2010-09-16 14:44:04

Al vertice di Montreal l'Africa chiede più energia per lo sviluppo


La "povertà energetica" che lascia al buio l'80% degli africani e che di fatto ostacola lo sviluppo socio-economico del continente è stata al centro dell'intervento del presidente della Banca di Sviluppo Africana (Bad), Donald Kaberuka, al Congresso mondiale dell'energia in corso a Montreal, in Canada. Nonostante un forte potenziale energetico – dagli idrocarburi al carbone, dal sole all'acqua – in gran parte sfruttato da multinazionali straniere, l'Africa e il suo miliardo di abitanti dispongono della stessa produzione elettrica della Spagna, popolata da appena 46 milioni di persone. Un paradosso evidente - riferisce l'agenzia Misna - dall'osservazione delle immagini satellitari notturne del pianeta che fanno apparire al buio i Paesi più poveri del Sud del mondo, soprattutto quelli africani. Proprio perché il mancato accesso all'energia costituisce un freno allo sviluppo economico, alla lotta alla povertà e complica la fornitura di servizi sanitari, di acqua potabile e le attività nel settore della sanità, la costruzione di infrastrutture energetiche – ha sottolineato Kaberuka - è “prioritaria per l'Africa". Oltre a infrastrutture carenti per la produzione dell'elettricità, il continente deve anche fare i conti con una rete di distribuzione ridotta e inefficiente: oggi una rete elettrica unificata è la grande sfida del continente per consentire una miglior condivisione e distribuzione delle risorse. Si tratta di un progetto che necessita di ingenti somme di denaro che i soli fondi pubblici non sono in grado di fornire, motivo per cui la Bad è scesa in campo con finanziamenti e anche per farsi da garante della “credibilità” africana nei confronti del settore privato internazionale pronto a investire. Con 800 milioni di persone che hanno bisogno di energia e una crescita economica che si attesta attorno a 3-4%, l'Africa rappresenta il più grande mercato potenziale per le imprese del settore energetico. "Petrolio, carbone, idroelettricità, nucleare: il continente deve essere pronto a sfruttare ogni fonte di energia" ha detto l'economista ruandese Kaberuka. In questa prospettiva esperti e ambientalisti non solo africani chiedono una politica energetica coerente e unificata a livello continentale, sottolineando il rischio per la biodiversità e l'ambiente in caso di sfruttamento indiscriminato, non controllato e non coordinato, ma anche di tener conto delle crescenti manifestazioni dei cambiamenti climatici che pesano negativamente. Organizzato ogni tre anni, il Congresso mondiale dell'energia riunisce migliaia di dirigenti, operatori pubblici e privati del settore, organizzazioni non governative ed esperti chiamati a identificare sfide e soluzioni energetiche per il pianeta. Nell'epoca della lotta ai gas a effetto serra, di cui i Paesi del Nord del mondo e le potenze emergenti sono i maggiori consumatori, la domanda di carbone, una fonte di energia più inquinante, cresce ogni anno del 4,5% e supera quella del petrolio. (R.P.)







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