Grande partecipazione al funerale del sindaco di Pollica. Mons. Favale: assassini
come bestie
Oggi il Cilento si è fermato per dare l’ultimo saluto al sindaco di Pollica, Angelo
Vassallo, ucciso domenica scorsa in un agguato. Per tutta la notte centinaia di persone
hanno visitato la camera ardente allestita nella chiesa dell’Annunziata nella frazione
di Acciaroli. Una grandissima folla e molti rappresentati delle istituzioni locali
e nazionali hanno poi preso parte al rito funebre celebrato questa mattina dal vescovo
di Vallo della Lucania, mons. Rocco Favale, che nell’omelia ha usato parole durissime
nei confronti degli assassini, definendoli “più simili alle bestie che agli uomini”.
Il presule ha poi lanciato un appello alla gente del Cilento ad essere “sentinelle
del territorio” e a respingere l’offensiva di chi vuole speculare su questa terra.
Michele Raviart ha sentito don Tonino Palmese, referente di Libera in
Campania, che ha concelebrato la Messa esequiale:
R. - Le tantissime
persone che hanno voluto affollare questo incontro di preghiera hanno dimostrato davvero
di esserci. Credo che questo sindaco abbia davvero dato una tale dimostrazione di
coraggio, d’impegno e di dedizione, che ha fatto sentire a tutti il senso dell’appartenenza.
Ci siamo sentiti un po’ tutti imparentati con lui e con il paese.
D.
- Dure sono state le parole da parte di mons. Favale, che è arrivato a definire “bestie”,
coloro che hanno commesso questo terribile omicidio…
R. - Il vescovo
ha parlato certamente con il linguaggio del coraggio, quello di chiamare le cose con
il loro nome. Il problema adesso è capire cosa c’è dietro questo omicidio: se è solo
l’interesse per una piccola o grande cosa, se c’è un crimine organizzato. Capisco
bene, però, che, al di là di questo, ciò che conta è che ritorni la pace in questi
territori.
D. - D’altra parte viene anche lanciato un appello agli
uomini veramente appassionati di questo territorio…
R. - Lo stesso vicesindaco,
al termine del funerale - l’unica persona che ha preso la parola oltre al vescovo
- ci ha rimandato con tanta emozione questa dimensione della passione, questa dimensione
che è tipica di chi deve amministrare un territorio, soprattutto la capacità di umanizzare
gli incontri con tutti i cittadini, perché si sentano protetti e accompagnati dai
loro amministratori.
D. - Comunque sia è un segnale di speranza tutto
questo coinvolgimento da parte della popolazione...
R. - Sono certo
che l’essere qui oggi di tanti, tantissimi cittadini, sia davvero il segnale di un
grande impegno a non rassegnarsi e a diventare sempre più cittadini e mai sudditi.
Quanto più i cittadini saranno corresponsabili, tanto più le istituzioni saranno obbligate
a condividere il desiderio di speranza e di dignità di queste popolazioni.