Francia: cattolici e protestanti organizzano una giornata per conoscere l'ebraismo
Una domenica per conoscere meglio l'ebraismo. L'occasione – riferisce L’Osservatore
Romano - sono le annuali ricorrenze di Rosh Ha-Shanah, di Yom Kippur e di Sukkot.
L'appuntamento è per il 19 settembre in Francia. A organizzare la Journée de connaissance
du Judaïsme - divenuta ormai tradizionale appuntamento nel panorama del dialogo interreligioso
francese - sono i delegati diocesani per le relazioni con l'ebraismo dell'Île-de-France,
con il sostegno del Servizio nazionale per le relazioni con l'ebraismo (organismo
in seno alla Conferenza episcopale) e della commissione Cristiani ed ebrei della Federazione
protestante. Inizialmente proposta nella sola regione parigina, l'iniziativa si è
ormai estesa a numerosi altri dipartimenti. "Quest'anno — si legge in un comunicato
a firma del responsabile per la diocesi di Parigi, padre Jean-Claude Bardin — domenica
19 settembre è stata scelta per sensibilizzare i cristiani al radicamento della nostra
fede nell'Alleanza contratta da Dio con il popolo ebraico e all'importanza di tessere
dei legami personali di conoscenza e di stima reciproca". Un modo semplice per farlo,
"molto apprezzato dai nostri amici ebrei", spiega Bardin, è il biglietto d'auguri.
Ogni cristiano è invitato a spedirne uno a ebrei di sua conoscenza in modo da esprimere
la propria amicizia e la propria simpatia. Le comunità cristiane — precisa il responsabile
diocesano — "possono inviare un manifesto alla comunità ebraica (sinagoga, centro
comunitario, scuola) del loro quartiere". Come detto, la Giornata di conoscenza si
colloca in mezzo ad alcune delle più importanti festività ebraiche: Rosh Ha-Shanah,
il capodanno, che si è celebrato il 9 e 10 settembre; Yom Kippur, o giorno dell'espiazione,
il 18 settembre; Sukkot, o festa delle capanne, il 23 e 24 settembre. Al riguardo,
il Servizio per le relazioni con l'ebraismo dell'arcidiocesi di Parigi ha pubblicato
un documento per contribuire alla comprensione reciproca. "Affinché i cristiani pongano
la loro attenzione all'ebraismo — sottolinea il pastore Francis Diény, per venticinque
anni presidente dell'Amicizia ebraico-cristiana di Mulhouse — occorre non presentare
loro un Israele idealizzato. Gli stessi fratelli ebrei riconoscono, spesso pubblicamente,
che non sono un modello umano. Non testimoniano se stessi ma le esigenze di santità
che il Signore ha posto nelle loro coscienze. È ancora questa la loro missione". Risvegliarsi
all'ebraismo, "nostra radice — ha detto ancora Diény facendo riferimento a un passo
del Libro di Amos — significa che le Chiese cristiane possono a loro volta prendere
coscienza di questa dimensione comunitaria e accoglierla".