2010-09-23 15:04:06

I vescovi del Brasile dal Papa. Mons. Santoro: lottare contro corruzione e povertà


Il Papa ha ricevuto a Castel Gandolfo un altro gruppo di vescovi della Conferenza episcopale del Brasile della Regione Leste 1 in visita "ad Limina". Tra di essi c’era anche mons. Filippo Santoro, vescovo di Petrópolis. Cristiane Murray gli ha chiesto di parlarci della situazione del Paese:RealAudioMP3

R. - Il Brasile sta vivendo un momento particolare: da un lato c’è una crescita economica importante, dall’altro c’è ancora uno spettacolo triste di corruzione, scandali e anche problemi di povertà, violenza e altre cose negative. Per quanto riguarda la corruzione e gli scandali c’è stata una vittoria significativa con l’approvazione in Parlamento della legge “Ficha limpa” (“Scheda pulita”) in base alla quale persone condannate da un collegio di giudici sono ineleggibili. Questo è un segno positivo che può portare chiarezza e una sicura vittoria nella battaglia contro la corruzione e contro il traffico di voti. È da rilevare poi la volontà delle autorità di intervenire contro le violenze, soprattutto nelle favelas. In diverse favelas di Rio de Janeiro sono state create le cosiddette “Unità pacificatrici” locali: si tratta di un’iniziativa non violenta della polizia che tenta un dialogo, un contatto con gli abitanti delle favelas sottraendole al controllo del narcotraffico. I risultati sono positivi.

D. - Lei vive in una diocesi vicino a Rio, una città giovane in un Paese giovane: come vede la presenza dei giovani nella Chiesa locale?

R. - I giovani sono una forza viva e importante. Sono il bersaglio preferito di tutta questa mentalità secolarizzata e consumista. L’importante è che ci sia una proposta che raggiunga i giovani dove vivono: nelle scuole, nei posti di lavoro. C’è anche un’intensa collaborazione tra la Pastorale della gioventù e i vari movimenti che coinvolgono i giovani nella loro esperienza umana, per sviluppare una presenza della Chiesa che sia viva e vibrante tra la gioventù. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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