2010-09-16 15:47:49

Due anni fa il fallimento della Lehman & Brothers


A metà settembre di due anni fa la Lehman Brothers annunciava il fallimento pilotato, nel quadro di una serie di avvenimenti che segnavano la più grave crisi economica degli anni recenti. La società attiva nei servizi finanziari a livello globale annunciava debiti bancari per 613 miliardi di dollari, debiti obbligazionari per 155 miliardi di dollari. Era la più grande bancarotta della storia degli Stati Uniti e alimentava una crisi da cui l’Occidente non è ancora uscito. Fausta Speranza ha chiesto all’economista Alberto Quadrio Curzio il significato di quella bancarotta e un bilancio della tenuta di Stati Uniti e Unione Europea:RealAudioMP3

R. – Il fallimento è stata una scelta – a mio avviso – deliberata e gravissima, perché ha generato una sfiducia complessiva nel sistema finanziario internazionale e non solo in quello americano, che ha molto aggravato la crisi. Il fatto che un’impresa finanziaria come Lehman & Brothers, che aveva i massimi rating certificati dalle società internazionali sia stata lasciata fallire ha rappresentato un innesco che si è poi diffuso a macchia d’olio su tutti i mercati finanziari internazionali. Detto questo, io credo che l’Unione Europea abbia meglio assorbito il colpo, soprattutto guardando oggi alla situazione dell’Ue, mentre gli Stati Uniti, a mio avviso, sono ancora in grandissime difficoltà.

D. – Prof. Quadrio Curzio, ci aiuta a commentare questa frase di Obama, pronunciata ieri al Congresso: “Gli Stati Uniti non hanno più tempo per giocare sull’economia”.

R. – Può essere interpretata in molti modi. Quello che certamente è vero è che il grado di indebitamento degli Stati Uniti - sia l’indebitamento privato, sia quello delle società non finanziarie, sia quello dello Stato federale e degli Stati federati - ha raggiunto dei livelli stratosferici. Il punto cruciale, probabilmente, è che in quel Paese si è diffusa – e non da oggi, ma da parecchi decenni – una cultura del debito che ha portato il Paese stesso in una situazione di gravità davvero molto preoccupante. Basterebbe guardare non solo il debito di cui parlavo prima, ma anche il debito esterno degli Stati Uniti e il debito commerciale per capire che questo Paese è in una situazione molto, molto grave. Che cosa poi Obama voglia fare per uscire da questa situazione non è ancora molto chiaro.

D. – Prof. Quadrio Curzio, Obama chiede sgravi fiscali per la classe media, dicendo che invece i Repubblicani difendono la riduzione delle tasse per gli americani più abbienti. Ci aiuta a capire il peso della questione fiscale nell’economia degli Stati Uniti: potrebbe essere veramente importante e determinante?

R. – E’ chiaro che la classe media americana sta soffrendo, perché il suo potere di acquisto è stato corroso in vari modi ed anche perché è una classe media indebitata. Una riduzione fiscale per essere rilevante e per ridare cioè alle famiglie un’adeguata situazione di tranquillità dovrebbe avere dimensioni colossali, che io non vedo come possano essere realizzate. Ho l’impressione che la strada presunta degli sgravi fiscali alla classe media non porti molto distante. Io credo che gli Stati Uniti per risalire la china di questa loro difficile e preoccupante situazione devono prefigurare un orizzonte che vada ai dieci e ai quindici anni, in cui rimettano mano a tutto il loro sistema economico. E dovrebbero anche smetterla con questa idolatria del mercato che per molti versi li ha portati in una situazione così complessa.







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