La Messa a Glasgow. Il Papa: la fede è garanzia di libertà e fratellanza
Nel pomeriggio il Papa ha presieduto la Messa al Bellahouston Park di Glasgow. Nell’omelia
Benedetto XVI ha sottolineato che “l’evangelizzazione della cultura è tanto più importante
nella nostra epoca, in cui una ‘dittatura del relativismo’ minaccia di oscurare l’immutabile
verità sulla natura dell’uomo, il suo destino e il suo bene ultimo. Vi sono oggi –
ha detto - alcuni che cercano di escludere il credo religioso dalla sfera pubblica,
di privatizzarlo o addirittura di presentarlo come una minaccia all’uguaglianza e
alla libertà. Al contrario, la religione è in verità una garanzia di autentica libertà
e rispetto, che ci porta a guardare ogni persona come un fratello od una sorella”.
Il Papa ha quindi lanciato un appello ai laici perché, in conformità con la loro vocazione
e missione battesimale, non solo possano essere esempio pubblico di fede, ma sappiano
“anche farvi avvocati nella sfera pubblica della promozione della sapienza e della
visione del mondo che derivano dalla fede. La società odierna necessita di voci chiare
– ha aggiunto - che propongano il nostro diritto a vivere non in una giungla di libertà
auto-distruttive ed arbitrarie, ma in una società che lavora per il vero benessere
dei suoi cittadini, offrendo loro guida e protezione di fronte alle loro debolezze
e fragilità”. Ecco il testo integrale dell’omelia:
Cari fratelli e sorelle
in Cristo,
“È vicino a voi il regno di Dio” (Lc 10,9). Con
queste parole del Vangelo che abbiamo appena ascoltato, saluto tutti voi con grande
affetto nel Signore. Davvero il Regno di Dio è già in mezzo a noi! In questa celebrazione
Eucaristica, nella quale la Chiesa che è in Scozia si raduna attorno all’altare, in
unione con il Successore di Pietro, riaffermiamo la nostra fede nella parola di Cristo
e la nostra speranza – una speranza che mai delude – nelle sue promesse! Saluto cordialmente
il Card. O’Brien e i vescovi scozzesi; ringrazio in particolare l’Arcivescovo Conti
per le gentili parole di benvenuto, che mi ha rivolto a nome vostro; ed esprimo la
mia profonda gratitudine per il lavoro che i Governi Britannico e Scozzese e la municipalità
di Glasgow hanno svolto per rendere possibile questa circostanza.
Il
Vangelo odierno ci ricorda che Cristo continua a inviare i suoi discepoli nel mondo
per annunciare la venuta del suo Regno e portare la sua pace nel mondo, passando di
casa in casa, di famiglia in famiglia, di città in città. Sono venuto in mezzo a voi,
i figli spirituali di S. Andrea, come araldo di questa pace, e per confermarvi nella
fede di Pietro (cfr Lc 22,32). E’ con una certa emozione che mi rivolgo a voi, non
lontano dal luogo dove il mio amato predecessore, il Papa Giovanni Paolo II, circa
trent’anni fa celebrò con voi la Messa, accolto dalla più grande folla che mai si
sia riunita nella storia scozzese.
Molte cose sono accadute da quella
storica visita, in Scozia e nella Chiesa che è in questo Paese. Noto con grande soddisfazione
come l’esortazione che vi rivolse Papa Giovanni Paolo, a camminare mano nella mano
con i vostri fratelli cristiani, abbia portato ad una maggiore fiducia e amicizia
con i membri della Chiesa di Scozia, della Chiesa Episcopale Scozzese e delle altre
comunità cristiane. Permettetemi di incoraggiarvi a continuare a pregare e lavorare
con loro nel costruire un futuro più luminoso per la Scozia, fondato sulla nostra
comune eredità cristiana. Nella prima lettura oggi proclamata abbiamo ascoltato l’invito
rivolto da S. Paolo ai Romani a riconoscere che, come membra del corpo di Cristo,
apparteniamo gli uni agli altri (cfr Rm 12,5), e a vivere con rispetto ed amore vicendevole.
