Teologo della coscienza alla ricerca della Verità: il pensiero di Benedetto XVI
sul cardinale Newman
Tra gli eventi più significativi del prossimo viaggio apostolico di Benedetto XVI
nel Regno Unito è la beatificazione del cardinale John Henry Newman, domenica prossima,
a conclusione della visita di Stato. Fin da giovane, Joseph Ratzinger ha sempre considerato
il teologo e letterato inglese un modello da seguire e si è soffermato più volte sulla
sua teologia della coscienza. Ripercorriamo alcuni pensieri di Benedetto XVI su Newman
nel servizio di Alessandro Gisotti, accompagnato dalle note di “Lead kindly
light”, inno composto da Newman nel 1833:
(Lead Kindly
Light)
Newman “nello stesso tempo tocca il nostro cuore e illumina il
nostro pensiero”: Joseph Ratzinger confida che, fin dagli anni giovanili, ha sempre
avuto una predilezione per il grande teologo e letterato inglese. Nel libro-intervista,
“Il sale della Terra”, il futuro Benedetto XVI definisce il prossimo Beato un modello
e, nel volume “Cielo e Terra”, si sofferma sul tema della coscienza, cuore della sua
ricerca spirituale. “La coscienza – scrive il cardinale Ratzinger – è centrale per
Newman, perché lo è la verità”. La sua attenzione per la coscienza, rileva, si inscrive
“nella linea di Agostino, non in quella della filosofia soggettivistica moderna”.
E ricorda che, quando fu eletto cardinale, Newman “confessò che la sua intera vita
era stata una battaglia contro il liberalismo”.
Per lui, aggiunge il
futuro Pontefice, la coscienza “non significa autodeterminazione del soggetto”, “in
un mondo senza verità”. Significa “piuttosto la presenza percepibile ed imperativa
della voce nella verità del soggetto stesso”. E nota che in una lista delle virtù,
Newman “sottolinei la preminenza della verità sulla bontà, o per dirlo in modo a noi
più comprensibile: la preminenza della verità sul consenso, sull’accettabilità per
il gruppo”. Di Newman, Benedetto XVI parla anche nell’ultima visita ad Limina dei
vescovi inglesi e gallesi nel febbraio scorso:
Cardinal Newman (…)
left us an outstanding example of faithfulness…” “Il cardinale Newman
– sottolinea – ci ha lasciato un esempio eccezionale di fedeltà rivelata seguendo
quella kindly light”, quella luce gentile, “ovunque lo conducesse anche a un considerevole
costo personale”.
“Great writers and communicators of his stature…”
“Grandi scrittori e comunicatori della sua statura e della sua integrità
– è il suo auspicio – sono necessari nella Chiesa oggi e spero che la devozione a
lui ispirerà molti a seguirne le orme”. Giustamente, constata Benedetto XVI, è stata
prestata molta attenzione all'attività accademica di Newman, “ma è importante ricordare
che egli si considerava soprattutto un sacerdote”. Tra i pensieri di Ratzinger su
Newman, anche un discorso pronunciato in occasione del centenario della morte del
futuro Beato, nel 1990. In un Simposio promosso dal Centro degli Amici di Newman,
il cardinale Ratzinger rileva che il nuovo Beato spiegava “l’esistenza dell’uomo a
partire dalla coscienza, ossia nella relazione tra Dio e l’anima”.
Per
il teologo inglese, “era chiaro che questo personalismo non rappresentava nessun cedimento
all’individualismo, e che il legame alla coscienza non significava nessuna concessione
all’arbitrarietà”. Proprio in quanto “uomo della coscienza”, ribadisce, Newman “era
divenuto un convertito; fu la sua coscienza che lo condusse dagli antichi legami e
dalle antiche certezze dentro il mondo per lui difficile e inconsueto del cattolicesimo”.
Il futuro Papa sottolinea l’affinità tra Agostino e Newman, in particolare nel loro
cammino di conversione. “Una strada che dura tutta la vita”. La fede, annota Joseph
Ratzinger, “è sempre sviluppo, e proprio così maturazione dell’anima verso la Verità”.