La musica di Mozart, raggio della bellezza del Cielo che illumina anche la morte:
così il Papa al Concerto a Castel Gandolfo
Nella musica di Mozart si percepisce “un raggio della bellezza del Cielo”, la “luminosa
risposta dell’Amore divino, che dona speranza” anche nel buio della sofferenza e della
morte: è quanto ha affermato Benedetto XVI ieri sera al termine del concerto in suo
onore nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, offerto dalla Pontificia Accademia
delle Scienze. L’Orchestra di Padova e del Veneto, diretta dal maestro Claudio Desideri,
e il coro “Accademia della Voce” di Torino, diretto da Sonia Franzese, hanno eseguito
la Messa da Requiem in Re minore di Wolfgang Amadeus Mozart. Il servizio di Cecilia
Seppia.
(Requiem)
Un
momento di gioia interiore e riflessione spirituale, che porta ad una “meditazione
drammatica ma serena sulla morte”: così Benedetto XVI, al termine del concerto in
suo onore, riflette sul Requiem di Mozart, sottolineando il particolare affetto che
lo lega al sommo musicista:
“Ogni volta che ascolto la sua musica
non posso non riandare con la memoria alla mia chiesa parrocchiale, quando, da ragazzo,
nei giorni di festa, risuonava una sua “Messa”: nel cuore percepivo che un raggio
della bellezza del Cielo mi aveva raggiunto, e questa sensazione la provo ancora ogni
volta, anche oggi”.
In lui, dice il Papa, “ogni cosa è in perfetta
armonia”, in ogni nota, in ogni frase musicale, anche “gli opposti sono riconciliati”
e “la ‘serenità mozartiana’ avvolge tutto”:
“E’ un dono questo della
Grazia di Dio, ma è anche il frutto della viva fede di Mozart, che – specie nella
sua musica sacra – riesce a far trasparire la luminosa risposta dell’Amore divino,
che dona speranza, anche quando la vita umana è lacerata dalla sofferenza e dalla
morte”.
Citando una lettera che l’artista austriaco scrisse al padre,
nella quale la morte viene descritta come amica sincera e carissima dell’uomo, in
ultimo la chiave della felicità terrena, il Papa sottolinea:
“È uno
scritto che manifesta una fede profonda e semplice, che emerge anche nella grande
preghiera del Requiem, e ci conduce, allo stesso tempo, ad amare intensamente le vicende
della vita terrena come doni di Dio e ad elevarci al di sopra di esse, guardando serenamente
alla morte come alla ‘chiave’ per varcare la porta verso la felicità eterna”.
“Il
Requiem di Mozart – ha concluso il Papa – è un’alta espressione di fede, che ben conosce
la tragicità dell’esistenza umana e che non tace sui suoi aspetti drammatici, e perciò
è un’espressione di fede propriamente cristiana, consapevole che tutta la vita dell’uomo
è illuminata dall’amore di Dio”.