Beatificazione in Spagna di fra Leopoldo, religioso cappuccino, testimone di Cristo
povero e crocifisso
Un uomo di Dio, caritatevole nei giudizi, umile nel correggere il prossimo, devoto
della Vergine Maria: questo era fra Leopoldo da Alpandeire Marquez Sánchez, che domani
sarà proclamato Beato in una celebrazione presieduta da mons. Angelo Amato, prefetto
della Congregazione delle Cause dei Santi, a Granada, in Spagna, la città dove il
frate dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini trascorse la maggior parte della sua
vita e dove morì nel 1956. Il servizio di Roberta Barbi:
Barba bianca,
sorriso sereno, occhi a terra e cuore rivolto verso il cielo: viene ricordato così
fra Leopoldo da Alpandeire Marquez Sánchez, nato Francisco Tomás, che domani sarà
beatificato nella “sua” Granada, dove lo conoscevano tutti perché vi trascorse anni
con l’incarico di elemosiniere. Figlio di contadini, da sua madre imparò a pregare,
da suo padre apprese l’integrità morale; fin da piccolo coltivò, insieme alla terra,
anche le virtù della generosità e del distacco dai beni materiali. Scoprì la vocazione
dopo aver assistito alla predicazione di due Cappuccini, ma la sua non fu una conversione
clamorosa: fu piuttosto una conferma del modo in cui era sempre vissuto, nell’amore
per Dio, nella preghiera, nel lavoro, nel silenzio, nella penitenza e nella devozione
per la Vergine Maria. Da questuante, infatti, ogni volta che riceveva l’elemosina,
recitava tre Ave Maria: era il suo modo di contraccambiare, la sua elemosina dell’amore.
Un testimone “del mistero di Cristo povero e crocifisso con l’esempio e la parola,
al ritmo umile e orante della vita quotidiana”, l’ha definito il suo vice postulatore,
padre Alfonso Ramírez Peralbo. Un uomo che ha raggiunto la santità nelle piccole cose
e per questo è un esempio per tutti: domani, infatti, alle cerimonia di beatificazione,
sono attesi circa 300mila fedeli.