La Turchia al voto sulla riforma della Costituzione. Test politico per Erdogan
Quasi 50 milioni di turchi sono chiamati domani alle urne per il Referendum sulla
revisione parziale della Costituzione. Un voto che, secondo gli analisti, è anche
un importante banco di prova per il partito di ispirazione islamica Akp del premier
Erdogan, in vista delle elezioni politiche del prossimo anno. Il servizio è di Furio
Morroni:
Gli elettori
devono esprimersi in blocco sugli emendamenti a 26 articoli della Costituzione, varata
nel 1982 dagli autori del colpo di Stato militare compiuto due anni prima. Secondo
l’Akp questa riforma è necessaria per democratizzare di più la Turchia ed adeguarla
agli standard richiesti per l’adesione all’Unione Europea. Per l’opposizione, invece,
la riforma voluta dal governo è tesa a limitare il potere della magistratura e a ridurre
l’influenza delle forze armate, istituzioni considerate dalla Costituzione i baluardi
della laicità della Turchia contro ogni tentativo di deriva islamica. Gli emendamenti
riguardano vari temi, ma i più sensibili sono quelli che toccano appunto giudici e
militari. La vittoria dei “sì” al referendum cambierà profondamente la struttura della
Corte Costituzionale, con 14 giudici su 17 di nomina presidenziale e consentirà per
la prima volta ai tribunali civili di processare i militari. Il risultato del referendum
è incerto e a fare la differenza sarà la scelta dell’ultima ora di un cinque, sei
per cento di elettori ancora indecisi.