Benedetto XVI incontra l’arcivescovo di Canterbury. Mons. Langham: evento di guarigione
Oggi pomeriggio il Papa incontrerà l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, al
Lambeth Palace. In serata, si terrà la celebrazione ecumenica nella Westminster Abbey.
Sul significato, anche simbolico, di questo incontro tra il Pontefice e il Primate
della Comunione Anglicana, il nostro inviato Alessandro Gisotti ha intervistato
mons. Mark Langham, incaricato dei rapporti con gli anglicani del Pontificio
Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani:
R. – Vedere
due grandi leader di comunità religiose pregare insieme è un’immagine molto forte
per la gente d’Inghilterra. Anche storicamente, possiamo pensare alla controversia
con il cattolicesimo. Questa è una guarigione del passato, vedere il leader della
Chiesa cattolica, il Santo Padre, in Inghilterra in un santuario che rappresenta lo
Stato e anche la Chiesa di Inghilterra, vedere qui il Papa rappresenta un momento
di guarigione e di pace.
D. – “Purificazione della memoria”, come tante
volte ha detto Giovanni Paolo II…
R. – Appunto. Per l’Inghilterra è
molto importante perché qui i cattolici si sentono, si sono sentiti, forse, nel passato,
un po’ più ai margini della società. Quindi, questo sarà un momento per ridare attenzione
alla fede cattolica nella società inglese.
D. – Quali risultati ci si
può attendere da questa visita del Papa nel rapporto con gli anglicani in un momento
che sicuramente è delicato?
R. – Penso che il messaggio fondamentale
sarà quello di una forte spinta verso la continuazione del dialogo. Loro parleranno
della commissione Arcic, la Commissione internazionale anglicana romano-cattolica,
che continuerà l’anno prossimo il dialogo tra le due Chiese. E’ un momento per considerare
l’importanza di questo dialogo, perché dobbiamo parlare alla società inglese nel suo
insieme. La nostra missione deve essere fatta insieme e questo sarà un forte messaggio
per tutti i cristiani.
D. – A Westminster Abbey il Papa pregherà con
i fedeli delle diverse confessioni cristiane. Possiamo dire che ancora una volta la
preghiera è segno e strumento dell’ecumenismo …
R. – Certo, pregare
insieme è la cosa fondamentale, la prima cosa da fare nel lavoro dell’ecumenismo.
Ho sentito da tanti leader di diverse tradizioni che secondo loro il Santo Padre può
far pregare insieme tanti diversi leader e membri di altre Chiese. E’ un dono che
la Santa Sede può fare a tutto il cristianesimo, per tutte le tradizioni. Quindi,
sarà un momento molto importante.