Veglia di preghiera a Hyde Park. Il Papa: la passione per la verità ha un grande prezzo
da pagare
Migliaia di persone, soprattutto giovani, hanno partecipato in serata alla veglia
di preghiera ad Hyde Park in preparazione alla beatificazione, domani a Birmingham,
del cardinale Newman. Il Papa ha ricordato che il cardinale Newman ha avuto un influsso
importante nella sua vita e nel suo pensiero. Quindi ne ha tracciato un profilo: “Newman,
secondo il suo stesso racconto, ha ripercorso il cammino della sua intera vita alla
luce di una potente esperienza di conversione, che ebbe quando era giovane. Fu un’esperienza
immediata della verità della Parola di Dio, dell’oggettiva realtà della rivelazione
cristiana quale era stata trasmessa nella Chiesa ... Alla fine della vita, Newman
avrebbe descritto il proprio lavoro come una lotta contro la tendenza crescente a
considerare la religione come un fatto puramente privato e soggettivo, una questione
di opinione personale. Qui - ha detto il Papa - vi è la prima lezione che possiamo
apprendere dalla sua vita: ai nostri giorni, quando un relativismo intellettuale e
morale minaccia di fiaccare i fondamenti stessi della nostra società, Newman ci rammenta
che, quali uomini e donne creati ad immagine e somiglianza di Dio, siamo stati creati
per conoscere la verità …In una parola, siamo stati pensati per conoscere Cristo,
che è Lui stesso “la via, la verità e la vita” (Gv 14,6). L’esistenza di Newman, inoltre,
ci insegna che la passione per la verità, per l’onestà intellettuale e per la conversione
genuina comportano un grande prezzo da pagare. La verità che ci rende liberi non può
essere trattenuta per noi stessi; esige la testimonianza, ha bisogno di essere udita,
ed in fondo la sua potenza di convincere viene da essa stessa e non dall’umana eloquenza
o dai ragionamenti nei quali può essere adagiata. Non lontano da qui, a Tyburn, un
gran numero di nostri fratelli e sorelle morirono per la fede; la testimonianza della
loro fedeltà sino alla fine fu ben più potente delle parole ispirate che molti di
loro dissero prima di abbandonare ogni cosa al Signore. Nella nostra epoca, il prezzo
da pagare per la fedeltà al Vangelo non è tanto quello di essere impiccati, affogati
e squartati, ma spesso implica l’essere additati come irrilevanti, ridicolizzati o
fatti segno di parodia. E tuttavia la Chiesa non si può esimere dal dovere di proclamare
Cristo”. Quindi ha ricordato che di fronte alla profonda crisi di fede che attraversa
la società ciascun fedele “secondo il proprio stato di vita, è chiamato ad operare
per la diffusione del Regno di Dio impregnando la vita temporale dei valori del Vangelo.
Ciascuno di noi – ha detto - ha una missione, ciascuno è chiamato a cambiare il mondo,
ad operare per una cultura della vita, una cultura forgiata dall’amore e dal rispetto
per la dignità di ogni persona umana”. Ecco il testo integrale del discorso del Papa:
Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,
questa è una serata di
gioia, di immensa gioia spirituale per tutti noi. Siamo qui riuniti in questa veglia
di preghiera per prepararci alla Messa di domani, durante la quale un grande figlio
di questa Nazione, il Cardinale John Henry Newman, sarà dichiarato Beato. Quante persone,
in Inghilterra e in tutto il mondo, hanno atteso questo momento! Anche per me personalmente
è una grande gioia condividere questa esperienza con voi. Come sapete, Newman ha avuto
da tanto tempo un influsso importante nella mia vita e nel mio pensiero, come lo è
stato per moltissime persone al di là di queste isole. Il dramma della vita di Newman
ci invita ad esaminare le nostre vite, a vederle nel contesto del vasto orizzonte
del piano di Dio, e a crescere in comunione con la Chiesa di ogni tempo e di ogni
luogo: la Chiesa degli Apostoli, la Chiesa dei martiri, la Chiesa dei santi, la Chiesa
che Newman amò ed alla cui missione consacrò la propria intera esistenza.
Ringrazio
l’Arcivescovo Peter Smith per le gentili parole di benvenuto pronunciate a vostro
nome, e sono particolarmente lieto di vedere molti giovani presenti a questa veglia.
Questa sera, nel contesto della preghiera comune, desidero riflettere con voi su alcuni
aspetti della vita di Newman, che considero importanti per le nostre vite di credenti
e per la vita della Chiesa oggi. Permettetemi di cominciare ricordando che
Newman, secondo il suo stesso racconto, ha ripercorso il cammino della sua intera
vita alla luce di una potente esperienza di conversione, che ebbe quando era giovane.
