2010-09-16 14:43:38

Calorosa accoglienza per il Papa a Edimburgo: appello a non oscurare i valori cristiani, alla base delle libertà del Paese


Bagno di folla per Benedetto XVI che ha iniziato a Edimburgo il suo viaggio apostolico nel Regno Unito. Il Papa è giunto in mattinata, poco dopo le ore 10 locali, nella capitale della Scozia: nel Palazzo di Holyroodhouse si è tenuta la cerimonia di benvenuto con la Regina Elisabetta II. Presenti, tra gli altri, il primate anglicano Rowan Williams e il vicepremier britannico, Nick Clegg. Nel suo discorso il Papa ha ricordato il grande ruolo avuto dal popolo britannico nell’opporsi al nazismo e nel forgiare un periodo di pace duratura nel Vecchio Continente. Quindi ha lanciato un vibrante appello al Paese a non oscurare le proprie radici cristiane. All’aeroporto, il Pontefice era stato accolto dal Duca di Edimburgo. Un gesto inconsueto in una visita di Stato, che sottolinea la grande attenzione delle massime istituzioni del Paese per il Pontefice. Dopo la cerimonia di benvenuto, il Papa si è recato a pranzo a casa dell’arcivescovo di Edimburgo, il cardinale O’ Brien. Un tragitto percorso in papamobile, tra due ali di folla di fedeli festanti. Benedetto XVI per l’occasione ha messo anche il tartan scozzese sulle spalle. Da Londra, il servizio del nostro inviato, Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

(Suono delle cornamuse)

Il suono delle cornamuse, in una tipica ventosa giornata scozzese, ha accolto Benedetto XVI ad Edimburgo, prima tappa del suo viaggio apostolico nel Regno Unito. Il Papa è stato ricevuto dalla Regina Elisabetta II, nella suggestiva cornice medievale di Holyroodhouse, dinnanzi al quale si sono raccolti tanti fedeli per dare il proprio caloroso benvenuto al Pontefice. Nel suo primo discorso di questo viaggio, Benedetto XVI ha dunque esortato il Regno Unito a non lasciare “oscurare il fondamento cristiano che sta alla base delle sue libertà”, auspicando che quel patrimonio, “che ha sempre servito bene la nazione” possa “plasmare costantemente l’esempio del suo governo e del suo popolo”. Il Papa ha preso spunto dal nome del Palazzo reale di Holyroodhouse, che evoca la Santa Croce, per sottolineare quanto la fede cristiana sia sempre stata una “forza per il bene” nella storia del Regno Unito. Il Papa ha rivolto lo sguardo alle radici cristiane di questa terra, ricordando come i monarchi di Inghilterra e Scozia erano cristiani sin dai primi tempi:

“As a result, the Christian message has been…”
“Ne risultò – ha osservato il Papa – che il messaggio cristiano è diventato parte integrale della lingua, del pensiero e della cultura” della Gran Bretagna per più di un millennio. Ed ha esortato così il popolo britannico a considerare la fede “una forza potente” per il bene del regno, a beneficio di cristiani e non cristiani.

Il pensiero del Papa è andato ad alcune figure luminose come David Livingstone, Florence Nightingale e il prossimo Beato, John Henry Newman, che mossi della fede si impegnarono in passato per il bene comune:

“Even in our own lifetime, we can recall how Britain…”
“Anche nella nostra epoca – ha proseguito – possiamo ricordare come la Gran Bretagna e i suoi capi si opposero ad una tirannia nazista che aveva in animo di sradicare Dio dalla società e negava a molti la nostra comune umanità, specialmente agli ebrei che venivano considerati non degni di vivere”.

Né ha mancato di rammentare quei pastori cristiani che “si opposero ai nazisti e pagarono con la propria vita la loro opposizione”:

“As we reflect on the sobering lessons…”
“Mentre riflettiamo sui moniti dell’estremismo ateo del ventesimo secolo – ha avvertito - non possiamo mai dimenticare come l’esclusione di Dio, della religione e della virtù dalla vita pubblica conduce in ultima analisi ad una visione monca dell’uomo e della società”, ad una “visione riduttiva della persona e del suo destino”.

Il Papa ha quindi rivolto l’attenzione al ruolo politico ed economico che il Regno Unito riveste a livello internazionale. Sessantacinque anni fa, ha ricordato, la Gran Bretagna favorì la fondazione delle Nazioni Unite, dando “inizio ad un periodo di pace e di prosperità in Europa sino a quel momento sconosciuto”. Ancora, ha ricordato la risoluzione pacifica del conflitto nell’Irlanda del Nord, con la firma degli Accordi del Venerdì Santo. Ed ha incoraggiato “quanti sono coinvolti a continuare a camminare coraggiosamente insieme sulla via tracciata verso una pace giusta e duratura”.

“Your Government and people are the shapers…”
“Il vostro governo e il vostro popolo – ha quindi riconosciuto – forgiano le idee che hanno tutt’oggi un impatto ben al di là delle isole britanniche”. Di qui la necessità per loro di “agire con saggezza per il bene comune”. Allo stesso modo, ha osservato, “poiché le loro opinioni raggiungono un così vasto uditorio, i media britannici hanno una responsabilità più grave di altri e un’opportunità più ampia per promuovere la pace delle nazioni, lo sviluppo integrale dei popoli e la diffusione di autentici diritti umani”.

“Today, the United Kingdom strives to be a modern and multicultural…”
“Oggi – ha concluso – il Regno Unito si sforza di essere una società moderna e multiculturale”. In questo compito stimolante, è stata la sua esortazione, “possa mantenere sempre il rispetto per quei valori tradizionali e per quelle espressioni culturali che forme più aggressive di secolarismo non stimano più, né tollerano più”.

Dal canto suo, la Regina ha offerto il suo benvenuto al Papa, ha ricordato la visita di Giovanni Paolo II, nel 1982. Quindi, ha messo l’accento sul contributo della Santa Sede per la pace in Nord Irlanda e il suo impegno nello sviluppo sociale e nella difesa dei più deboli. Quindi, ha sottolineato come questa visita papale ricordi l’importanza delle radici cristiane del Regno Unito:

“Religion has always been a crucial element in national identity…”
“La religione - ha detto - è sempre stato un elemento fondamentale nella vita della società britannica”. Ha così ricordato quanto nel cardinale Newman sia importante il tema della riconciliazione, ed ha auspicato un dialogo sempre più forte tra fedeli, uniti nel rifiutare l’uso del nome di Dio per giustificare la violenza. “La libertà di culto – ha concluso – è al cuore della nostra società tollerante e democratica”.







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