2010-09-11 15:11:58

Assegnati i premi cattolici al Festival del cinema di Venezia


In attesa della premiazione ufficiale della 67.ma Mostra del Cinema di Venezia, che avverrà questa sera nel corso della cerimonia in Sala Grande al Lido, sono stati assegnati i riconoscimenti da parte delle giurie di ispirazione cattolica. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

Le Giurie di orientamento cattolico hanno lavorato con entusiasmo anche quest’anno a Venezia, valutando i 24 film proiettati in concorso e alcuni della sezione “Orizzonti”. Nel panorama complessivo, senza che siano apparsi capolavori e sorprese, non sono mancati titoli che hanno suscitato riflessioni profonde, soprattutto guardando, nei modi più diversi, al nostro passato più o meno recente, alla storia dell’uomo e dell’umanità e al suo inserimento nel flusso dei tempi e dei fatti. Il “Premio Signis”, che raggruppa esperti e critici legati al mondo della comunicazione cattolica e provenienti da diverse aree geografiche e culturali, ha espresso un giudizio singolare, dando il riconoscimento al film “Il sentiero di Meek” della regista americana Kelly Reichardt. Ecco le motivazioni, spiegate da Valerio Sammarco:

“Un antiwestern che inquadra l’epopea di alcuni pionieri americani, affidando la speranza di un futuro migliore al confronto con l’altro. La giuria poi decide di assegnare una menzione anche a Silent Souls di Aleksei Fedorchenko perché mostra in modo poetico come l’amore possa superare la morte e l’importanza di rituali e tradizioni di fronte alle sfide esistenziali. Il giudizio è stato dato sia da un punto di vista cinematografico, quindi per la resa proprio estetica dei due film in questione, ma soprattutto per i messaggi che vengono proposti mai in maniera banale e mai in maniera artificiale”.

La “Navicella Venezia Cinema”, il premio legato alla Fondazione Ente dello Spettacolo e alla Rivista del Cinematografo, con la giuria preseduta da mons. Dario Edoardo Viganò, ha espresso un giudizio unanime, premiando il doloroso e profondo “Il fossato” del regista cinese Wang Bing. Marina Sanna ne spiega le ragioni.

“Abbiamo scelto all’unanimità e in pochissimo tempo. Eravamo tutti d’accordo perché è uno dei film più importanti che si sono visti in concorso alla Mostra. C’è una ragione, non solo per il coraggio di questo giovane regista alla sua opera prima - sia politica che cinematografica - perché è un film molto duro che non risparmia nulla allo spettatore ma non cade in nessun cliché, né autocompiacimento per quanto riguarda la messa in scena. Storicamente racconta una delle pagine più buie del regime cinese”.

Il “Premio Gianni Astrei – Pro Life” ha assegnato il suo riconoscimento a “L’amore buio” del regista napoletano Antonio Capuano. Una decisione presa all’unanimità per le ragioni che il Preidente di giuria, Andrea Piersanti, conferma ai nostri microfoni:

“Il film è interessante, intenso, a tratti duro, però esprime un grande amore per la vita. Parla di due giovani, di due diciottenni divisi da un brutto fatto di violenza e che poi alla fine riescono ad elaborare questo lutto ad avere una maggiore consapevolezza di ciò che è successo e a ritrovare la felicità e l’armonia e soprattutto l’amore per la vita”.

Infine, Paolo Mereghetti, presidente della Giuria del Premio intestato al Padre gesuita Nazzareno Taddei, ha invece, annunciato l’attribuzione del loro riconoscimento al bellissimo e inaspettato film “Anime silenziose”, del regista russo Aleksei Fedorchenko. Motivazione che Mereghetti così descrive:

“Perché ha saputo raccontare l’odissea e il confronto di due uomini con la morte e soprattutto con la tradizione che sta scomparendo, quella della etnia tribale Merya di cui i due uomini fanno parte e l’ha saputo fare con un linguaggio inventivo nuovo e assolutamente pieno di poesia”.







All the contents on this site are copyrighted ©.