Kashmir: musulmani radicali tentano di bruciare una scuola dal nome cristiano ma retta
da islamici
Una folla inferocita di musulmani radicali hanno tentato di bruciare una scuola dal
nome cristiano (St Francis School), senza sapere che essa è retta da musulmani ed
è cristiana solo di nome. La polizia è riuscita a fermare gli incendiari, ma ha sparato
sulla folla, uccidendo quattro persone e ferendone 19. Leader cristiani affermano:
“questa gente è manipolata”. La protesta contro la campagna “Brucia il Corano” si
sta diffondendo in diverse aree del Kashmir e ha già fatto 22 morti e centinaia di
feriti. Le manifestazioni prendono spunto dall’annunciata (e mai eseguita) dissacrazione
del Corano negli Stati Uniti per aumentare la tensione contro il governo indiano,
che non concede l’autonomia alla regione, contesa anche dal Pakistan. Dopo tre giorni
di manifestazioni e violenze, ieri le proteste sono scoppiate a Mendhar, a circa 60
km da Poonch, vicino al confine con il Pakistan. Dalle 10 di mattina si sono radunate
almeno 3 mila persone, provenienti anche dai vicini villaggi, marciando verso la scuola
di St Francis e le residenze degli insegnanti. L’ironia è che la scuola nel mirino
di cristiano ha solo il nome ed è proprietà di musulmani locali, anche se lo staff
insegnante è costituito da cristiani provenienti dal Kerala. All'agenzia AsiaNews
mons. Peter Celestine, vescovo di Srinagar spiega: “La cosiddetta St Francis School
non ha nulla a che vedere con istituzioni cattoliche, protestanti o evangeliche. Essi
usano soltanto il nome cristiano per attirare gli studenti. Questo testimonia che
anche per i musulmani locali, le istituzioni educative cristiane hanno un’ottima qualità”.
Il 14 settembre scorso un’altra scuola ha rischiato di essere bruciata: si tratta
della Christ School di Poonch. Solo l’intervento della polizia ha fermato la folla
inferocita a soli 500 metri dall’edificio. Il preside, padre Matthew, spiega ad AsiaNews:
“Abbiamo 1522 studenti e solo 40 sono cristiani; i musulmani sono il 40% degli alunni,
poi vi sono indù e sikh. Abbiamo sempre goduto del profondo rispetto da parte dei
locali. Molte autorità islamiche ci hanno espresso il loro dispiacere per il tentativo
di incendio e hanno condannato l’attacco. Ma la gente è manipolata e spinta alla frenesia
da false notizie”. (R.P.)