Stato e religione, famiglia e media, nel discorso del Papa al nuovo ambasciatore di
Germania
Dio, famiglia, biotecnologie e media: sono i punti centrali del discorso che il Papa
ha rivolto al nuovo ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica
Federale di Germania presso la Santa Sede. Benedetto XVI ha incontrato stamane il
signor Walter Jürgen Schmid per la presentazione delle Lettere Credenziali. Il Papa
ha parlato di un impegno del Governo federale ad intervenire “in modo compensatore
e rappacificante” in casi di confusione dei media. Il servizio di Fausta Speranza:
“Se Dio non
ha una propria volontà, il bene e il male alla fine non sono più distinguibili”: così
il Papa spiega che mettendo da parte Dio, magari per quelle che definisce “concezioni
religiose più permissive”, “l’uomo perde la sua forza morale e spirituale”. E questo
significa una mancanza nello “sviluppo complessivo della persona”, una carenza nella
“cultura della persona”. Il risultato – avverte il Papa – è che “l’agire sociale viene
dominato sempre di più dall’interesse privato o dal calcolo del potere, a danno della
società”. Da qui la missione degli uomini di fede: seguire “in modo positivo e critico
lo sviluppo di nuovi rapporti tra Stato e religione, anche al di là delle grandi Chiese
cristiane finora determinanti”. Ritrovare “il forte attaccamento alla religione” di
cui hanno dato prova uomini di fede e martiri del passato”. In definitiva tenere alto
il livello di quella “cultura della persona”. Il Papa afferma: “Può verificarsi che
in una società la cultura della persona si abbassi” e poi chiama con forza a riflettere
su un dato di fatto: “non di rado – dice - questo deriva paradossalmente dalla crescita
dello standard di vita”. E il Papa fa esempi di preoccupazioni concrete della Chiesa.
Il primo: “il crescente tentativo di eliminare il concetto cristiano di matrimonio
e famiglia dalla coscienza della società”. La Chiesa – ribadisce Benedetto XVI -
non può approvare delle iniziative legislative che implichino una rivalutazione di
modelli alternativi della vita di coppia e della famiglia”. E spiega perché: portano
“all’indebolimento dei principi del diritto naturale e così alla relativizzazione
di tutta la legislazione e anche alla confusione circa i valori nella società”.
Il
secondo esempio riguarda le nuove possibilità della biotecnologia e delle medicina.
Il Papa sottolinea la sfida che rappresentano dicendo: “ci mettono spesso in situazioni
difficili che rassomigliano a un camminare sulla punta della cresta”. Sottolinea il
dovere di “studiare diligentemente fin dove questi metodi possono fungere d’aiuto
per l’uomo e dove invece si tratta di manipolazione dell’uomo, di violazione della
sua integrità e dignità”. “Non possiamo rifiutare questi sviluppi – raccomanda - ma
dobbiamo essere molto vigilanti”. Spiega chiaramente il rischio che l’umanità corre
affermando: “Quando una volta si incomincia a distinguere – e spesso ciò accade già
nel seno materno – tra vita degna e indegna di vivere, non sarà risparmiata nessun'altra
fase della vita, ancor meno l’anzianità e l’infermità”. Si parla di “costruzione della
società umana” e il Papa aggiunge un altro elemento importante: la “fedeltà alla verità”.
“Fanno riflettere - dice - certi fenomeni operanti nell’ambito dei media pubblici:
essendo in concorrenza sempre più forte, i mezzi di comunicazione si credono spinti
a suscitare la massima attenzione possibile”. Inoltre, - ricorda il Papa – “è il contrasto
che fa notizia in genere, anche se va a scapito della veridicità del racconto”. In
tutto ciò, - sottolinea Benedetto XVI – “la cosa diventa particolarmente problematica
quando personaggi autorevoli prendono pubblicamente posizione al riguardo, senza essere
in grado di verificare tutti gli aspetti in modo adeguato”. A questo proposito e guardando
in particolare alla situazione in Germania, il Papa afferma: “Si accoglie con favore
l’intento del Governo Federale di impegnarsi in tali casi, per quanto possibile, in
modo compensatore e rappacificante”.
Resta da dire che il Papa ricorda
“le imminenti celebrazioni delle beatificazioni di diversi Sacerdoti martiri del tempo
del regime nazista”. Domenica 19 settembre, verrà beatificato Gerhard Hirschfelder
a Münster. Nel corso del prossimo anno seguiranno le cerimonie per Georg Häfner a
Würzburg nonché per Johannes Prassek, Hermann Lange e Eduard Müller a Lübeck. Con
i Cappellani di Lübeck si commemorerà anche il Pastore evangelico Karl Friedrich Stellbrink.
Innanzitutto “sono uomini che insegnano a dare la propria vita per la fede, per il
diritto ad esercitare liberamente il proprio credo e per la libertà di parola, per
la pace e la dignità umana”. Inoltre, il Papa parla di “luminose indicazioni” per
il cammino ecumenico. “L’attestata amicizia dei quattro ecclesiastici – afferma il
Papa - è una testimonianza impressionante dell’ecumenismo della preghiera e della
sofferenza, fiorito in vari luoghi durante l’oscuro periodo del terrore nazista”.
Oggi – ricorda Benedetto XVI – “viviamo in una società libera e democratica” ma “ci
si potrebbe domandare se vi siano ancora oggi dei cristiani che, senza compromessi,
si fanno garanti della propria fede”.