Medio Oriente: oggi scade la moratoria delle colonie ebraiche. Segnali di riconciliazione
tra Hamas e Fatah
In Medio Oriente, prosegue senza sosta la mediazione statunitense a poche ore dalla
scadenza della moratoria che impedisce ai coloni ebraici di costruire nuovi insediamenti
in Cisgiordania. La decisione israeliana rischia di compromettere l’andamento dei
colloqui di pace con i palestinesi, avviati all’inizio di settembre. Il servizio è
di Eugenio Bonanata:
Il governo
israeliano lavora per un compromesso in vista della scadenza prevista per mezzanotte.
In queste ore prevale la linea del silenzio, voluta dal premier Netanyahu, che ha
chiesto ai coloni di non organizzare manifestazioni. Qualcuno, come il ministro della
Difesa, Barak, si espone e dice che c’è il 50 per cento delle possibilità di un accordo.
Secondo la radio militare israeliana, oggi non ci sarà alcun annuncio: l’obiettivo
è quello di raggiungere un intesa con gli Stati Uniti e i palestinesi evitando nello
stesso tempo lo stop delle costruzioni negli insediamenti. Questo permetterebbe la
prosecuzione dei negoziati, come vuole la diplomazia statunitense che è scesa in campo
per evitare l’abbandono del tavolo da parte palestinese. Il presidente, Abu Mazen,
che ieri ha incontrato a New York l’emissario Usa per il Medio Oriente, Mitchell,
in questi giorni ha mostrato segnali d’insofferenza. Tuttavia, sul fronte interno
è riuscito ad ottenere un risultato importante. La notte scorsa, i suoi uomini di
fiducia di al Fatah hanno incontrato a Damasco, in Siria, una delegazione dei rivali
di Hamas, guidata dall’ispiratore politico del gruppo, Khaled Meshaal, per firmare
un primo documento di riconciliazione nel quale le parti affermano il superamento
di alcune controversie. Da Gaza, intanto, si chiede di abbandonare immediatamente
il dialogo con gli israeliani, che, secondo alcuni esponenti di Hamas, non vogliono
la pace. Abu Mazen ha escluso un ritorno all’Intifada e ha fatto sapere che deciderà
nei prossimi giorni, chiamando in causa anche la Lega Araba alla qualei ha chiesto
una riunione d’urgenza per la fine della prossima settimana.
Somalia Appello
del presidente somalo, Sharif Sheikh Ahmed, alla comunità internazionale per affrontare
la minaccia dei ribelli islamici di al Shabaab, che – ha detto – mirano a fare del
Paese una base di Al Qaeda. Nel corso del suo intervento all’Assemblea Generale dell'Onu,
il capo di Stato ha chiesto al Consiglio di sicurezza di approvare una risoluzione
forte per fermare questo progetto. Intanto, a pochi giorni dalle dimissioni del primo
ministro somalo Sharmarkem, anche un gruppo islamico moderato ha ritirato il proprio
appoggio all’esecutivo chiedendo la convocazione urgente di un conferenza di riconciliazione
che dia a tutti i somali “un’autorità effettiva in grado di liberare il Paese dai
terroristi e dai combattenti stranieri”.
Iran L’Iran potrebbe sospendere
la sua produzione di uranio arricchito al 20% se la comunità internazionale garantirà
la fornitura di combustibile nucleare per un reattore con finalità mediche che si
trova a Teheran. L’apertura è del presidente Ahmadinejad, che ieri ha tenuto una conferenza
stampa a New York. Oggi, dall’Iran sono arrivate nuove critiche all’indirizzo dell’Agenzia
internazionale per l’Energia atomica, l’Aiea. Il capo dell’organizzazione iraniana
per l’energia nucleare, Ali Akbar Salehi, ha accusato la struttura di essere influenzata
dalle potenze occidentali e quindi di essere parziale a svantaggio del Paese islamico.
Yemen Nello
Yemen l’esercito regolare ha ripreso il controllo della città di Huta, nella zona
sud-est del Paese, finita in mano ad Al Qaeda la settimana scorsa. L’annuncio ufficiale
è arrivato ieri, mentre nella capitale Sanaa due uomini armati hanno attaccato un
autobus con a bordo agenti dell’intelligence.
Mali-Al Qaeda Sono
vivi i sette ostaggi, tra cui cinque cittadini francesi, rapiti in Niger lo scorso
16 settembre da Al Qaeda nel Maghreb islamico. Parigi ha confermato questa notizia
diffusa da una fonte del Mali, precisando che gli ostaggi si trovano nella zona nord
del Paese. Intanto, gli Stati Uniti hanno protestato ufficialmente con la Spagna per
il riscatto pagato ai terroristi per ottenere nei mesi scorsi la liberazione in Mali
di tre cooperanti catalani sequestrati in Mauritania.
Pakistan Il
primo ministro pakistano, Gilani, ha cancellato due visite ufficiali in Europa, in
programma la prossima settimana, a causa dell'emergenza inondazioni che continuano
a devastare la nazione. Lo scorso mese, il leader di Islamabad era stato duramente
criticato proprio per essere rimasto in missione all’estero mentre il Paese era nella
fase acuta dell’emergenza.
Grecia In Grecia, prosegue per il 14.mo
giorno consecutivo lo sciopero dei camionisti contro la liberalizzazione del settore.
Oggi, non si segnalano blocchi sulle principali arterie di accesso alla capitale Atene.
Tuttavia, almeno 10 mila containers restano bloccati nei porti del Pireo e di Salonicco
e si teme la penuria di carburante. Le industrie denunciano carenza di materie prime,
mentre gli scaffali nei supermercati cominciano a svuotarsi. Il governo ha avvertito
che non tollererà violazioni della legge.
Cina Russia Il presidente
russo, Medvedev, è giunto stamattina nella città nordorientale cinese di Dalian, prima
tappa della sua visita di tre giorni in Cina. Domani, il leader del Cremlino sarà
a Pechino per incontrare il presidente, Jintao, e il premier, Jiabao. Martedì prossimo,
Medvedev sarà invece a Shangai dove all’Expo sarà il giorno della Russia.
Corea
del Nord La Corea del Nord è a lavoro per preparare una grande parata militare
in occasione del congresso del Partito dei Lavoratori del prossimo 28 settembre, che
dovrebbe gettare le basi della successione del leader im Jong-il, con la designazione
ufficiale del suo terzogenito, Kim Jong-un. L’agenzia Yonhap, citando fonti governative,
riferisce di un imponente numero di truppe e di mezzi giunti in una base militare
di Pyongyang a partire dal 12 luglio scorso. Le stesse fonti parlano del più grande
evento militare mai realizzato nel Paese. (Panoramica internazionale a cura di
Eugenio Bonanata)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana
Anno LIV no. 269
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