Mons. Balestrero all’Aiea: il mondo sia libero dalle armi nucleari
Il sogno di un mondo libero dalle armi nucleari è ogni giorno più vicino, grazie anche
all’operato dell’Aiea, l’Agenzia internazionale dell’energia atomica che fonda il
suo mandato sui tre pilastri della tecnologia, della sicurezza e della verifica. Molte,
però, sono le sfide che dovrà affrontare ancora in futuro, come ha evidenziato il
sottosegretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati, mons.Ettore
Balestrero, intervenuto alla 54.ma Conferenza generale dell’organismo a Vienna.
Ce lo racconta Roberta Barbi:
Un incoraggiamento
agli sforzi che la comunità internazionale sta compiendo in direzione di un progressivo
disarmo e abbandono delle armi nucleari, “la cui sola presenza minaccia la vita del
pianeta e il processo di sviluppo integrale dell’umanità presente e di quella futura”.
Con queste parole del messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della Pace
2010, mons. Balestrero ha voluto lodare l’operato dell’Aiea, riunita in conferenza
generale a Vienna. La Santa Sede ha sottolineato l’importanza del Trattato di non
proliferazione nucleare, “l’unico strumento legale multilaterale disponibile, teso
a un mondo libero dalle armi nucleari” e ha ribadito che massima priorità deve essere
attribuita alla ratifica dei Protocolli ai trattati sulle zone libere dalle armi nucleari
da parte di tutti gli Stati, soprattutto quelli che possiedono questo tipo di armi.
In particolare, il sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, ha citato l’area
del Medio Oriente, auspicando che diventi una zona libera dalle armi nucleari, un
“esempio migliore della fiducia, della convinzione e dell’affermazione che la pace
e la sicurezza sono possibili senza il possesso di armi atomiche”. La Santa Sede,
poi, ha ricordato come l’Aiea sia un punto di riferimento insostituibile per la cooperazione
internazionale nell’uso dell’energia nucleare a scopi pacifici, per lo sviluppo umano
integrale e per affrontare e vincere grandi sfide nel mondo in via di sviluppo, quali
la fornitura di acqua potabile, lo studio della malnutrizione dei bambini, la diagnosi
e il trattamento di malattie come la radioterapia per il cancro. Un contributo “alla
pace, alla salute e alla prosperità” è quello dell’Aiea, dunque, che persegue quell’ideale
di “ecologia umana”, prerequisito allo sviluppo sostenibile, che stava tanto a cuore
a Giovanni Paolo II: “Mentre ci si preoccupa giustamente di preservare gli habitat
naturali – scriveva il Papa nell’enciclica “Centesimus annus” – ci si impegna troppo
poco per salvaguardare le condizioni morali di un’autentica ‘ecologia umana’”.