Angola: l’impegno dei missionari per sradicare la superstizione della stregoneria
Cresce la preoccupazione della Chiesa cattolica in Angola per il fenomeno della stregoneria.
“La stregoneria è la nuova guerra che rende molto difficile l'attività pastorale”
ha dichiarato a Radio Ecclesia padre Estêvão Mukinda, missionario spiritano che opera
ad Andulo. “C’è una certa riluttanza da parte delle persone ad abituarsi alla convivenza
e allo spirito di riconciliazione, giustizia e pace”. Padre Mukinda lavora in un contesto
difficile anche perché la missione di Andulo, fondata 40 anni fa, è stata chiusa per
30 anni ed è stata riaperta sei anni fa, affidata ai missionari Spiritani. “Recuperare
la coscienza delle persone non è un lavoro che si fa da un giorno all’altro, dovremo
lavorare a lungo” conclude padre Mukinda. La Chiesa è anche impegnata nell’offrire
assistenza alle vittime principali di queste credenze: i bambini accusati di essere
degli stregoni. Le Suore Salesiani di Sanza-Pombo, ad esempio, hanno accolto 59 bambini
accusati di stregoneria. “La nostra missione è quella di curare i bambini in difficoltà,
soprattutto gli orfani e quelli che vengono accusati di stregoneria” dice Rosalia
Escoisato. Migliaia di angolani “vivono nella paura degli spiriti, dei poteri nefasti
da cui si credono minacciati; disorientati, arrivano al punto di condannare bambini
della strada e anche i più anziani, perché - dicono - sono stregoni” ha ricordato
Benedetto XVI il 21 marzo 2009 durante il Suo viaggio in Angola, nel corso della celebrazione
nella chiesa di São Paulo a Luanda. (R.P.)