Proclamata Beata la religiosa spagnola Purísima de la Cruz: si fece povera con
i poveri
“È la seconda beatificazione in Spagna nel giro di una settimana, la conferma che
questa resta una terra fecondissima di Santi contemporanei”: così il prefetto della
Congregazione delle Cause dei Santi, mons. Angelo Amato, presenta Suor Maria
dell’Immacolata Concezione, nota come Madre Purísima de la Cruz, beatificata questa
mattina a Siviglia. Ascoltiamo mons. Amato nel servizio di Roberta Barbi:
“Madre
Purísima de la Cruz diede testimonianza eroica delle virtù cristiane soprattutto in
quattro campi: carità, prudenza, povertà e umiltà. Nell’esercizio del suo apostolato
di carità verso i poveri ella ha parlato soprattutto con il linguaggio muto ma efficace
dell’esempio”.
“I poveri sono i nostri signori”: seguiva alla lettera
Suor Maria dell’Immacolata Concezione l’insegnamento di Sant’Angela della Croce, la
fondatrice delle Suore della Compagnia della Croce di Siviglia che l’accolsero a soli
19 anni come novizia. Lei, madrilena e benestante di nascita, poteva avere una vita
sociale piena di agi, ma scelse di assistere i malati e di servire gli ultimi, e sposò
la povertà, in tutte le sue espressioni, perfino nelle cure mediche per il tumore
che la riportò alla Casa del Padre nel 1998. Anche da Madre Superiora, ruolo che rivestì
per quattro volte con il permesso della Santa Sede, teneva per sé i compiti più umili,
come quello di pulire i servizi igienici: “Nella casa di Dio non ci sono uffici bassi,
tutti sono alti”, diceva, e il suo impegno nel lavoro faceva parte della virtù della
povertà. Ancora mons. Amato:
“La nostra Beata rimane un valido esempio
della fecondità dell’obbedienza al carisma di fondazione di Sant’Angela della Croce:
farsi poveri con i poveri per guardagnarli a Cristo. Ella fu eroica nell’incentivare
la vita interiore delle Consorelle, ponendo l’accento sull’importanza della vita spirituale
nutrita di preghiera, di silenzio, di obbedienza, di carità e di servizio ai poveri”.
Madre
Purísima de la Cruz diceva alle sue consorelle di non aspettare l’aiuto degli altri,
ma di lottare con tutti per mantenere il carisma. Fu questa sua capacità di conservare
intatto lo spirito dell’Istituto a far fiorire le vocazioni nella Congregazione, anche
nella difficile fase che seguì il Concilio Vaticano II. Perseverare nella tradizione,
questo il consiglio della Madre Superiora alle religiose per intraprendere un cammino
di Santità, quella Santità che il popolo di Siviglia le riconosceva già in vita e
testimoniò con maggior forza dopo la sua morte. Mons. Amato:
“Madre
Purísima può essere chiamata la 'Madre Generale del Postconcilio', perché attuò il
vero rinnovamento voluto dal Vaticano II e cioè: fedeltà al Vangelo; fedeltà a Gesù
Cristo; fedeltà a Maria, come Regina e Madre della Compagnia della Croce; fedeltà
alla Chiesa e al Papa; fedeltà a Sant’Angela della Croce; fedeltà alla Regola e alla
sane tradizioni. Fedeltà ai valori non alle mode. Fedeltà alla sostanza non alle apparenze”.