Al vertice di Montreal l'Africa chiede più energia per lo sviluppo
La "povertà energetica" che lascia al buio l'80% degli africani e che di fatto ostacola
lo sviluppo socio-economico del continente è stata al centro dell'intervento del presidente
della Banca di Sviluppo Africana (Bad), Donald Kaberuka, al Congresso mondiale dell'energia
in corso a Montreal, in Canada. Nonostante un forte potenziale energetico – dagli
idrocarburi al carbone, dal sole all'acqua – in gran parte sfruttato da multinazionali
straniere, l'Africa e il suo miliardo di abitanti dispongono della stessa produzione
elettrica della Spagna, popolata da appena 46 milioni di persone. Un paradosso evidente
- riferisce l'agenzia Misna - dall'osservazione delle immagini satellitari notturne
del pianeta che fanno apparire al buio i Paesi più poveri del Sud del mondo, soprattutto
quelli africani. Proprio perché il mancato accesso all'energia costituisce un freno
allo sviluppo economico, alla lotta alla povertà e complica la fornitura di servizi
sanitari, di acqua potabile e le attività nel settore della sanità, la costruzione
di infrastrutture energetiche – ha sottolineato Kaberuka - è “prioritaria per l'Africa".
Oltre a infrastrutture carenti per la produzione dell'elettricità, il continente deve
anche fare i conti con una rete di distribuzione ridotta e inefficiente: oggi una
rete elettrica unificata è la grande sfida del continente per consentire una miglior
condivisione e distribuzione delle risorse. Si tratta di un progetto che necessita
di ingenti somme di denaro che i soli fondi pubblici non sono in grado di fornire,
motivo per cui la Bad è scesa in campo con finanziamenti e anche per farsi da garante
della “credibilità” africana nei confronti del settore privato internazionale pronto
a investire. Con 800 milioni di persone che hanno bisogno di energia e una crescita
economica che si attesta attorno a 3-4%, l'Africa rappresenta il più grande mercato
potenziale per le imprese del settore energetico. "Petrolio, carbone, idroelettricità,
nucleare: il continente deve essere pronto a sfruttare ogni fonte di energia" ha detto
l'economista ruandese Kaberuka. In questa prospettiva esperti e ambientalisti non
solo africani chiedono una politica energetica coerente e unificata a livello continentale,
sottolineando il rischio per la biodiversità e l'ambiente in caso di sfruttamento
indiscriminato, non controllato e non coordinato, ma anche di tener conto delle crescenti
manifestazioni dei cambiamenti climatici che pesano negativamente. Organizzato ogni
tre anni, il Congresso mondiale dell'energia riunisce migliaia di dirigenti, operatori
pubblici e privati del settore, organizzazioni non governative ed esperti chiamati
a identificare sfide e soluzioni energetiche per il pianeta. Nell'epoca della lotta
ai gas a effetto serra, di cui i Paesi del Nord del mondo e le potenze emergenti sono
i maggiori consumatori, la domanda di carbone, una fonte di energia più inquinante,
cresce ogni anno del 4,5% e supera quella del petrolio. (R.P.)