Haiti verso le elezioni: resta drammatica la situazione degli sfollati
Una violenta ondata di maltempo si è abbattuta su Haiti, devastando le tendopoli dove
tutt'ora vivono oltre un milione di sfollati del terremoto dello scorso gennaio e
provocando la morte di cinque persone, tra cui due bambini. Un evento che ha reso
ancora più difficili le condizioni di vita degli haitiani impegnati in una difficile
opera di ricostruzione. Un contesto che non ha tuttavia fatto rimandare l’importante
appuntamento elettorale di novembre al fine di ricostituire le istituzioni dell’isola
caraibica. Per un aggiornamento sulla situazione del Paese Stefano Leszczynski
ha intervistato Freya Raddi, coordinatrice in Italia di Medici senza frontiere
per le operazioni ad Haiti.
R. – Le prime
notizie che ho ricevuto sono state di morti appunto, ovviamente di feriti, nelle zone
dove, comunque, la presenza di sfollati è ancora molta, e parlo soprattutto delle
zone della città di Delmas, Croix de Bouquetes, Club e Chantemas.
Quest’ultima tempesta che ha colpito il Paese non ha di certo aiutato quelle migliaia
di persone che sono ancora in condizioni molto vulnerabili e precarie, visto che comunque
gli sfollati che abitano tuttora ad Haiti in tende sono ancora molti.
D.
– Ad otto mesi dal terremoto, soltanto il 15 per cento degli aiuti promessi è poi
effettivamente arrivato sull’isola...
R. – Quello che ho visto nella
mia ultima visita ad Haiti è che ci sono sì dei gruppi che si stanno muovendo per
ripulire questa città da tutte le rovine, che sono ancora lì ben visibili, però è
scioccante il fatto di vedere che a distanza di quasi otto mesi non ci sia una ricostruzione
più veloce, vista comunque la quantità di aiuti anche finanziari che sono comunque
stati dati, per quanto riguarda la ricostruzione dell’isola. Noi nel nostro piccolo,
con i nostri progetti, cerchiamo comunque di migliorare un accesso alla salute di
questa popolazione, che comunque ha sempre vissuto in condizioni abbastanza critiche.
D.
– Una situazione che lascia poco spazio anche alla ricostruzione sociale del Paese.
Con le elezioni alle porte forse è un periodo assai difficile per pensare a delle
scelte politiche che non siano quelle della quotidianità...
R. – Sì,
perché le elezioni sono state confermate comunque il 28 novembre. Quindi, si entra
in una fase politica che potrebbe essere comunque una fase molto delicata. Insomma,
storicamente, Haiti, durante il periodo delle elezioni può comunque generare un ambiente
abbastanza violento, che non aiuta certo la situazione della popolazione in questo
momento. E si spera comunque che le elezioni vadano in maniera positiva e che ci sia
comunque un’atmosfera positiva e un’atmosfera calma, che poi agevoli anche una formazione
di governo e comunque una ripresa della vita quotidiana con il nuovo scenario politico,
per poi accelerare la ricostruzione all’interno dell’isola.