India: leader musulmani e cristiani contro le violenze nel nome della religione
“La profanazione di qualsiasi sacra scrittura o la denigrazione di qualunque personalità
religiosa o gli assalti a luoghi di culto, ovunque si trovino nel mondo è un gesto
deprecabile e incivile”. I leader musulmani in India condannano con la stessa durezza
l’iniziativa del pastore statunitense che ha invocato il rogo del Corano e l’assalto
a luoghi di culto cristiani nel Paese. Syed Shahabuddin, presidente di All India Muslim
Majlis-e Mushawarat, Asaduddin Owaisi, capo di Majlis-e-Ittehadul Muslimeen e Zafarul
Islam Khan, direttore di Milli Gazette hanno sottoscritto un documento comune
- di cui dà notizia all'agenzia AsiaNews - in cui riferendosi agli attacchi contro
i cristiani nel Kashmir e a Maler Kotla, nel Punjab, precisano che: “l’islam proibisce
in modo chiaro atti e comportamenti di questo tipo”. I leader musulmani invitano pertanto
“le autorità interessate a intraprendere ogni azione legale contro i colpevoli”. Essi
aggiungono infine che, “a prescindere dalla provocazione” i musulmani “dovrebbero
limitare le manifestazioni di dissenso e le proteste” secondo modalità “pacifiche,
comunicati stampa e appelli alle autorità interessate”. Sulla campagna “Brucia il
Corano” per commemorare l’11 settembre è intervenuta anche la All India Christian
Council (Aicc), denunciando l’iniziativa come foriera di ulteriori violenze. “Il modo
migliore – sottolineano i leader cristiani – per ricordare la memoria di vittime innocenti
è rinunciare alla violenza, soprattutto quella di matrice confessionale”. Aicc chiede
anche l’arresto dei colpevoli dell’attacco alle scuole cristiane e alle chiese, assicurando
al contempo i diritti delle minoranze cristiane. La proposta del pastore americano
Jones, che ha scatenato focolai di violenze in diverse zone dell’Asia, è criticata
con durezza anche da padre Pushpa Augustine, esperto di islam e segretario esecutivo
della Conferenza per l’ecumenismo dei vescovi indiani. Secondo il religioso “è totalmente
contrario allo spirito del cristianesimo e degli insegnamenti di Cristo”, perché va
contro “la natura del rispetto umano e della dignità umana”. Egli invita a “ignorare”
queste persone in futuro e chiede ai media di “astenersi dal dare spazio a persone
dalla mente malata”. Sulla questione è intervenuto anche il cardinale Oswald Gracias,
presidente dei vescovi indiani, che a nome della Chiesa cattolica condanna il gesto.
“Sono grato al Vaticano – dice il porporato – per aver denunciato la campagna “Brucia
il Corano”. Diversi leader cristiani nel mondo hanno unito le mani per deprecare queste
azioni anti-islamiche”. Intanto sul fronte dell’ordine pubblico, i Ministri capi del
Jammu and Kashmir e del Punjab hanno avviato le procedure necessarie per garantire
la sicurezza delle comunità cristiane nelle aree teatro di scontri. (M.G.)