2010-09-23 14:14:58

Lettera di padre Lombardi al Financial Times sulla vicenda Ior: semplice malinteso, il Vaticano rispetta le regole della trasparenza finanziaria


Si è trattato di “un malinteso”, che ora è in corso di chiarimento, e in ogni caso il Vaticano agisce con trasparenza nel pieno rispetto “delle norme internazionali sul riciclaggio di denaro”. E’ quanto afferma il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in merito alle indagini aperte nei giorni scorsi dalla Procura di Roma contro i vertici dell’Istituto per le Opere di Religione, per una presunta violazione delle norme antiriciclaggio. Le dichiarazioni del portavoce vaticano sono contenute in una lettera indirizzata al quotidiano britannico Financial Times, che ieri aveva dato risalto alla vicenda con un articolo in prima pagina. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Una lettera perché “non si diffondano informazioni inesatte e non ne rimanga danneggiata l’attività dell’Istituto e il buon nome dei suoi dirigenti”. E’ con questa premessa che padre Lombardi, nella sua veste di direttore della Sala Stampa Vaticana, prende posizione nello scritto indirizzato al Financial Times – e subito pubblicato integralmente sull’edizione on line del quotidiano britannico – circa l’indagine aperta due giorni fa dalla Procura di Roma nei confronti di Ettore Gotti Tedeschi e di Paolo Cipriani, rispettivamente presidente e direttore generale dello Ior, ai quali si contesta una presunta violazione delle norme antiriciclaggio in merito a un movimento di denaro operato su un conto depositato presso un Istituto di credito italiano.

Al Financial Times, che aveva dato enfasi alla vicenda con foto in prima pagina del presidente Gotti Tedeschi e sopra il titolo “Il Vaticano appoggia i banchieri nell’indagine sul riciclaggio”, il direttore della Sala Stampa Vaticana spiega anzitutto che lo Ior “non è una banca nel senso comune del termine”, ma un istituto che amministrando i beni delle istituzioni cattoliche che agiscono a fini di apostolato religioso e caritativo a livello internazionale, ha la sua ubicazione nel territorio della Città del Vaticano, e dunque “al di là della giurisdizione e della sorveglianza delle diverse Banche nazionali”. Questo “status particolare”, prosegue padre Lombardi, “fa sì che il suo inserimento nel sistema finanziario internazionale e nelle sue regole richieda una serie di accordi, in particolare alla luce delle nuove normative stabilite dalla Unione Europea per la prevenzione del terrorismo e del riciclaggio dei capitali, per stabilire le procedure necessarie affinché la Santa Sede sia inserita nella White List”. Ed è con questo preciso obiettivo – e a garanzia dell’“assoluta trasparenza delle attività dello Ior” – che il presidente dell’Istituto, Gotti Tedeschi, afferma padre Lombardi, sta lavorando “fin dal giorno della sua nomina” e nel rispetto del mandato affidatogli dalle “massime autorità vaticane”. Prova ne sono, prosegue la lettera gli “intensi e fecondi contatti” in corso con la Banca d’Italia, l’Unione Europea e con gli organismi internazionali competenti (Oecd e Gafi).

Proprio dalla constatazione dell’“impegno” e dei contatti in corso, e della manifesta intenzione di giungere presto e “con la migliore buona volontà” a “soluzioni stabili”, che scaturiscono la “perplessità e la meraviglia” della Segreteria di Stato, espresse nel comunicato di martedì scorso circa l’azione giudiziaria promossa dalla Procura di Roma. “La natura e lo scopo delle operazioni che sono oggetto di indagine – osserva il portavoce vaticano – potevano essere chiariti con estrema semplicità e rapidità, trattandosi di operazioni di tesoreria di cui è destinatario lo stesso Istituto su conti di sua pertinenza esistenti presso altri istituti di credito. L’inconveniente si è creato per un malinteso (che è in via di approfondimento) tra lo Ior e la banca cha aveva ricevuto l’ordine di trasferimento”. Perciò, la Santa Sede, conclude la lettera, ribadisce “sia la sua totale fiducia nei dirigenti dello Ior, sia la volontà della piena trasparenza delle operazioni finanziarie da esso compiute, coerentemente con le procedure e norme richieste oggi dalla sicurezza e trasparenza delle operazioni nel campo della finanza internazionale”.







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