Piano Onu contro la povertà: insoddisfazione delle Ong
A New York la chiusura del vertice Onu contro la povertà. Il segretario generale delle
Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha annunciato con soddisfazione lo stanziamento record
di 40 miliardi di dollari che saranno impiegati per prevenire la mortalità materna
e infantile nel mondo. Il presidente Statunitense Obama, invece, ha comunicato la
nuova linea della politica americana in tema di aiuti allo sviluppo al fine di raggiungere
i cosiddetti Obiettivi del Millennio. Tuttavia resta l’insoddisfazione delle Organizzazioni
non governative che chiedevano un maggior impegno sul fronte della lotta alla fame
e alla povertà e misure più chiare a difesa della salute e della vita. Ma per un commento
sul comunicato finale del summit Eugenio Bonanata ha intervistato Riccardo
Moro, economista e direttore della Fondazione Cei “Giustizia e solidarietà”:
R. – Onestamente,
ascoltare gli interventi dei leader durante questi tre giorni, a volte, appariva un
po’ stucchevole, perché si ascoltavano parole già sentite in tante, tante occasioni
a fronte delle quali i cambiamenti spesso non sono così visibili e, soprattutto, a
fronte delle quali gli impegni finanziari di aiuto rimanevano nella carta dei verbali,
ma non diventavano realtà. L’annuncio di 40 miliardi è un annuncio positivo ma va
composto con il fatto che è da diversi anni che dovremmo dare come aiuti almeno 150
miliardi e ne riusciamo a dare al massimo 120, per cui compensa a malapena il ritardo
in cui siamo. Sicuramente non basta dare aiuti, sicuramente è necessario avviare processi
e io non vorrei fare una lettura solo negativa perché da questo punto di vista devo
dire che qualche miglioramento c’è stato. Come dire, depotenzierei la retorica e l’enfasi
degli annunci finali, però mi pare interessante il fatto che tutti continuino a dire
che l’appuntamento del 2015 va onorato. Questo potrebbe significare che negli ultimi
5 anni non fosse altro in ragione della grande enfasi mediatica che è stata data a
questo appuntamento si possa vedere un impegno un po’ più concreto.
D.
- Il piano dell’Onu sarà destinato anche alla riduzione della mortalità materna e
infantile ma perché secondo lei si è scelto il discorso della pianificazione delle
nascite?
R. – In qualche caso gli interventi d’aiuto sono fatti attraverso
modelli di controllo delle nascite che io ritengo non rispettino la dignità della
vita. E’ anche però opportuno non fare polemiche laddove non esiste ragione. Spesso
c’è un’attenzione alla maternità e alla paternità responsabile che viceversa è dovuta.
Si tratta di lavorare e di vigilare perché in concreto la destinazione di queste risorse
vada verso interventi che rispettino appunto anche la sacralità della vita.
D.
– Il presidente Obama ha annunciato una nuova politica di aiuti da parte degli Stati
Uniti che ha detto sarà più selettiva. Come valutare questo annuncio?
R.
– L’intervento di Obama è stato ancora una volta un intervento che ha forse monopolizzato
la maggiore attenzione in assemblea. Obama fondamentalmente ha detto che è assolutamente
necessario che siano i Paesi a diventare protagonisti del loro sviluppo, non può lo
sviluppo essere indotto da fuori e che la leva economica è una leva importante per
favorire uno sviluppo che non sia solo economico. In questo ha detto che gli Stati
Uniti metteranno tutto il loro impegno perché il Doha Round dell’Organizzazione mondiale
del commercio vada a compimento. Ricordo che il Doha round è quella serie di accordi
che dal 2002 dovevano essere chiusi in un anno, un anno e mezzo, ma non sono ancora
stati chiusi, e che dovrebbero regolare il commercio internazionale in modo da favorire
l’afflusso di risorse nei Paesi del sud. E’ un impegno importante annunciato dal presidente
Obama: mi pare che gli si possa dare fiducia.