2010-09-09 15:04:55

Il parlamento europeo censura la politica francese contro i rom


Il parlamento europeo ha adottato la risoluzione sui rom che censura le politiche francesi di espulsione, presentata dal centrosinistra con 337 voti a favore contro 245 e 51 astensioni. La risoluzione di censura approvata dal parlamento europeo in sessione plenaria esprime “grande preoccupazione per le misure di espulsione prese dalle autorità francesi e di altri Paesi nei confronti dei Rom e sollecita tali autorità all'immediata sospensione di tutte le espulsioni”. La risoluzione ricorda che “le espulsioni di massa sono vietate dalla Carta dei diritti fondamentali e dalla Convenzione europea per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, quindi tali misure sono in violazione dei trattati e delle leggi della Ue, visto che (le espulsioni) sono una discriminazione su base razziale ed etnica che viola la direttiva 38 del 2004 sulla libertà di libera circolazione”. La risoluzione afferma inoltre che “la raccolta delle impronte digitali dei Rom espulsi è illegale ed è contraria alla Carta dei Diritti fondamentali (art. 21, commi 1 e 2) e (...) comporta una discriminazione su base etnica o di origine nazionale”. Deputati italiani del Ppe parlano di strumentalizzazione politica e sottolineano che sarebbe più importante, piuttosto che votare risoluzioni come questa, avviare le concrete riforme che risolvono i problemi di integrazione in modo da attuare i diritti umani fondamentali.

L’Ocse: lontana l’uscita dalla crisi. Bce: ripresa reale ma moderata
L'Ocse conferma che “la fuoriuscita dalla crisi è ancora lontana”. L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nel Rapporto diffuso a Parigi, sottolinea che “il rallentamento della ripresa economica mondiale sarà un po' più pronunciato del previsto”. E aggiunge che “le incertezze circa la disoccupazione potrebbero mettere un freno all'espansione dei consumi privati”. Per l'Ocse, “la crescita dei consumi privati potrebbe essere frenata da ulteriori aggiustamenti nelle spese delle famiglie, in seguito al peggioramento dei bilanci che c'è stato nel corso del periodo di recessione”. Intanto, la Banca centrale europea (Bce) scrive nel bollettino mensile che nei prossimi mesi “la ripresa dovrebbe procedere a un ritmo moderato a fronte di una perdurante incertezza”, spiegando comunque che qualche piccolo segnale positivo sembra intravedersi per l’occupazione: non si dovrebbero perdere ulteriori posti di lavoro nei prossimi mesi.

Due esplosioni all’aeroporto di Mogadiscio
Negli attentati di oggi all'aeroporto di Mogadiscio sono morte almeno otto persone, tra cui peacekeepers dell'Unione africana. Un commerciante ha detto all'agenzia Reuters che “almeno otto cadaveri, in gran parte soldati dell'Amisom, giacevano sul terreno”.

Obama dice no all’iniziativa del pastore protestante Jones contro il Corano
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha condannato oggi l'iniziativa annunciata dal pastore evangelico della Florida Terry Jones di bruciare il Corano nell'anniversario degli attentati terroristici dell’11 settembre: un progetto distruttivo e pericoloso – ha detto – che innescherà nuove violenze e sarà usato dai terroristi di Al Qaeda come strumento di reclutamento. Per questo Obama ha invitato il pastore protestante a riconsiderare la sua decisione. Ieri la Santa Sede aveva accolto con “viva preoccupazione” l’iniziativa definendola un grave oltraggio al libro considerato sacro dall’Islam.

Ex presidente boliviano condannato per diffamazione e calunnia
L'ex presidente liberale della Bolivia, Jorge Quiroga, è stato condannato ieri a due anni e otto mesi di carcere, pena che gli impedirà di essere di nuovo candidato alla presidenza del Paese, ma che gli eviterà la prigione in attesa dell'appello. L'ex capo dello Stato, dal 2001 al 2002, è stato condannato per diffamazione e calunnia contro la banca pubblica Banco Union, accusata di essere diventata sotto il governo socialista di Evo Morales una "lavanderia di denaro sporco". Quiroga era stato sconfitto alle presidenziali del 2005 da Morales, che poi è stato rieletto a un secondo mandato nel dicembre scorso. L'opposizione accusa il governo di persecuzione politico-giudiziaria contro tutti i rivali passati e potenziali del presidente in carica.

Fidel Castro: “Il modello economico di Cuba non è più adatto”
Dopo appena due mesi dalla sua ricomparsa in pubblico, Fidel Castro parla per la prima volta della situazione di Cuba per affermare che il modello socialista del 1959 non è più appropriato. “Il modello economico cubano non è più adatto a noi”, ha dichiarato Castro. Nelle sue apparizioni pubbliche, Fidel ha inoltre parlato del rischio che esiste, secondo lui, di una guerra nucleare tra gli Stati Uniti e l’Iran. Un anno dopo essere arrivato alla presidenza, Raul Castro, 79 anni, ha promesso nel 2007 “cambi strutturali”, ammettendo le contraddizioni del sistema economico cubano. Il governo di Raul sta studiando, un “aggiornamento del modello economico cubano retto dalle categorie economiche del socialismo e non del mercato”. “Rimarrà la pianificazione neutralizzata - ha precisato il ministro dell’Economia, Maurillo - la proprietà non sarà consegnata ai dipendenti”. Lo Stato cubano controlla il 90% dell'economia, dopo che, nel 1959, con il trionfo di Fidel Castro e la cacciata del dittatore Fulgencio Batista, la proprietà privata fu abolita.

Messico, ucciso un sindaco nello Stato di Tamaulipas
Si allunga in Messico la lista dei sindaci assassinati. Alexander Lopez Garcia, primo cittadino di El Naranjo, comune di 20 mila abitanti nel nordest del Paese, è stato ucciso ieri nel Municipio di un commando armato, che ha fatto irruzione intorno alle 13 ora locale (le 20 in Italia). El Naranjo si trova nello stato del Tamaulipas, dove alla fine di agosto 72 migranti clandestini sono stati uccisi da una banda di narcotrafficanti, gli "Zetas". L'ultimo sindaco assassinato in Messico era stato sempre in questo Stato, nel comune di Hidalgo.

Fuga di gas in miniera cinese: nove morti
Nove minatori sono morti nel sud-vest della Cina a causa di un'esplosione dovuta a una fuga gas in una miniera di carbone, che ha provocato anche 12 feriti, alcuni dei quali gravi. Lo scrive l'agenzia Nuova Cina. L'esplosione è avvenuta nella miniera di carbone Maanshan, nella contea di Luxi, nella provincia dello Yunnan. Al momento dell'esplosione, nella galleria dove si è sprigionata la fuga di gas lavoravano 29 minatori, dieci dei quali sono riusciti a mettersi subito in salvo. Le sette vittime sono avvenute per asfissia. Le autorità stanno indagando sull'origine della fuga di gas.(Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Elisa Castellucci)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 252

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