Lettera di padre Lombardi al Financial Times sulla vicenda Ior: semplice malinteso,
il Vaticano rispetta le regole della trasparenza finanziaria
Si è trattato di “un malinteso”, che ora è in corso di chiarimento, e in ogni caso
il Vaticano agisce con trasparenza nel pieno rispetto “delle norme internazionali
sul riciclaggio di denaro”. E’ quanto afferma il direttore della Sala Stampa della
Santa Sede, padre Federico Lombardi, in merito alle indagini aperte nei giorni scorsi
dalla Procura di Roma contro i vertici dell’Istituto per le Opere di Religione, per
una presunta violazione delle norme antiriciclaggio. Le dichiarazioni del portavoce
vaticano sono contenute in una lettera indirizzata al quotidiano britannico Financial
Times, che ieri aveva dato risalto alla vicenda con un articolo in prima pagina. Il
servizio di Alessandro De Carolis:
Una lettera
perché “non si diffondano informazioni inesatte e non ne rimanga danneggiata
l’attività dell’Istituto e il buon nome dei suoi dirigenti”. E’ con questa
premessa che padre Lombardi, nella sua veste di direttore della Sala Stampa Vaticana,
prende posizione nello scritto indirizzato al Financial Times – e subito pubblicato
integralmente sull’edizione on line del quotidiano britannico – circa l’indagine aperta
due giorni fa dalla Procura di Roma nei confronti di Ettore Gotti Tedeschi e di Paolo
Cipriani, rispettivamente presidente e direttore generale dello Ior, ai quali si contesta
una presunta violazione delle norme antiriciclaggio in merito a un movimento di denaro
operato su un conto depositato presso un Istituto di credito italiano.
Al
Financial Times, che aveva dato enfasi alla vicenda con foto in prima pagina del presidente
Gotti Tedeschi e sopra il titolo “Il Vaticano appoggia i banchieri nell’indagine
sul riciclaggio”, il direttore della Sala Stampa Vaticana spiega anzitutto che lo
Ior “non è una banca nel senso comune del termine”, ma un istituto che amministrando
i beni delle istituzioni cattoliche che agiscono a fini di apostolato religioso e
caritativo a livello internazionale, ha la sua ubicazione nel territorio della Città
del Vaticano, e dunque “al di là della giurisdizione e della sorveglianza delle diverse
Banche nazionali”. Questo “status particolare”, prosegue padre Lombardi, “fa sì che
il suo inserimento nel sistema finanziario internazionale e nelle sue regole richieda
una serie di accordi, in particolare alla luce delle nuove normative stabilite
dalla Unione Europea per la prevenzione del terrorismo e del riciclaggio dei capitali,
per stabilire le procedure necessarie affinché la Santa Sede sia inserita nella White
List”. Ed è con questo preciso obiettivo – e a garanzia dell’“assoluta trasparenza
delle attività dello Ior” – che il presidente dell’Istituto, Gotti Tedeschi, afferma
padre Lombardi, sta lavorando “fin dal giorno della sua nomina” e nel rispetto del
mandato affidatogli dalle “massime autorità vaticane”. Prova ne sono, prosegue la
lettera gli “intensi e fecondi contatti” in corso con la Banca d’Italia, l’Unione
Europea e con gli organismi internazionali competenti (Oecd e Gafi).
Proprio
dalla constatazione dell’“impegno” e dei contatti in corso, e della manifesta intenzione
di giungere presto e “con la migliore buona volontà” a “soluzioni stabili”, che scaturiscono
la “perplessità e la meraviglia” della Segreteria di Stato, espresse nel comunicato
di martedì scorso circa l’azione giudiziaria promossa dalla Procura di Roma. “La natura
e lo scopo delle operazioni che sono oggetto di indagine – osserva il portavoce vaticano
– potevano essere chiariti con estrema semplicità e rapidità, trattandosi di operazioni
di tesoreria di cui è destinatario lo stesso Istituto su conti di sua pertinenza esistenti
presso altri istituti di credito. L’inconveniente si è creato per un malinteso (che
è in via di approfondimento) tra lo Ior e la banca cha aveva ricevuto l’ordine di
trasferimento”. Perciò, la Santa Sede, conclude la lettera, ribadisce “sia la sua
totale fiducia nei dirigenti dello Ior, sia la volontà della piena trasparenza delle
operazioni finanziarie da esso compiute, coerentemente con le procedure e norme richieste
oggi dalla sicurezza e trasparenza delle operazioni nel campo della finanza internazionale”.