2010-09-17 14:25:37

Mons. Tomasi: l'acqua non è una merce ma un diritto universale


L’acqua non è una merce o un prodotto di mercato fra tanti, ma una risorsa fondamentale per la vita umana, alla quale tutti hanno diritto di attingere. Questo è l’insegnamento della Chiesa cattolica, ribadito ieri dall’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’ufficio Onu di Ginevra, intervenuto ieri alla 15.ma sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti umani. Il servizio di Roberta Barbi:RealAudioMP3

L’accesso all’acqua potabile: una questione direttamente correlata a diritti umani quali il diritto alla vita e il diritto alla salute. Su questo tema si è incentrato l’intervento dell’arcivescovo Silvano Tomasi. “Il pensiero prevalente considera l’acqua come una merce, il cui prezzo viene stabilito sul principio del profitto – ha evidenziato il presule – secondo questa linea, dunque, anche le persone più povere dovrebbero pagare per avere accesso ai 50 litri di acqua potabile che l’Organizzazione Mondiale della Sanità individua come il minimo indispensabile alla sopravvivenza quotidiana”. Al giorno d’oggi è ancora lontano l’Obiettivo di sviluppo del Millennio che prevede di dimezzare entro il 2015 il numero di persone nel mondo che non hanno accesso all’acqua né a servizi sanitari di base, che ammonta a circa 900 milioni di persone. Alle condizioni igienico-sanitarie, poi, è direttamente connessa la diffusione di malattie come colera, tifo e dissenteria, che ogni anno nel mondo si portano via un milione e 800mila bambini al di sotto dei cinque anni d’età. “La distribuzione dell’acqua dev’essere una responsabilità pubblica, perché è un bene pubblico – ha concluso mons. Tomasi, ricordando gli insegnamenti della Chiesa cattolica in merito – senz’acqua, la vita è minacciata. Il diritto ad avere acqua pulita è universale e inalienabile”.







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