2010-09-10 15:27:25

Chiesa e società civile centroafricana insieme per le vittime dei ribelli ugandesi


Si chiude oggi al centro diocesano di Yambio, nel sud del Sudan, la tre giorni di incontri e dibattiti dedicata all’annosa questione dell’Esercito di resistenza del Signore (Lra), gruppo armato autore di molteplici uccisioni indiscriminate, rapimenti e saccheggi fa le aree al confine fra il Congo e l’Uganda. L’iniziativa, di cui riferisce la Misna, ha lo scopo di attirare l’attenzione della comunità internazionale e di coinvolgere la società civile centrafricana nella protezione e assistenza dei civili colpiti dalle violenze. All’incontro partecipano tra l’altro, mons. Eduardo Hiiboro Kussala, vescovo della diocesi sudanese di Tombura-Yambio, i vescovi di Isiro, Dungu e Bondo, tre diocesi nel nord della Repubblica Democratica del Congo, il vescovo emerito di Tombura-Yambio, esponenti governativi di diversi Paesi del centroafricani, militari sudanesi e rappresentanti dell’Unione Europea. “I ribelli dell’Lra si muovono indisturbati nelle foreste, attaccano la nostra gente, è un problema molto serio che crea tanta sofferenza, ma per il quale non si fa abbastanza. In quanto vescovi, abbiamo voluto, insieme, attirare l’attenzione delle autorità”, ha spiegato mons. Kussala. “Riteniamo che serva innanzitutto una ‘conversione’ dei cuori alla pace – aggiunge il presule - e occorre aiutare le comunità a far fronte alla minaccia degli attacchi, attraverso una buona organizzazione, una preparazione. Ma sta anche ai nostri governi, attraverso le Forze armate, fornire protezione alla popolazione indifesa. Alla comunità internazionale chiediamo aiuto”. Alla conferenza ha portato la sua testimonianza anche un missionario comboniano, padre Mario Benedetti, che opera in Sudan meridionale a fianco di profughi dal Congo e dal Centrafrica, in fuga dalle violenze dell’Lra. “Gli aiuti nei campi delle agenzie internazionali non bastano e spesso non sono adeguati per questa gente. Inoltre ci sono molti aspetti trascurati, come l’istruzione o il sostegno psicologico”, dice padre Mario impegnato anche per l’istruzione secondaria e la prima infanzia per questi rifugiati. “È necessario agire per fermare le violenze dell’Lra – aggiunge il religioso - ma sembra che da parte dei quattro governi coinvolti, Sudan, Uganda, Congo e Centrafrica, manchi la volontà di farlo, e che l’esistenza di questa ribellione faccia in realtà molto comodo ad alcuni”. (M.G.)







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