Colombia: Settimana della pace a sostegno delle vittime della violenza
Si è aperta domenica scorsa e si chiuderà domenica prossima la Settimana per la pace
2010 in Colombia, promossa dalla Conferenza episcopale. L’obiettivo dell’appuntamento
non è solo sensibilizzare le persone sull'esigenza di impegnarsi per una convivenza
civile e pacifica, ma anche incoraggiare gesti concreti di pace che servano come testimonianze
educative. Il presidente dell'episcopato, mons. Rubén Salazar Gómez, arcivescovo di
Santa Fé di Bogotà, ha definito l'evento "un'iniziativa molto importante per il Paese,
perché mostra l'unico sentiero possibile per superare i molti problemi della nazione”.
Il presule ha ricordato che al centro delle riflessioni della Settimana 2010, c’è
il tema delle “vittime delle violenze che patisce la Colombia”. “Desideriamo che le
vittime possano, per così dire, smettere di essere vittime e quindi si possano integrare
nella società come cittadini a pieno titolo, con diritti e doveri” e al tempo stesso
desideriamo che questo nostro Paese capisca che “occorre lavorare per il recupero
di queste persone - ha aggiunto ricordando il motto della Settimana - anche perché
‘nessuna vittima mi è aliena’”. Mons. Héctor Fabio Henao Gaviria, responsabile della
Caritas colombiana e direttore della Pastorale sociale, ha voluto precisare che tra
queste vittime ci sono oltre tre milioni e 800mila sfollati che fuggono dalla violenza,
costretti a vivere in condizioni precarie e a volte estreme. “Si tratta – ha osservato
mons. Henao - di persone che dovrebbero farci mettere in discussione e stimolare le
nostre convinzioni etiche. Questa dolorosa realtà è una sfida per tutti". D'altra
parte mons. Juan Vicente Córdoba, segretario generale dell'episcopato colombiano e
vescovo ausiliare di Bucaramanga, da parte sua ha voluto toccare un argomento delicato,
del quale non si parla mai, nonostante non si tratti di una realtà secondaria: le
centinaia di salme non identificate che giacciono in numerosi depositi della Colombia.
"Non si deve occultare questa realtà", è il suo appello. Secondo i dati in possesso
della Chiesa locale e riferiti dal vescovo, le salme senza identificazione sono attualmente
oltre 20mila. "Occorre fare luce su questa vicenda", ha chiesto mons. Córdoba, ricordando
che anche queste persone sono “vittime”, come vittime sono le loro famiglie. "Se non
si chiarisce questa realtà, rimarrà la sensazione di un'impunità e questo non è un
fatto positivo per la nazione". (A cura di Luis Badilla)