2010-09-22 17:44:19

I media: uno strumento di pace, un'arma contro la povertà


“I media al servizio della pace, della giustizia e del buon governo in un mondo di disuguaglianze e povertà”: ha avuto questo titolo il Congresso mondiale dell’Unione internazionale della stampa cattolica (Ucip), tenutosi la scorsa settimana a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso. Il raduno, che ha visto confrontarsi molti esperti di ogni parte del mondo, ha permesso di analizzare crisi e conflitti in diversi luoghi del mondo per un servizio professionale sempre più attento ai valori e alle necessità della persona. Questo convegno mondiale in terra d’Africa ha offerto ai partecipanti la possibilità di dibattere dei problemi che interessano il Continente con esperti africani, di conoscere da vicino la Chiesa in Africa con le sue preoccupazioni e prospettive, di approfondire le tradizioni spirituali e culturali della Nazione ospite. In coincidenza con l’avvenimento si è svolto l’incontro della Rete internazionale dei giovani giornalisti, che ha preso parte attiva ai lavori dell’Ucip, apportando idee “giovani” sulla comune professione. Sessioni in plenaria, laboratori, visite a luoghi di interesse e la celebrazione quotidiana dell’Eucaristia nella Cattedrale hanno scandito i ritmi delle giornate.
Alla cerimonia di apertura è intervenuto, tra gli altri, il presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, l'arcivescovo Claudio Maria Celli. Il presule ha ricordato che l’appuntamento segue lo spirito del recente Sinodo per l’Africa e quello del messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2009, “Combattere la povertà, costruire la pace”. Così – ha affermato Mons. Celli - “il giornalista è invitato a essere un educatore, predicando una conversione degli stili di vita, dei modelli di consumo e soprattutto delle strutture di potere" che hanno il compito di governare le nostre società. Mons. Celli ha poi ricordato le idee di padre Emile Gabel, uno dei pionieri dell’Ucip, e ha precisato che la missione del giornalista cattolico è quella “di riferire, spiegare e commentare l’evento, situarlo in una prospettiva di fede”. L’espressione legittima di un’opinione cattolica - ha detto ancora - “non è una concessione, bensì ha a che fare con la solidarietà umana e le responsabilità sociali che fondano il diritto stesso all’informazione”. Poi il riferimento al dialogo, da considerare come una delle condizioni primarie per la pace, la giustizia e il buon governo. “Il dialogo senza ambiguità – ha spiegato – è oggi una priorità alla quale la Chiesa partecipa chiaramente tanto attraverso la presenza della Santa Sede nei diversi organismi internazionali, quanto nell’impegno specifico e multiforme delle Chiese locali e dei fedeli in seno alle diverse comunità umane nel rispetto della sussidiarietà”.

Al rientro in Italia, la testimonianza di Mons. Celli è stata raccolta da Lydia O’Kane, della redazione inglese della Radio Vaticana:RealAudioMP3

R. – E’ certamente di una grande importanza, perché è la prima volta che in un Paese africano ha luogo un Congresso mondiale dell’Ucip: il Congresso ha giocato un ruolo importantissimo perché secondo me la prima cosa significativa è che si è fatto il Congresso, al di là dei possibili risultati. Si è dato un segnale profondo, stimolante a tutta la realtà africana.

D. – Un incontro positivo, dunque: perché, secondo lei?

R. – Perché, per la prima volta, ha visto riuniti rappresentanti della stampa e della stampa cattolica africana, e li ha visti discutere su varie problematiche. E questo per me è veramente il primo elemento che va sottolineato, perché l’Africa innegabilmente ancora ha delle difficoltà ad affrontare la grande, complessa problematica della stampa e della stampa cattolica. Tutti erano consapevoli del significato “storico” di questo Congresso, perché marcherà senza dubbio una tappa positiva nello sviluppo della stampa e della stampa cattolica in Africa.

D. – Recentemente, si sono riunite a Nairobi alcune agenzie di stampa cattolica legate a varie Congregazioni missionarie. Durante questa riunione, è stata presa un’importante decisione…

R. – E’ stata presa la decisione – che io ritengo, anche questa, storica – di pervenire nel giro di pochi mesi ad una agenzia di stampa cattolica africana, perché fino adesso l’Africa con i suoi problemi, con le sue questioni, è conosciuta in Europa e nel mondo attraverso le grandi agenzie di stampa europee o americane. Il che vuol dire che l’Africa veniva letta nelle sue problematiche, nelle sue movenze, nelle sue tensioni di sviluppo attraverso gli occhi di giornalisti europei o americani, ma mai da occhi africani. Questa nuova agenzia, un domani, favorirà un approfondimento, una conoscenza, una lettura di tutte le movenze di sviluppo africano attraverso occhi africani.

D. – Tornando al convegno dell’Ucip, qual è il messaggio che ha lanciato?

R. – Lo stesso presidente della Repubblica del Burkina Faso è venuto per partecipare all’apertura del Congresso, e c'erano le massime autorità politiche e religiose. Era presente anche tutta la Conferenza episcopale e questo è stato certamente un messaggio lanciato non solo al Burkina Faso, ma un messaggio lanciato a tutta l’Africa. Il che vuol dire che le autorità civili e religiose del Paese erano convinte del significato, della valenza storica del Congresso stesso. (Montaggio a cura di Maria Brigini)









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