Riapre la Biblioteca Apostolica Vaticana, rinnovata ma fedele alla sua missione umanistica
Tra sette giorni una delle raccolte più preziose di manoscritti e stampati al mondo
sarà finalmente di nuovo a disposizione di ricercatori e studiosi. La Biblioteca Apostolica
Vaticana riapre infatti i battenti dopo tre anni di ambiziosi e inevitabili lavori
di restauro e ristrutturazione. Questa istituzione culturale, unica al mondo per il
suo patrimonio, si ripresenta così rinnovata ma fedele allo spirito di servizio, umanistico
e di universalità con cui svolge da più di cinque secoli la sua missione. Oggi nel
Salone Sistino della Biblioteca, alla presenza del cardinale archivista e bibliotecario
Raffaello Farina e del prefetto, mons. Cesare Pasini, la conferenza stampa sulla prossima
riapertura. L’ha seguita per noi Fabio Colagrande.
“Un’accogliente
casa di scienza che apre le porte a studiosi che arrivano da tutto il mondo, senza
distinzione di provenienza, religione e cultura”. Così Benedetto XVI aveva definito
la Biblioteca Vaticana nella sua visita del 25 giugno 2007. E proprio per essere rispettosa
di questa sua vocazione al servizio e all’universalità, questa istituzione vaticana,
voluta da Sisto IV nel 1475, ha rispettato i tempi di chiusura prefissati e torna
oggi a disposizione di ricercatori, docenti e studenti. Dal 20 settembre il suo patrimonio
di circa 150.000 volumi manoscritti, 1.000.000 di libri stampati, di cui 8.400 incunaboli,
e centinaia di migliaia tra monete, medaglie, stampe e incisioni, sarà nuovamente
accessibile ma con il corredo di alcune novità tecnologiche che velocizzano e rendono
più sicuro il servizio. Le più evidenti sono l’informatizzazione delle procedure di
accesso - grazie a una tessera munita di microchip con un identificatore a radiofrequenza
- e la possibilità di collegarsi alla rete della Biblioteca in modalità Wi-Fi (senza
fili) attraverso il proprio personal computer. Ma fondamentale è anche un nuovo sistema
di sicurezza che, grazie ai badge (placche di riconoscimento) applicati sui volumi
- e a barriere, varchi telecamere - permette di seguire il loro eventuale trasferimento,
associandolo all’utente che lo ha preso in carico. Novità che vanno ad aggiungersi
ai servizi da qualche tempo forniti sulle pagine web del sito www.vaticanlibrary.va,
come la richiesta on-line di riproduzioni fotografiche.
Fin qui le
novità tecnologiche, ma i tre anni di chiusura sono serviti soprattutto ai Servizi
Tecnici del Governatorato e alle ditte incaricate a compiere lavori edili improcrastinabili
di consolidamento, risanamento di laboratori e sale deposito; ampliamento e razionalizzazione
di altri ambienti, come il nuovo e più funzionale ingresso; insieme a interventi di
climatizzazione, controllo dell’umidità, messa a norma degli impianti. Lavori – come
ha spiegato il cardinale Farina – che rientrano in un più ampio progetto di ammodernamento
iniziato già nel ‘97 per adeguare il modello dei Fondatori della Biblioteca Vaticana
ai tempi attuali. E che proseguiranno, anche a dopo la riapertura, per almeno due
anni con la collaborazione dell’architetto Portoghesi, per adibire a ulteriore sala
di consultazione lo splendido Salone Sistino, sede della Biblioteca tra fine del
Cinquecento e fine Ottocento, solo dal 2009 tornato sotto la direzione della Biblioteca
Vaticana.
Eppure, come ha sottolineato il prefetto mons. Pasini
l’adeguamento strutturale e informatico va di pari passo con il rafforzarsi dello
spirito di servizio e di universalità della Biblioteca dei Papi, e soprattutto dello
spirito umanistico con cui fu aperta nel ‘400:
“Lo spirito umanistico
– che nel termine stesso si riallaccia all’epoca in cui ebbe origine la Vaticana –
esprime il convinto sostegno alla ricerca compiuta in modo serio e documentato, con
pazienza, con pacatezza, con capacità di confronto e con umiltà nell’esprimere le
proprie conquiste, proprio come l’umanesimo ha insegnato; e insieme rammenta il punto
di riferimento imprescindibile di ogni ricerca, che è l’uomo, la sua razionalità,
la sua realtà spirituale, la sua dignità”.
Dopo aver ringraziato quanti
hanno compiuto i lavori e chi li ha sostenuti con generosi aiuti – Fondazione Italcementi
e le ditte Mapei, Pessina e Picalarga – il cardinale Farina,
primo ideatore del restauro, ha ricordato come il suo andamento sia stato seguito
da vicino da Benedetto XVI che sarà presto tra i primi ‘studiosi’ a visitare la biblioteca
rinnovata:
“Avrei dovuto ringraziare per primo il Santo Padre Benedetto
XVI, che ha seguito da vicino i lavori, interessandosi assiduamente al loro procedere:
non ricordo di averlo mai avvicinato e salutato in questi tre anni senza ricevere
la domanda: ‘Come va la Biblioteca, a che punto sono i lavori, ma veramente finirete
alla data stabilita?’. Il 25 giugno 2007, visitando la Biblioteca nell’imminenza della
chiusura, si era ripromesso di farci visita a conclusione dei lavori. Lo attendiamo
per ricevere la Sua benedizione”.
In conclusione mons. Pasini ha voluto
ricordare che gli eventi già annunciati e previsti per il prossimo novembre - una
Mostra nel Braccio di Carlo Magno, un Convegno e l’uscita del primo volume della Storia
della Biblioteca – sono indirizzati anche e soprattutto a coloro che non la frequentano
abitualmente e costituiscono perciò un’occasione eccezionale per allargare la conoscenza
di questa straordinaria realtà vaticana.