El Salvador: la Chiesa appoggia la richiesta di aiuto internazionale contro il crimine
La Chiesa di El Salvador appoggia la richiesta del presidente Mauricio Funes, avanzata
in questi giorni all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, affinché la Comunità
internazionale aiuti il Paese e l’intera regione centroamericana nella lotta contro
il crimine organizzato. Ad affermarlo, ieri, l’arcivescovo di San Salvador, mons Luis
Escobar Alas, nel suo tradizionale incontro domenicale con la stampa alla fine della
celebrazione eucaristica. L’argomento, in queste settimane, è stato al centro del
dibattito non solo in El Salvador ma anche in Guatemala, Honduras e Messico, con diversi
vescovi che hanno ribadito a più riprese l’urgente bisogno di questo sostegno. Dal
canto suo l’arcivescovo Escobar Alas ha ribadito come da sempre la Chiesa locale abbia
insistito sulla necessità di chiedere aiuto alla Comunità internazionale per combattere
il crimine, la violenza e anche la povertà. Il nostro è un Paese “povero e piccolo
– ha spiegato - e perciò abbiamo bisogno del sostegno internazionale per risolvere
i nostri problemi e dunque ci sembra opportuno e ragionevole la richiesta che ha fatto
il presidente”. Il presule, inoltre, ha ricordato i numerosi appelli lanciati da Benedetto
XVI in diverse circostanze, e recentemente parlando alla Westminster Hall a Londra,
affinché di fronte a problemi comuni che coinvolgono tutti, si agisca sempre come
“una famiglia di nazioni” e “i Paesi si aiutino reciprocamente”. “Ci auguriamo che
l’appello fatto dal presidente non rimanga inascoltato”, ha concluso mons. Escobar
Alas facendo poi riferimento ad un’altra questione che riguarda la libertà di stampa
in El Salvador. Recentemente la Corte suprema ha pubblicato una sentenza relativa
ad un controverso articolo legislativo considerato da più parti come lesivo del diritto
costituzionale che stabilisce la piena libertà di stampa nel Paese. La Corte ha ribadito
il carattere costituzionale della libertà di stampa e dunque l’impossibilità di modificare
alcune parti dell’articolo 191. “Quando la Corte dichiara che questo testo non può
essere toccato - ha affermato l’arcivescovo di San Salvador - in altre parole dice
che le leggi secondarie possono essere modificate, ma senza snaturare i criteri e
i principi costituzionali”. Ricordando che i giornalisti possono continuare a fare
il loro dovere senza il pericolo di finire in galera perché accusati di violare la
privacy, il presule ha voluto rinnovare agli operatori del settore il suo appello
alla serietà e alla responsabilità affinché questa libertà non diventi libertinaggio.
“Un giornalista serio deve ricordare sempre – ha concluso - che raccontare la verità
implica anche il rispetto e l’onorabilità delle persone”. (A cura di Luis Badilla)