I media: uno strumento di pace, un'arma contro la povertà
“I media al servizio della pace, della giustizia e del buon governo in un mondo di
disuguaglianze e povertà”: ha avuto questo titolo il Congresso mondiale dell’Unione
internazionale della stampa cattolica (Ucip), tenutosi la scorsa settimana a Ouagadougou,
capitale del Burkina Faso. Il raduno, che ha visto confrontarsi molti esperti di ogni
parte del mondo, ha permesso di analizzare crisi e conflitti in diversi luoghi del
mondo per un servizio professionale sempre più attento ai valori e alle necessità
della persona. Questo convegno mondiale in terra d’Africa ha offerto ai partecipanti
la possibilità di dibattere dei problemi che interessano il Continente con esperti
africani, di conoscere da vicino la Chiesa in Africa con le sue preoccupazioni e prospettive,
di approfondire le tradizioni spirituali e culturali della Nazione ospite. In coincidenza
con l’avvenimento si è svolto l’incontro della Rete internazionale dei giovani giornalisti,
che ha preso parte attiva ai lavori dell’Ucip, apportando idee “giovani” sulla comune
professione. Sessioni in plenaria, laboratori, visite a luoghi di interesse e la celebrazione
quotidiana dell’Eucaristia nella Cattedrale hanno scandito i ritmi delle giornate. Alla
cerimonia di apertura è intervenuto, tra gli altri, il presidente del Pontificio Consiglio
delle Comunicazioni Sociali, l'arcivescovo Claudio Maria Celli. Il presule
ha ricordato che l’appuntamento segue lo spirito del recente Sinodo per l’Africa e
quello del messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2009, “Combattere
la povertà, costruire la pace”. Così – ha affermato Mons. Celli - “il giornalista
è invitato a essere un educatore, predicando una conversione degli stili di vita,
dei modelli di consumo e soprattutto delle strutture di potere" che hanno il compito
di governare le nostre società. Mons. Celli ha poi ricordato le idee di padre Emile
Gabel, uno dei pionieri dell’Ucip, e ha precisato che la missione del giornalista
cattolico è quella “di riferire, spiegare e commentare l’evento, situarlo in una
prospettiva di fede”. L’espressione legittima di un’opinione cattolica - ha detto
ancora - “non è una concessione, bensì ha a che fare con la solidarietà umana e
le responsabilità sociali che fondano il diritto stesso all’informazione”. Poi
il riferimento al dialogo, da considerare come una delle condizioni primarie per la
pace, la giustizia e il buon governo. “Il dialogo senza ambiguità – ha spiegato
– è oggi una priorità alla quale la Chiesa partecipa chiaramente tanto attraverso
la presenza della Santa Sede nei diversi organismi internazionali, quanto nell’impegno
specifico e multiforme delle Chiese locali e dei fedeli in seno alle diverse comunità
umane nel rispetto della sussidiarietà”.
Al rientro in Italia, la testimonianza
di Mons. Celli è stata raccolta da Lydia O’Kane, della redazione inglese della
Radio Vaticana:
R. – E’
certamente di una grande importanza, perché è la prima volta che in un Paese africano
ha luogo un Congresso mondiale dell’Ucip: il Congresso ha giocato un ruolo importantissimo
perché secondo me la prima cosa significativa è che si è fatto il Congresso, al di
là dei possibili risultati. Si è dato un segnale profondo, stimolante a tutta la realtà
africana.
D. – Un incontro positivo, dunque: perché, secondo lei?
R.
– Perché, per la prima volta, ha visto riuniti rappresentanti della stampa e della
stampa cattolica africana, e li ha visti discutere su varie problematiche. E questo
per me è veramente il primo elemento che va sottolineato, perché l’Africa innegabilmente
ancora ha delle difficoltà ad affrontare la grande, complessa problematica della stampa
e della stampa cattolica. Tutti erano consapevoli del significato “storico” di questo
Congresso, perché marcherà senza dubbio una tappa positiva nello sviluppo della stampa
e della stampa cattolica in Africa.
D. – Recentemente, si sono riunite
a Nairobi alcune agenzie di stampa cattolica legate a varie Congregazioni missionarie.
Durante questa riunione, è stata presa un’importante decisione…
R. – E’
stata presa la decisione – che io ritengo, anche questa, storica – di pervenire nel
giro di pochi mesi ad una agenzia di stampa cattolica africana, perché fino adesso
l’Africa con i suoi problemi, con le sue questioni, è conosciuta in Europa e nel mondo
attraverso le grandi agenzie di stampa europee o americane. Il che vuol dire che l’Africa
veniva letta nelle sue problematiche, nelle sue movenze, nelle sue tensioni di sviluppo
attraverso gli occhi di giornalisti europei o americani, ma mai da occhi africani.
Questa nuova agenzia, un domani, favorirà un approfondimento, una conoscenza, una
lettura di tutte le movenze di sviluppo africano attraverso occhi africani.
D.
– Tornando al convegno dell’Ucip, qual è il messaggio che ha lanciato?
R. –
Lo stesso presidente della Repubblica del Burkina Faso è venuto per partecipare
all’apertura del Congresso, e c'erano le massime autorità politiche e religiose. Era
presente anche tutta la Conferenza episcopale e questo è stato certamente un messaggio
lanciato non solo al Burkina Faso, ma un messaggio lanciato a tutta l’Africa. Il che
vuol dire che le autorità civili e religiose del Paese erano convinte del significato,
della valenza storica del Congresso stesso. (Montaggio a cura di Maria Brigini)