Chiesa e società civile centroafricana insieme per le vittime dei ribelli ugandesi
Si chiude oggi al centro diocesano di Yambio, nel sud del Sudan, la tre giorni di
incontri e dibattiti dedicata all’annosa questione dell’Esercito di resistenza del
Signore (Lra), gruppo armato autore di molteplici uccisioni indiscriminate, rapimenti
e saccheggi fa le aree al confine fra il Congo e l’Uganda. L’iniziativa, di cui riferisce
la Misna, ha lo scopo di attirare l’attenzione della comunità internazionale e di
coinvolgere la società civile centrafricana nella protezione e assistenza dei civili
colpiti dalle violenze. All’incontro partecipano tra l’altro, mons. Eduardo Hiiboro
Kussala, vescovo della diocesi sudanese di Tombura-Yambio, i vescovi di Isiro, Dungu
e Bondo, tre diocesi nel nord della Repubblica Democratica del Congo, il vescovo emerito
di Tombura-Yambio, esponenti governativi di diversi Paesi del centroafricani, militari
sudanesi e rappresentanti dell’Unione Europea. “I ribelli dell’Lra si muovono indisturbati
nelle foreste, attaccano la nostra gente, è un problema molto serio che crea tanta
sofferenza, ma per il quale non si fa abbastanza. In quanto vescovi, abbiamo voluto,
insieme, attirare l’attenzione delle autorità”, ha spiegato mons. Kussala. “Riteniamo
che serva innanzitutto una ‘conversione’ dei cuori alla pace – aggiunge il presule
- e occorre aiutare le comunità a far fronte alla minaccia degli attacchi, attraverso
una buona organizzazione, una preparazione. Ma sta anche ai nostri governi, attraverso
le Forze armate, fornire protezione alla popolazione indifesa. Alla comunità internazionale
chiediamo aiuto”. Alla conferenza ha portato la sua testimonianza anche un missionario
comboniano, padre Mario Benedetti, che opera in Sudan meridionale a fianco di profughi
dal Congo e dal Centrafrica, in fuga dalle violenze dell’Lra. “Gli aiuti nei campi
delle agenzie internazionali non bastano e spesso non sono adeguati per questa gente.
Inoltre ci sono molti aspetti trascurati, come l’istruzione o il sostegno psicologico”,
dice padre Mario impegnato anche per l’istruzione secondaria e la prima infanzia per
questi rifugiati. “È necessario agire per fermare le violenze dell’Lra – aggiunge
il religioso - ma sembra che da parte dei quattro governi coinvolti, Sudan, Uganda,
Congo e Centrafrica, manchi la volontà di farlo, e che l’esistenza di questa ribellione
faccia in realtà molto comodo ad alcuni”. (M.G.)