2010-09-13 12:39:01

Il SECAM esorta i capi di Stato europei a promuovere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio


Visita del SECAM in Europa per rilanciare gli Obiettivi di sviluppo del millennio

In vista del summit sugli Obiettivi per lo sviluppo del millennio, che si terrà a New York tra il 20 ed il 22 settembre, una delegazione del SECAM – il Simposio delle Conferenze episcopali dell’Africa e del Magascar – incontrerà alcuni rappresentanti istituzionali dell’UE (in Belgio) e di diversi paesi europei (in Italia, Svizzera, Austria, Germania, Francia). Obiettivo dell’iniziativa: discutere su come migliorare il benessere delle comunità africane, su quali siano i principali ostacoli da rimuovere e quali le priorità a cui dare spazio per cambiare la realtà attuale. La delegazione del SECAM sarà supportata dalla CISDE, l’associazione internazionale delle agenzie cattoliche per lo sviluppo. “La Chiesa in Africa - informa una nota della CISDE – è spesso l’unico attore sociale capace di raggiungere comunità lontane, fornendo i propri servizi là dove il governo è effettivamente assente. Trasformare queste esperienze in valori, nell’agire politico, è cruciale per superare quelle difficoltà che attualmente impediscono lo sviluppo del continente africano”. Per questo, la delegazione del SECAM “esorterà i leader europei a portare al summit di New York storie concrete dell’Africa, in modo da ribadire che un cambiamento in positivo è possibile”. La visita dei vescovi si articolerà nell’arco di 12 giorni (dal 7 al 18 settembre) e seguirà il seguente itinerario: Svizzera, Austria, Francia, Germania, Italia e Belgio. E proprio a Bruxelles, il 15 settembre, si terrà un dibattito in seno al Parlamento europeo, intitolato “Minare il futuro dell’Africa?”. All’evento parteciperà il presidente della Conferenza episcopale del Congo-Brazzaville, mons. Louis Portella-Mbuyu, esperto di diritti umani: in particolare, il presule richiamerà l’importanza della trasparenza da parte delle industrie minerarie che operano in Africa. È noto, infatti, come il consistente ricavato delle estrazioni finisca nelle tasche delle multinazionali straniere e in quelle di una piccola élite africana, lasciando la maggioranza della popolazione, che pure vive in zone ricche di risorse, nella povertà estrema. Oltre a mons. Portella-Mbuyu, la delegazione del SECAM sarà composta da: mons. Francisco Joâo Silota, vicepresidente del SECAM, mons. Laurent Monsengwo Pasinya, presidente dei vescovi della Repubblica democratica del Congo, padre John Patrick Ngoy, direttore della Commissione episcopale Giustizia e Pace in Nigeria, e padre Martino Maulano, esperto di Aids e segretario generale per lo Sviluppo, la giustizia e la pace in Mozambico. Accompagneranno la delegazione, infine, la direttrice di Caritas Ghana, Philomena Johnson, e il responsabile del gruppo di lavoro sulla good-governarce del SECAM, Firmin Adjahossou.

Nell’ambito della tappa italiana di questa iniziativa martedì 14 settembre a Roma si terrà un incontro della delegazione composta da S.E. Mons. Francisco Joao Silota dal Mozambico - Vice Presidente della SECAM, P. Martinho Maulano dal Mozambico - Segretario Generale del dipartimento di Giustizia, Pace, Sviluppo e AIDS della Chiesa Africana, Sig.ra Philomena Johnson dal Ghana - Direttrice di Caritas Ghana e membro del Comitato Esecutivo di Caritas Internationalis e della Commissione Caritas Africa, con i rappresentanti dei principali movimenti e associazioni cattoliche organizzato dalla FOCSIV.
Sempre in Italia, la delegazione del SECAM sarà ricevuta lunedì 13 settembre dal Consigliere diplomatico Pierfrancesco Sacco della Direzione per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero per gli Affari Esteri; dalla Dott.ssa Marina Gerini - Direttore Generale per il volontariato, l'associazionismo e le formazioni sociali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - e dal Ministro dell'Economia e delle Finanze Giulio Tremonti mercoledì 15.

Riportiamo di seguito un riassunto delle "Raccomandazioni" contenute nella Dichiarazione elaborata dal SECAM in vista del summit di New York:
1) Promuovere progetti che possano accrescere le capacità imprenditoriali delle persone, tutelando e rilanciando le produzioni locali, agenti di sviluppo sostenibile per il Continente. L'Unione Africana e altri membri della Comunità Internazionale sono esortati a partecipare e dare indicazioni rispetto a tale aspetto.
2) Promuovere accordi che vadano a beneficio di entrambe le parti, al posto dell'attuale tendenza a favorire chi detiene il capitale. Incrementare gli investimenti in grado di accrescere il valore delle risorse naturali africane al fine di ridurre la povertà.
3) Rafforzare le partnership sostenibili a livello globale, che non siano più considerate "un aiuto ai poveri", ma il frutto di una responsabilità morale condivisa e un dovere nei confronti dell'umanità.
4) Riproporre l'Esortazione del Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon a "Mantenere gli impegni assunti", attraverso un'accelerazione delle azioni e del rafforzamento della partnership globale.
5) Sostenere la nascita di una rete inclusiva di partenariati tra soggetti pubblici e soggetti privati, finalizzata al consolidamento della Good Governance e della Politica Ambientale.
6) Facilitare il coordinamento con istituzioni trasparenti e stabili, per aumentare la partecipazione della popolazione e rafforzare gli strumenti di giustizia sociale.
7) Adottare politiche economiche in favore dei poveri, accompagnate da un'attenta attività di denuncia delle ingiustizie e dei fenomeni di discriminazione.
8) Lasciare che valori morali ed etici guidino le azioni politiche. I governi devono essere completamente coscienti che essi sono solo "guardiani" delle ricchezze degli Stati e che queste devono essere utilizzate a beneficio delle future generazioni.
9) Insistere sulla cancellazione del debito ai Paesi africani, in modo da rendere più facile il raggiungimento dei MDGs.
10) Rafforzare i sistemi di assistenza sanitaria pubblica, specialmente per madri e bambini.
11) Incrementare l'impegno dello Stato nel settore sanitario; garantire l’accesso alle cure; investire nella formazione professionale specialmente nel settore sanitario, in modo da avere un maggior numero di personale specializzato, necessario per combattere epidemie come la malaria e l'HIV.
12) Investire nella formazione professionale e tecnica anche nel settore dell'educazione. Questo consentirà di assorbire l'oltre 60% dei giovani oggi non ancora in grado di proseguire gli studi, consentendo loro di acquisire le competenze professionali di base e trovare più facilmente un'occupazione. Il SECAM è convinto che questo aiuterebbe molto a ridurre l'emigrazione giovanile verso l'Europa.







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