Fu un’esperienza immediata della verità della Parola di Dio, dell’oggettiva realtà
della rivelazione cristiana quale era stata trasmessa nella Chiesa. Tale esperienza,
al contempo religiosa e intellettuale, avrebbe ispirato la sua vocazione ad essere
ministro del Vangelo, il suo discernimento della sorgente di insegnamento autorevole
nella Chiesa di Dio ed il suo zelo per il rinnovamento della vita ecclesiale nella
fedeltà alla tradizione apostolica. Alla fine della vita, Newman avrebbe descritto
il proprio lavoro come una lotta contro la tendenza crescente a considerare la religione
come un fatto puramente privato e soggettivo, una questione di opinione personale.
Qui vi è la prima lezione che possiamo apprendere dalla sua vita: ai nostri giorni,
quando un relativismo intellettuale e morale minaccia di fiaccare i fondamenti stessi
della nostra società, Newman ci rammenta che, quali uomini e donne creati ad immagine
e somiglianza di Dio, siamo stati creati per conoscere la verità, per trovare in essa
la nostra definitiva libertà e l’adempimento delle più profonde aspirazioni umane.
In una parola, siamo stati pensati per conoscere Cristo, che è Lui stesso “la via,
la verità e la vita” (Gv 14,6).
L’esistenza di Newman, inoltre, ci insegna
che la passione per la verità, per l’onestà intellettuale e per la conversione genuina
comportano un grande prezzo da pagare. La verità che ci rende liberi non può essere
trattenuta per noi stessi; esige la testimonianza, ha bisogno di essere udita, ed
in fondo la sua potenza di convincere viene da essa stessa e non dall’umana eloquenza
o dai ragionamenti nei quali può essere adagiata. Non lontano da qui, a Tyburn, un
gran numero di nostri fratelli e sorelle morirono per la fede; la testimonianza della
loro fedeltà sino alla fine fu ben più potente delle parole ispirate che molti di
loro dissero prima di abbandonare ogni cosa al Signore. Nella nostra epoca, il prezzo
da pagare per la fedeltà al Vangelo non è tanto quello di essere impiccati, affogati
e squartati, ma spesso implica l’essere additati come irrilevanti, ridicolizzati o
fatti segno di parodia. E tuttavia la Chiesa non si può esimere dal dovere di proclamare
Cristo e il suo Vangelo quale verità salvifica, la sorgente della nostra felicità
ultima come individui, e quale fondamento di una società giusta e umana.
Infine,
Newman ci insegna che se abbiamo accolto la verità di Cristo e abbiamo impegnato la
nostra vita per lui, non vi può essere separazione tra ciò che crediamo ed il modo
in cui viviamo la nostra esistenza. Ogni nostro pensiero, parola e azione devono essere
rivolti alla gloria di Dio e alla diffusione del suo Regno. Newman comprese questo
e fu il grande campione dell’ufficio profetico del laicato cristiano. Vide chiaramente
che non dobbiamo tanto accettare la verità come un atto puramente intellettuale, quanto
piuttosto accoglierla mediante una dinamica spirituale che penetra sino alle più intime
fibre del nostro essere. La verità non viene trasmessa semplicemente mediante un insegnamento
formale, pur importante che sia, ma anche mediante la testimonianza di vite vissute
integralmente, fedelmente e santamente; coloro che vivono della e nella verità riconoscono
istintivamente ciò che è falso e, proprio perché falso, è nemico della bellezza e
della bontà che accompagna lo splendore della verità, veritatis splendor.
La
prima lettura di stasera è la magnifica preghiera con la quale san Paolo chiede che
ci sia dato di conoscere “l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza” (cfr Ef 3,14-21).
L’Apostolo prega affinché Cristo dimori nei nostri cuori mediante la fede (cfr Ef
3,17) e perché possiamo giungere a “comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza,
la lunghezza, l’altezza e la profondità” di quell’amore. Mediante la fede giungiamo
a vedere la parola di Dio come una lampada per i nostri passi e luce del nostro cammino
(cfr Sal 119, 105). Come innumerevoli santi che lo precedettero sulla via del discepolato
cristiano, Newman insegnò che la “luce gentile” della fede ci conduce a renderci conto
della verità su noi stessi, sulla nostra dignità di figli di Dio, e sul sublime destino
che ci attende in cielo. Permettendo a questa luce della fede di risplendere nei nostri
cuori e abbandonandoci ad essa mediante la quotidiana unione al Signore nella preghiera
e nella partecipazione ai sacramenti della Chiesa, datori di vita, diventiamo noi
stessi luce per quanti ci stanno attorno; esercitiamo il nostro “ufficio profetico”;
spesso, senza saperlo, attiriamo le persone più vicino al Signore ed alla sua verità.
