2010-09-09 14:28:16

Colombia: Settimana della pace a sostegno delle vittime della violenza


Si è aperta domenica scorsa e si chiuderà domenica prossima la Settimana per la pace 2010 in Colombia, promossa dalla Conferenza episcopale. L’obiettivo dell’appuntamento non è solo sensibilizzare le persone sull'esigenza di impegnarsi per una convivenza civile e pacifica, ma anche incoraggiare gesti concreti di pace che servano come testimonianze educative. Il presidente dell'episcopato, mons. Rubén Salazar Gómez, arcivescovo di Santa Fé di Bogotà, ha definito l'evento "un'iniziativa molto importante per il Paese, perché mostra l'unico sentiero possibile per superare i molti problemi della nazione”. Il presule ha ricordato che al centro delle riflessioni della Settimana 2010, c’è il tema delle “vittime delle violenze che patisce la Colombia”. “Desideriamo che le vittime possano, per così dire, smettere di essere vittime e quindi si possano integrare nella società come cittadini a pieno titolo, con diritti e doveri” e al tempo stesso desideriamo che questo nostro Paese capisca che “occorre lavorare per il recupero di queste persone - ha aggiunto ricordando il motto della Settimana - anche perché ‘nessuna vittima mi è aliena’”. Mons. Héctor Fabio Henao Gaviria, responsabile della Caritas colombiana e direttore della Pastorale sociale, ha voluto precisare che tra queste vittime ci sono oltre tre milioni e 800mila sfollati che fuggono dalla violenza, costretti a vivere in condizioni precarie e a volte estreme. “Si tratta – ha osservato mons. Henao - di persone che dovrebbero farci mettere in discussione e stimolare le nostre convinzioni etiche. Questa dolorosa realtà è una sfida per tutti". D'altra parte mons. Juan Vicente Córdoba, segretario generale dell'episcopato colombiano e vescovo ausiliare di Bucaramanga, da parte sua ha voluto toccare un argomento delicato, del quale non si parla mai, nonostante non si tratti di una realtà secondaria: le centinaia di salme non identificate che giacciono in numerosi depositi della Colombia. "Non si deve occultare questa realtà", è il suo appello. Secondo i dati in possesso della Chiesa locale e riferiti dal vescovo, le salme senza identificazione sono attualmente oltre 20mila. "Occorre fare luce su questa vicenda", ha chiesto mons. Córdoba, ricordando che anche queste persone sono “vittime”, come vittime sono le loro famiglie. "Se non si chiarisce questa realtà, rimarrà la sensazione di un'impunità e questo non è un fatto positivo per la nazione". (A cura di Luis Badilla)







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