Raccontare l’Africa con la voce degli africani, grazie a una nuova agenzia di informazione
cattolica per il Continente
“Catholic news agency for Africa”, ovvero, in un acronimo, “CANAA”: si chiamerà
così, molto probabilmente, l’agenzia di informazione cattolica per l’Africa di prossima
istituzione. A decidere la sua nascita è stata la Conferenza dei professionisti dei
media cattolici africani che si è riunita a Nairobi, in Kenya, dal 31 agosto al 2
settembre, su iniziativa del SECAM - il Simposio delle Conferenze episcopali di Africa
e Madagascar - e con gli auspici del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali.
Come spiega padre Patrick Alumuku, direttore delle Comunicazioni dell’Arcidiocesi
di Abuja, in Nigeria, la nuova agenzia rappresenterà “una voce che racconta la storia
della Chiesa in Africa” e farà in modo che “venga ascoltata la voce autentica dell’Africa
stessa”. “Solitamente – spiega ancora padre Alumuku – l’Africa viene rappresentata
in modo negativo dai diversi mass media che si concentrano solo sui problemi del continente,
come le guerre, la carestia, la povertà e le malattie. La CANAA, invece, farà risuonare
la voce degli africani come una voce di speranza, in modo da restaurare l’immagine
del continente e del suo popolo sia a livello nazionale che internazionale”. Ad approntare
la nuova agenzia sarà un gruppo di lavoro composto da tre persone: padre Alumuku,
padre André Quenum, editore del “Giornale nazionale cattolico” in Benin, e Benedict
Assorow, Direttore del CEPACS (l’organo mediatico del SECAM). Inoltre, a livello regionale,
il gruppo di lavoro sarà coadiuvato da altri membri provenienti, ad esempio, dall’AMECEA
(Associazione dei membri delle Conferenze episcopali dell’Africa orientale),
dalla CISA (Catholic Information Service for Africa), dall’agenzia DIA e dall’IMBISA
(Bishops of Inter-Regional Meeting of Bishops of Southern Africa). Nel comunicato
diffuso al termine dei lavori, viene specificato che i servizi della CANAA saranno
offerti gratuitamente e che si accetteranno donazioni; i destinatari saranno non solo
i cattolici, ma anche tutti gli interessati, e le lingue utilizzate saranno tre: portoghese,
inglese e francese. Il mandato del gruppo di lavoro avrà la durata di un anno, mentre
entro trenta giorni sarà preparata una bozza della struttura della nuova agenzia.
L'iniziativa risulta in armonia con la riflessione scaturita dal secondo Sinodo speciale
per l’Africa, svoltosi in Vaticano nell’ottobre 2009. Nella Proposizione finale n.
56, infatti, si legge: “In un mondo globale, l’uso migliorato e la maggiore disponibilità
dei mezzi di comunicazione sociale (visuale, audio, web e stampa) sono indispensabili
per la promozione di pace, giustizia e riconciliazione in Africa. Questo Sinodo quindi
richiede una presenza aumentata della Chiesa nei mezzi di comunicazione sociale; la
rete di centri audio-visivi, case di pubblicazione e centri mediatici; la preparazione
professionale e la formazione etica di giornalisti per promuovere una cultura di dialogo
che evita divisione, sensazionalismo, informazione scorretta e offensiva trivializzazione
della sofferenza umana; l’uso di media moderni per diffondere il Vangelo ed i frutti
del Sinodo attuale, per l’educazione dei popoli africani in verità, riconciliazione,
e la promozione di giustizia e pace; lo sviluppo di reti satellitari, sotto la coordinazione
del CEPACS per servire la Chiesa-Famiglia di Dio in Africa”. Di conseguenza, la Conferenza
dei professionisti dei media cattolici africani ribadisce: “Uno dei modi più efficaci
per ottenere riconciliazione, giustizia e pace sostenibili per la Chiesa in Africa
è una comunicazione efficace e una rete di collaborazioni significative”. Allo stesso
tempo, le commissioni diocesane, regionali e nazionali responsabili delle comunicazioni
vengono esortate a sostenere l’iniziativa, anche in vista di una reale e completa
democratizzazione del Paese.
Tiziana Campisi ha chiesto a padre Janvier
Yameogo, inviato del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, di tracciare
un bilancio dei lavori per la creazione della nuova agenzia di informazione:
R. - Abbiamo
deciso di creare un’agenzia di stampa cattolica continentale, con il nome provvisorio
“CANAA”, per far sentire la voce dell’Africa nei media. Un gruppo composto da tre
persone ha incontrato i tecnici del Christian Organizations Research and Advisory
Trust of Africa (CORAT) per andare avanti. Ma prima di tutto, queste persone incaricate
di coordinare l’organizzazione di CANAA, faranno un resoconto dell’incontro di Nairobi
ai nostri vescovi, perché è una necessità per la Chiesa in Africa avere questa agenzia
di stampa. Ci prepariamo anche per darle esistenza legale, a livello politico. Sarà
un’agenzia di stampa cattolica con lo scopo di dare notizie on-line gratuitamente.
D.
– Quali sono i problemi che i professionisti dei media cattolici africani oggi devono
affrontare?
R. – Per avere informazioni sull’Africa siamo praticamente condannati
a riferirci a fonti occidentali. E’ l’Occidente, con le sue grandi agenzie, che ci
dice cosa succede in Africa, come viviamo in Africa. Oggi abbiamo la possibilità di
lavorare in rete, dunque è possibile organizzarci meglio nonostante le distanze. Ci
si può lamentare dicendo che mancano i soldi, ma il primo problema non è la mancanza
di soldi: è la mancanza di organizzazione, della volontà di lavorare insieme, di condividere
le informazioni.
D. – In che modo funzionerà CANAA, la Catholic News Agency
for Africa?
R. – Sarà un’agenzia di stampa on-line che offrirà la possibilità
di accedere liberamente a tutti. Quello che vogliamo fare è mettere insieme le notizie
della Chiesa: che cosa fa la Chiesa? Come vive la Chiesa in Africa? Possiamo partire
anzitutto raccontando delle Chiese locali, delle diverse comunità, poi potremo approfondire
anche altri argomenti. Ma il primo passo è quello di poter creare questa volontà e
di sapere, per esempio, quello che manca in Africa. Poi, potremo vedere anche come
allargare le nostre vedute, perché con la diaspora africana l’Africa, oggi, si trova
dappertutto.