Cattolici e buddisti coreani: la donazione degli organi contro la cultura della morte
Sull’esempio del cardinale Stefano Kim Sou Hwan, cattolici, buddisti e medici coreani
promuovono la donazione degli organi tra la popolazione, attraverso il Korea Donate
Life Network (Kodonet). Presente nelle principali città del Paese, la rete ha lo scopo
di collegare fra loro donatori e fruitori del trapianto e di pubblicizzare la donazione
di organi. La cerimonia di inaugurazione del network, - riferisce l'agenzia AsiaNews
- si è tenuta nei giorni scorsi a Seul, davanti alle sede dell’Università Dong-Guk,
uno dei più inportanti atenei buddisti di Corea. L’iniziativa è proposta da tre organizzazioni
non governative: One-Body One spirit Movement (Osob), organizzazione cattolica dell’arcidiocesi
di Seoul fondata dal cardinale Kim; la Buddhist-operated Life Share Association ,
e Vitallink, organizzazione di medici specializzati in trapianto di organi. Il-myon,
monaco buddista e direttore della Buddhist-operated Life Share Association afferma:
“Donare un organo può diventare una grande gesto di comunione con cui si regala una
speranza e un sogno di una nuova vita a qualcun altro. Prego – ha aggiunto – affinché
la cultura della donazione degli organi si diffonda nella nostra società grazie alla
creazione di questa rete. In Corea del Sud, la donazione degli organi non è ancora
molto diffusa. La scelta del cardinale Kim di donare le proprie cornee dopo la morte
- avvenuta il 16 febbraio 2009 – ha generato però un piccolo cambiamento, almeno fra
i cattolici. Da febbraio a dicembre 2009, oltre 3825 coreani hanno scelto di iscriversi
come donatori, presso l’apposito centro creato dall’arcivescovo di Seoul davanti alla
cattedrale Myong Don. All’inaugurazione del Kodonet, oltre 1000 persone hanno partecipato
alla marcia per promuovere la speranza e la condivisione della vita attraverso la
donazione di organi. (R.P.)