Senza la vita di preghiera, senza l’interiore trasformazione che avviene mediante
la grazia dei sacramenti, non possiamo – con le parole di Newman – “irradiare Cristo”;
diveniamo semplicemente un altro “cembalo squillante” (1Cor 13,1) in un mondo già
pieno di crescente rumore e confusione, pieno di false vie che conducono solo a profondo
dolore del cuore e ad illusione.
Una delle più amate meditazioni del
Cardinale contiene queste parole: “Dio mi ha creato per offrire a lui un certo specifico
servizio. Mi ha affidato un certo lavoro che non ha affidato ad altri” (Meditations
on Christian Doctrine). Vediamo qui il preciso realismo cristiano di Newman, il punto
nel quale la fede e la vita inevitabilmente si incrociano. La fede è destinata a portare
frutto nella trasformazione del nostro mondo mediante la potenza dello Spirito Santo
che opera nella vita e nell’attività dei credenti. Nessuno che guardi realisticamente
al nostro mondo d’oggi può pensare che i cristiani possano continuare a far le cose
di ogni giorno, ignorando la profonda crisi di fede che è sopraggiunta nella società,
o semplicemente confidando che il patrimonio di valori trasmesso lungo i secoli cristiani
possa continuare ad ispirare e plasmare il futuro della nostra società. Sappiamo che
in tempi di crisi e di ribellioni Dio ha fatto sorgere grandi santi e profeti per
il rinnovamento della Chiesa e della società cristiana; noi abbiamo fiducia nella
sua provvidenza e preghiamo per la sua continua guida. Ma ciascuno di noi, secondo
il proprio stato di vita, è chiamato ad operare per la diffusione del Regno di Dio
impregnando la vita temporale dei valori del Vangelo. Ciascuno di noi ha una missione,
ciascuno è chiamato a cambiare il mondo, ad operare per una cultura della vita, una
cultura forgiata dall’amore e dal rispetto per la dignità di ogni persona umana. Come
il Signore ci insegna nel Vangelo appena ascoltato, la nostra luce deve risplendere
al cospetto di tutti, così che, vedendo le nostre opere buone, possano dar gloria
al nostro Padre celeste (cfr Mt 5,16).
Qui desidero dire una parola
speciale ai molti giovani presenti. Cari giovani amici: solo Gesù conosce quale “specifico
servizio” ha in mente per voi. Siate aperti alla sua voce che risuona nel profondo
del vostro cuore: anche ora il suo cuore parla al vostro cuore. Cristo ha bisogno
di famiglie che ricordano al mondo la dignità dell’amore umano e la bellezza della
vita familiare. Egli ha bisogno di uomini e donne che dedichino la loro vita al nobile
compito dell’educazione, prendendosi cura dei giovani e formandoli secondo le vie
del Vangelo. Ha bisogno di quanti consacreranno la propria vita al perseguimento della
carità perfetta, seguendolo in castità, povertà e obbedienza, e servendoLo nel più
piccolo dei nostri fratelli e sorelle. Ha bisogno dell’amore potente dei religiosi
contemplativi che sorreggono la testimonianza e l’attività della Chiesa mediante la
loro continua orazione. Ed ha bisogno di sacerdoti, buoni e santi sacerdoti, uomini
disposti a perdere la propria vita per il proprio gregge. Chiedete a Dio cosa ha in
mente per voi! Chiedetegli la generosità di dirgli di sì! Non abbiate paura di donarvi
interamente a Gesù. Vi darà la grazia necessaria per adempiere alla vostra vocazione.
Permettetemi di concludere queste poche parole invitandovi ad unirvi a me il prossimo
anno a Madrid per la Giornata Mondiale della Gioventù. Si tratta sempre di una splendida
occasione per crescere nell’amore per Cristo ed essere incoraggiati nella vostra gioiosa
vita di fede assieme a migliaia di altri giovani. Spero di vedere là molti di voi,
a Madrid!
Ed ora, cari amici, continuiamo questa veglia di preghiera
preparandoci ad incontrare Cristo, presente fra noi nel Santissimo Sacramento dell’Altare.
Insieme, nel silenzio della nostra comune adorazione, apriamo le menti ed i cuori
alla sua presenza, al suo amore, alla potenza convincente della sua verità. In modo
speciale, ringraziamolo per la continua testimonianza a quella verità, offerta dal
Cardinale John Henry Newman. Confidando nelle sue preghiere, chiediamo a Dio di illuminare
i nostri passi e quelli della società britannica, con la luce gentile della sua verità,
del suo amore, della sua pace. Amen.