire, nei vari campi dell’apostolato,
l’unico e comune ideale della santità. Maestro di verità e catecheta appassionato,
a tutti i credenti ricordava, con l’affascinante semplicità che gli era solita, l’impegno
e la gioia dell’evangelizzazione, sottolineando la bellezza dell’amore cristiano,
unica forza in grado di sconfiggere la violenza e costruire un’umanità più fraterna”.
Ma è l’umiltà – afferma Benedetto XVI – la caratteristica principale di Giovanni Paolo
I: “Humilitas”, in effetti, era il suo motto episcopale, una “parola che sintetizza
l’essenziale della vita cristiana e indica l’indispensabile virtù di chi, nella Chiesa,
è chiamato al servizio dell’autorità”:
“In una delle quattro Udienze
generali tenute durante il suo brevissimo pontificato disse tra l’altro, con quel
tono familiare che lo contraddistingueva: ‘Mi limito a raccomandare una virtù, tanto
cara al Signore: ha detto: imparate da me che sono mite e umile di cuore … Anche se
avete fatto delle grandi cose, dite: siamo servi inutili’. E osservò: ‘Invece la tendenza,
in noi tutti, è piuttosto al contrario: mettersi in mostra’ (Insegnamenti di Giovanni
Paolo I, p. 51-52). L’umiltà può essere considerata il suo testamento spirituale.
Grazie proprio a questa sua virtù, bastarono 33 giorni perché Papa Luciani entrasse
nel cuore della gente”. (Angelus del 28 settembre 2008)
Uno dei
passi del Vangelo preferiti da Giovanni Paolo I era l’appello di Gesù: “se non vi
convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli”:
“‘Dobbiamo
sentirci piccoli davanti a Dio’, disse in quella medesima Udienza. E aggiunse: ‘Non
mi vergogno di sentirmi come un bambino davanti alla mamma: si crede alla mamma, io
credo al Signore, a quello che Egli mi ha rivelato’ (ivi, p. 49). Queste parole mostrano
tutto lo spessore della sua fede. Mentre ringraziamo Dio per averlo donato alla Chiesa
e al mondo, facciamo tesoro del suo esempio, impegnandoci a coltivare la sua stessa
umiltà, che lo rese capace di parlare a tutti, specialmente ai piccoli e ai cosiddetti
lontani”. (Angelus del 28 settembre 2008)
Benedetto XVI ricorda
infine la devozione che Albino Luciani nutriva verso la Madonna:
“Quando
era Patriarca di Venezia ebbe a scrivere: ‘È impossibile concepire la nostra vita,
la vita della Chiesa, senza il rosario, le feste mariane, i santuari mariani e le
immagini della Madonna’. E’ bello accogliere questo suo invito e trovare, come egli
fece, nell’umile affidamento a Maria il segreto di una quotidiana serenità e di un
fattivo impegno per la pace nel mondo”. (Discorso dell’8 ottobre 2006)