Il parlamento europeo censura la politica francese contro i rom
Il parlamento europeo ha adottato la risoluzione sui rom che censura le politiche
francesi di espulsione, presentata dal centrosinistra con 337 voti a favore contro
245 e 51 astensioni. La risoluzione di censura approvata dal parlamento europeo in
sessione plenaria esprime “grande preoccupazione per le misure di espulsione prese
dalle autorità francesi e di altri Paesi nei confronti dei Rom e sollecita tali autorità
all'immediata sospensione di tutte le espulsioni”. La risoluzione ricorda che “le
espulsioni di massa sono vietate dalla Carta dei diritti fondamentali e dalla Convenzione
europea per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, quindi tali
misure sono in violazione dei trattati e delle leggi della Ue, visto che (le espulsioni)
sono una discriminazione su base razziale ed etnica che viola la direttiva 38 del
2004 sulla libertà di libera circolazione”. La risoluzione afferma inoltre che “la
raccolta delle impronte digitali dei Rom espulsi è illegale ed è contraria alla Carta
dei Diritti fondamentali (art. 21, commi 1 e 2) e (...) comporta una discriminazione
su base etnica o di origine nazionale”. Deputati italiani del Ppe parlano di strumentalizzazione
politica e sottolineano che sarebbe più importante, piuttosto che votare risoluzioni
come questa, avviare le concrete riforme che risolvono i problemi di integrazione
in modo da attuare i diritti umani fondamentali.
L’Ocse: lontana l’uscita
dalla crisi. Bce: ripresa reale ma moderata L'Ocse conferma che “la fuoriuscita
dalla crisi è ancora lontana”. L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo
economico, nel Rapporto diffuso a Parigi, sottolinea che “il rallentamento della ripresa
economica mondiale sarà un po' più pronunciato del previsto”. E aggiunge che “le incertezze
circa la disoccupazione potrebbero mettere un freno all'espansione dei consumi privati”.
Per l'Ocse, “la crescita dei consumi privati potrebbe essere frenata da ulteriori
aggiustamenti nelle spese delle famiglie, in seguito al peggioramento dei bilanci
che c'è stato nel corso del periodo di recessione”. Intanto, la Banca centrale europea
(Bce) scrive nel bollettino mensile che nei prossimi mesi “la ripresa dovrebbe procedere
a un ritmo moderato a fronte di una perdurante incertezza”, spiegando comunque che
qualche piccolo segnale positivo sembra intravedersi per l’occupazione: non si dovrebbero
perdere ulteriori posti di lavoro nei prossimi mesi.
Due esplosioni all’aeroporto
di Mogadiscio Negli attentati di oggi all'aeroporto di Mogadiscio sono morte
almeno otto persone, tra cui peacekeepers dell'Unione africana. Un commerciante
ha detto all'agenzia Reuters che “almeno otto cadaveri, in gran parte soldati dell'Amisom,
giacevano sul terreno”.
Obama dice no all’iniziativa del pastore protestante
Jones contro il Corano Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha condannato
oggi l'iniziativa annunciata dal pastore evangelico della Florida Terry Jones di bruciare
il Corano nell'anniversario degli attentati terroristici dell’11 settembre: un progetto
distruttivo e pericoloso – ha detto – che innescherà nuove violenze e sarà usato dai
terroristi di Al Qaeda come strumento di reclutamento. Per questo Obama ha invitato
il pastore protestante a riconsiderare la sua decisione. Ieri la Santa Sede aveva
accolto con “viva preoccupazione” l’iniziativa definendola un grave oltraggio al libro
considerato sacro dall’Islam.
Ex presidente boliviano condannato per diffamazione
e calunnia L'ex presidente liberale della Bolivia, Jorge Quiroga, è stato condannato
ieri a due anni e otto mesi di carcere, pena che gli impedirà di essere di nuovo candidato
alla presidenza del Paese, ma che gli eviterà la prigione in attesa dell'appello.
L'ex capo dello Stato, dal 2001 al 2002, è stato condannato per diffamazione e calunnia
contro la banca pubblica Banco Union, accusata di essere diventata sotto il governo
socialista di Evo Morales una "lavanderia di denaro sporco". Quiroga era stato sconfitto
alle presidenziali del 2005 da Morales, che poi è stato rieletto a un secondo mandato
nel dicembre scorso. L'opposizione accusa il governo di persecuzione politico-giudiziaria
contro tutti i rivali passati e potenziali del presidente in carica.
Fidel
Castro: “Il modello economico di Cuba non è più adatto” Dopo appena due mesi
dalla sua ricomparsa in pubblico, Fidel Castro parla per la prima volta della situazione
di Cuba per affermare che il modello socialista del 1959 non è più appropriato. “Il
modello economico cubano non è più adatto a noi”, ha dichiarato Castro. Nelle sue
apparizioni pubbliche, Fidel ha inoltre parlato del rischio che esiste, secondo lui,
di una guerra nucleare tra gli Stati Uniti e l’Iran. Un anno dopo essere arrivato
alla presidenza, Raul Castro, 79 anni, ha promesso nel 2007 “cambi strutturali”, ammettendo
le contraddizioni del sistema economico cubano. Il governo di Raul sta studiando,
un “aggiornamento del modello economico cubano retto dalle categorie economiche del
socialismo e non del mercato”. “Rimarrà la pianificazione neutralizzata - ha precisato
il ministro dell’Economia, Maurillo - la proprietà non sarà consegnata ai dipendenti”.
Lo Stato cubano controlla il 90% dell'economia, dopo che, nel 1959, con il trionfo
di Fidel Castro e la cacciata del dittatore Fulgencio Batista, la proprietà privata
fu abolita.
Messico, ucciso un sindaco nello Stato di Tamaulipas Si
allunga in Messico la lista dei sindaci assassinati. Alexander Lopez Garcia, primo
cittadino di El Naranjo, comune di 20 mila abitanti nel nordest del Paese, è stato
ucciso ieri nel Municipio di un commando armato, che ha fatto irruzione intorno alle
13 ora locale (le 20 in Italia). El Naranjo si trova nello stato del Tamaulipas, dove
alla fine di agosto 72 migranti clandestini sono stati uccisi da una banda di narcotrafficanti,
gli "Zetas". L'ultimo sindaco assassinato in Messico era stato sempre in questo Stato,
nel comune di Hidalgo.
Fuga di gas in miniera cinese: nove morti Nove
minatori sono morti nel sud-vest della Cina a causa di un'esplosione dovuta a una
fuga gas in una miniera di carbone, che ha provocato anche 12 feriti, alcuni dei quali
gravi. Lo scrive l'agenzia Nuova Cina. L'esplosione è avvenuta nella miniera di carbone
Maanshan, nella contea di Luxi, nella provincia dello Yunnan. Al momento dell'esplosione,
nella galleria dove si è sprigionata la fuga di gas lavoravano 29 minatori, dieci
dei quali sono riusciti a mettersi subito in salvo. Le sette vittime sono avvenute
per asfissia. Le autorità stanno indagando sull'origine della fuga di gas.(Panoramica
internazionale a cura di Fausta Speranza e Elisa Castellucci)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 252
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