In questo spirito saluto i rappresentanti delle altre confessioni cristiane, che ci
onorano della loro presenza. Quest’anno ricorre il 450° anniversario del “Reformation
Parliament”, ma anche il centenario della Conferenza Missionaria Mondiale di Edimburgo,
che è generalmente considerata come la nascita del movimento ecumenico moderno. Rendiamo
grazie al Signore per la promessa che rappresenta l’intesa e la cooperazione ecumenica,
in vista di una testimonianza concorde alla verità salvifica della parola di Dio
nell’odierna società in rapido mutamento.
Tra i diversi doni che S.
Paolo elenca per l’edificazione della Chiesa vi è quello dell’insegnamento (cfr Rm
12,7). La predicazione del Vangelo è sempre stata accompagnata da una preoccupazione
per la parola: la parola ispirata di Dio e la cultura nella quale quella parola mette
radici e si sviluppa. Qui in Scozia, penso alle tre università medievali fondate dai
pontefici, compresa quella di S. Andrea, che sta per celebrare il sesto centenario
della sua fondazione. Negli ultimi trent’anni, con l’aiuto delle autorità civili,
le scuole cattoliche scozzesi hanno raccolto la sfida di assicurare una educazione
integrale ad un maggior numero di studenti, e ciò è stato di aiuto ai giovani non
solo per il cammino di uno sviluppo umano e spirituale, ma anche per l’inserimento
nelle professioni e nella vita pubblica. Questo è un segno di grande speranza per
la Chiesa e desidero incoraggiare i professionisti, i politici e gli educatori cattolici
scozzesi a non perdere mai di vista la loro chiamata ad usare i propri talenti e la
propria esperienza a servizio della fede, confrontandosi con la cultura scozzese contemporanea
ad ogni livello.
L’evangelizzazione della cultura è tanto più importante
nella nostra epoca, in cui una “dittatura del relativismo” minaccia di oscurare l’immutabile
verità sulla natura dell’uomo, il suo destino e il suo bene ultimo. Vi sono oggi alcuni
che cercano di escludere il credo religioso dalla sfera pubblica, di privatizzarlo
o addirittura di presentarlo come una minaccia all’uguaglianza e alla libertà. Al
contrario, la religione è in verità una garanzia di autentica libertà e rispetto,
che ci porta a guardare ogni persona come un fratello od una sorella. Per questo motivo
faccio appello in particolare a voi, fedeli laici, affinché, in conformità con la
vostra vocazione e missione battesimale, non solo possiate essere esempio pubblico
di fede, ma sappiate anche farvi avvocati nella sfera pubblica della promozione della
sapienza e della visione del mondo che derivano dalla fede. La società odierna necessita
di voci chiare, che propongano il nostro diritto a vivere non in una giungla di libertà
auto-distruttive ed arbitrarie, ma in una società che lavora per il vero benessere
dei suoi cittadini, offrendo loro guida e protezione di fronte alle loro debolezze
e fragilità. Non abbiate paura di dedicarvi a questo servizio in favore dei vostri
fratelli e sorelle, e del futuro della vostra amata nazione.
San Ninian,
la cui festa oggi celebriamo, non ebbe paura di essere una voce solitaria. Sulle orme
dei discepoli che nostro Signore aveva inviato davanti a sé, Ninian fu uno dei primissimi
missionari cattolici a portare ai suoi connazionali la buona novella di Gesù Cristo.
La sua missione a Galloway divenne un centro per la prima evangelizzazione di questo
Paese. Quell’opera venne in seguito portata avanti da San Mungo, il patrono di Glasgow,
e da altri santi, tra i maggiori dei quali si devono ricordare San Columba e Santa
Margaret. Ispirati da loro, molti uomini e donne lavorarono per molti secoli, per
far giungere la fede fino a voi. Cercate di essere degni di questa grande tradizione!
Sia vostra costante ispirazione l’esortazione di San Paolo nella prima lettura: “Non
siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore.
Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera”
(cfr Rm 12,11-12).
Desidero ora rivolgere una speciale parola ai vescovi
della Scozia. Cari confratelli, permettetemi di incoraggiarvi nella vostra responsabilità
pastorale verso i cattolici della Scozia. Come sapete, uno dei primi compiti pastorali
è per i vostri sacerdoti (cfr Presbyterorum Ordinis, 7) e per la loro santificazione.
Come essi sono alter Christus per la comunità Cattolica, così voi lo siete per loro.
Vivete in pienezza la carità che promana da Cristo nel vostro fraterno ministero verso
i vostri sacerdoti, collaborando con tutti loro ed in particolare con quanti hanno
scarsi contatti con i loro confratelli. Pregate con loro per le vocazioni, affinché
il Signore della messe mandi operai nella sua messe (cfr Lc 10,2). Così come è l’Eucarestia
che fa la Chiesa, il sacerdozio è centrale per la vita della Chiesa. Impegnatevi personalmente
nel formare i vostri sacerdoti come una fraternità che ispira altri a dedicare completamente
se stessi al servizio di Dio Onnipotente. Abbiate cura anche dei vostri diaconi, il
cui ministero di servizio è unito in modo particolare con quello dell’ordine dei vescovi.
Siate per loro dei padri e delle guide sul cammino della santità, incoraggiandoli
a crescere in conoscenza e sapienza nel compiere la missione di annunciatori alla
quale sono stati chiamati.
Cari sacerdoti della Scozia, siete chiamati
alla santità e a servire il popolo di Dio modellando le vostre vite sul mistero della
croce del Signore. Predicate il Vangelo con un cuore puro ed una coscienza retta.
Dedicate voi stessi a Dio solo, e diventerete per i giovani esempi luminosi di una
vita santa, semplice e gioiosa: essi, a loro volta, desidereranno certamente unirsi
a voi nel vostro assiduo servizio al popolo di Dio. Che l’esempio di dedizione, di
generosità e di coraggio di San John Ogilvie ispiri tutti voi. Similmente, permettetemi
di incoraggiare anche voi, monaci, religiose e religiosi di Scozia, ad essere come
una luce posta sulla sommità del colle, vivendo una autentica vita cristiana di preghiera
ed azione che testimoni, in modo luminoso la forza del vangelo.
Infine,
desidero rivolgere una parola a voi, miei cari giovani cattolici di Scozia. Vi esorto
a vivere una vita degna di nostro Signore (cfr Ef 4,1) e di voi stessi. Vi sono molte
tentazioni che dovete affrontare ogni giorno – droga, denaro, sesso, pornografia,
alcool – che secondo il mondo vi daranno felicità, mentre in realtà si tratta di cose
distruttive, che creano divisione. C’è una sola cosa che permane: l’amore personale
di Gesù Cristo per ciascuno di voi. Cercatelo, conoscetelo ed amatelo, ed egli vi
renderà liberi dalla schiavitù dell’esistenza seducente ma superficiale frequentemente
proposta dalla società di oggi. Lasciate da parte ciò che non è degno di valore e
prendete consapevolezza della vostra dignità di figli di Dio. Nel vangelo odierno,
Gesù ci chiede di pregare per la vocazioni: prego perché molti fra voi conoscano ed
amino Gesù Cristo e, attraverso tale incontro, giungano a dedicarsi completamente
a Dio, in modo particolare quanti fra di voi sono chiamati al sacerdozio e alla vita
religiosa. Questa è la sfida che il Signore oggi vi rivolge: la Chiesa ora appartiene
a voi!
Cari amici, esprimo ancora una volta la mia gioia di celebrare
questa Messa con voi. Mi fa piacere assicuravi delle mie preghiere nell’antica lingua
del vostro paese: Sìth agus beannachd Dhe dhuib uile; Dia bhi timcheall oirbh; agus
gum beannaicheadh Dia Alba. La pace e la benedizione di Dio siano con tutti voi; Dio
vi protegga; e Dio benedica il popolo di Scozia!