2010-09-24 14:52:26

Il cardinale Turkson sugli obiettivi del Millennio: le disuguaglianze allontanano la pace


La globalizzazione ha avvicinato gli uomini ma non li ha resi una famiglia e questa disuguaglianza è una ferita da sanare per eliminare ogni tipo di povertà dal mondo. E’ questo uno dei pensieri con i quali è ripartito da New York il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, che nei giorni scorsi ha preso la parola al Vertice Onu sugli obiettivi di sviluppo del Millennio. Al microfono di Emer Mc Carthy, della redazione inglese della nostra emittente, il porporato fa un bilancio della sua missione al Palazzo di vetro:RealAudioMP3

R. - Certamente la questione della povertà è sempre presente: la diversità, è vero, non si può evitare, ma l'ingiusta distribuzione della ricchezza, termini come “ricchi” e “poveri”, la denominazione “Terzo Mondo”, “Paesi in via di sviluppo”, indicano che c’è questa diseguaglianza nella famiglia umana che deve essere affrontata. Come ha notato il Santo Padre nella sua Enciclica, la globalizzazione ci ha avvicinato senza trasformarci come famiglia. Non ci sentiamo ancora fratelli, non ci sentiamo ancora come membri di una famiglia. Se la pace è necessaria per lo sviluppo, allora questa diseguaglianza contribuisce alla mancanza della pace e, quindi, la presenza dei poveri nella famiglia umana è sempre una sfida. Alcuni lo chiamano “scandalo”. Questo ci invita a cercare di risolvere questa diseguaglianza. Il piano Onu sugli obiettivi di sviluppo del Millennio è un tentativo di risolvere questa diseguaglianza che minaccerà sempre la presenza della pace tra di noi. Per esempio, la diseguaglianza costringe i poveri a emigrare dai propri Paesi. Alcuni conflitti, il traffico di droga e così via dicendo sono tutte questioni sociali che allontanano la pace. Quindi, è molto importante affrontare seriamente la questione della diseguaglianza nella famiglia umana.

A Flaminia Giovanelli, sottosegretario del Pontificio Consiglio giustizia e Pace, Gudrun Sailer – collega della nostra redazione tedesca – ha domandato quale significato rivesta lo stanziamento di 40 milioni di dollari annunciato al Vertice delle Nazioni Unite:RealAudioMP3

R. – E’ segno di una generosità e anche della presa di coscienza da parte della comunità internazionale, di quella che Giovanni Paolo II chiamava “la famiglia delle Nazioni”, del problema della povertà e soprattutto della salute, e mi pare che questo grande stanziamento sia rivolto soprattutto ai 49 Paesi più poveri. Già il sottolineare questa urgenza è un fatto senz’altro positivo. Il fatto che venga devoluto al miglioramento della salute, lì bisogna vedere come verrà tradotto questo stanziamento, perché nell’obiettivo numero cinque al quale mira questo stanziamento – il miglioramento della salute materna – è di raggiungere entro il 2015 l’accesso universale ai sistemi di salute riproduttiva. E noi sappiamo cosa c’è dietro – in realtà – a questi termini, che sembrano innocenti: si sa che la tendenza è quella di limitare il numero delle nascite in cambio di questi stanziamenti. Quindi, è chiaro che è un argomento che lascia molto, molto perplessi. Del resto, è stato anche ribadito dal cardinale Turkson in modo molto efficace, quando ha detto: “Non abbiate paura dei poveri! Non è eliminando i poveri che eliminerete la povertà: bisogna combattere la povertà.

D. – Alcuni leader occidentali hanno ribadito, al Vertice, che anche le Nazioni in via di sviluppo che ricevono fondi devono agire in maniera più determinata per fare progressi …

R. – Questo è fare appello al principio di responsabilità, che è uno dei principi fondamentali per chiunque debba governare. Quindi, molte volte proprio nei Paesi poveri si dice che uno dei primi motivi sia questa cattiva “governance”; poi, all’interno di questo, ci sono i problemi della corruzione … E’ un problema evidente! (Montaggi a cura di Maria Brigini)







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